The book revolves around the topic concerning counterevidence, which represents one of the most important guarantees in criminal proceedings. The book examines the complex connections that tie together the principle of fair trial and the cross examination, in the light of the necessary and active participation of the parties hereto for the reconstruction of the facts that need to be proved. It results that par condicio between the parties, the right to evidence, the principle of transparency and the control over judicial knowledge are all summarized in the concept of counterevidence. On the premise that the “truth” is never unilateral, the idea of counterevidence is grounded on the necessity to draw on several and different pieces of evidence from different parties, in order to verify and disprove the pieces of evidence of each counterpart. This paradigm combines the requirement of full participation of the parties with the primary activity of judicial assessment of evidence usable for the final decision.

Il lavoro tratta di una figura giuridica – la prova contraria – che si pone al crocevia delle più importanti garanzie del procedimento probatorio. Essa fruisce, infatti, di un formidabile schema logico (ruotante innanzitutto, ma non solo, attorno al principio di non contraddizione) il quale, declinato nel processo secondo il canone della partecipazione attiva degli antagonisti alla ricostruzione del fatto, si dimostra in grado di tradurre la sua astratta forza di regola “igienica” di ogni discorso razionale in un insieme di fattori indispensabili per un processo e una decisione giusti. Attraverso l’analisi degli indici normativi e di sistema pertinenti, il lavoro studia la complessa trama dei nessi che tengono intimamente unite fairness processuale e statuti cognitivi del contraddittorio. Ne risulta un quadro in cui par condicio tra le parti, diritto alla prova, trasparenza e controllabilità del sapere processuale – recuperati dalle profondità di un retroterra culturale antico e ricchissimo – si rispecchiano, tutti contestualmente presenti in peculiare assetto, nel paradigma della prova contraria, realizzando una sintesi funzionale a dir poco illuminante. Sulla premessa del radicale rifiuto di “verità” unilateralmente date, la prova contraria propone un modello di garanzia impostato sul programmatico, più urgente rispetto del diritto delle parti di attingere a fonti di prova “proprie”, plurali e diverse, quando questa iniziativa sia rivolta al “controllo” e alla confutazione di prove avversarie. Tale paradigma coniuga, quindi, evidenti istanze di partecipazione compiuta e paritaria alla cruciale attività di accertamento con altrettanto chiare aspettative in punto di critica delle prove avversarie e, comunque, di ogni prova rilevante per il giudizio.

La prova contraria

RAFARACI, Tommaso
2004-01-01

Abstract

The book revolves around the topic concerning counterevidence, which represents one of the most important guarantees in criminal proceedings. The book examines the complex connections that tie together the principle of fair trial and the cross examination, in the light of the necessary and active participation of the parties hereto for the reconstruction of the facts that need to be proved. It results that par condicio between the parties, the right to evidence, the principle of transparency and the control over judicial knowledge are all summarized in the concept of counterevidence. On the premise that the “truth” is never unilateral, the idea of counterevidence is grounded on the necessity to draw on several and different pieces of evidence from different parties, in order to verify and disprove the pieces of evidence of each counterpart. This paradigm combines the requirement of full participation of the parties with the primary activity of judicial assessment of evidence usable for the final decision.
2004
88-348-4356-8
Il lavoro tratta di una figura giuridica – la prova contraria – che si pone al crocevia delle più importanti garanzie del procedimento probatorio. Essa fruisce, infatti, di un formidabile schema logico (ruotante innanzitutto, ma non solo, attorno al principio di non contraddizione) il quale, declinato nel processo secondo il canone della partecipazione attiva degli antagonisti alla ricostruzione del fatto, si dimostra in grado di tradurre la sua astratta forza di regola “igienica” di ogni discorso razionale in un insieme di fattori indispensabili per un processo e una decisione giusti. Attraverso l’analisi degli indici normativi e di sistema pertinenti, il lavoro studia la complessa trama dei nessi che tengono intimamente unite fairness processuale e statuti cognitivi del contraddittorio. Ne risulta un quadro in cui par condicio tra le parti, diritto alla prova, trasparenza e controllabilità del sapere processuale – recuperati dalle profondità di un retroterra culturale antico e ricchissimo – si rispecchiano, tutti contestualmente presenti in peculiare assetto, nel paradigma della prova contraria, realizzando una sintesi funzionale a dir poco illuminante. Sulla premessa del radicale rifiuto di “verità” unilateralmente date, la prova contraria propone un modello di garanzia impostato sul programmatico, più urgente rispetto del diritto delle parti di attingere a fonti di prova “proprie”, plurali e diverse, quando questa iniziativa sia rivolta al “controllo” e alla confutazione di prove avversarie. Tale paradigma coniuga, quindi, evidenti istanze di partecipazione compiuta e paritaria alla cruciale attività di accertamento con altrettanto chiare aspettative in punto di critica delle prove avversarie e, comunque, di ogni prova rilevante per il giudizio.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/100379
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