The book addresses the issue of construction, slow and contrasty, a public welfare system and secular, from the early years of the unification to Giolitti.Italy inherits a varied and heterogeneous, benefic welfare system that represents the legacy of a charity of old regime but at the same time is the starting point for the birth of a modern welfare state.Starting from law Crispi to giolittiane innovations, Italian State decided to intervene directly to adjust a universe full of potential assistance but until then left at the mercy of private initiative. The result will be a welfare system that will survive to the end of liberal Italy and, in part, to the fall of the fascist regime.In this context, Sicily in the second half of the 19th century looks like a land rich of charitable institutions, which provide a growing population, health care, shelter and hospitality, subsidies in cash and in kind, spiritual comfort and education. The evolution of this world, poised between modernity and tradition, is thorough in its economic, political and social.Quantitative statistical analysis of charitable and their estates, the typology of the institutes and the profiles of clients, the modernisation of healthcare facilities, the ratio of charitable institutions and élites, who see in them powerful tools for building consensus, are just some of the topics that are treated in different chapters. Contrary to the image of a "rural" Sicily and back, the charitable of the Island stand out for their urban character and for the progressive quantitative and prevalence, sheet, the most modern institutions of assistance and shelter to those of worship, and dotal almoner.

Il volume affronta il tema della costruzione, lenta e contrastata, di un sistema assistenziale pubblico e laico, dai primi anni dell’unificazione fino all’età giolittiana.L’Italia unita eredita dagli stati preunitari un variegato ed eterogeneo sistema benefico-assistenziale che rappresenta il retaggio di una beneficenza di antico regime ma allo stesso tempo costituisce il punto di partenza per la nascita di uno stato sociale moderno.A partire dalla legge Crispi per arrivare alle innovazioni giolittiane, lo Stato italiano decide di intervenire direttamente per regolare un universo ricco di potenzialità assistenziali ma fino ad allora lasciato in balia dell’iniziativa privata. Il risultato sarà un sistema assistenziale che sopravvivrà alla fine dell’Italia liberale e, in parte, alla caduta del regime fascista.In questo ambito, la Sicilia della seconda metà dell’Ottocento si presenta come una terra ricca di istituzioni di beneficenza, che forniscono a una popolazione in continua crescita assistenza sanitaria, ricovero e ospitalità, sussidi in denaro e in natura, conforto spirituale e istruzione. L’evoluzione di questo mondo, in bilico tra modernità e tradizione, viene qui approfondita nei suoi aspetti economici, sociali e politici.L’analisi statistico-quantitativa delle opere pie e dei loro patrimoni, la tipologia degli istituti e i profili degli assistiti, la modernizzazione delle strutture sanitarie, il rapporto tra istituzioni di beneficenza e élites, che vedono in esse formidabili strumenti per la creazione del consenso, sono solo alcuni degli argomenti che vengono trattati nei diversi capitoli. Contrariamente all’immagine di una Sicilia “rurale” e arretrata, le opere pie dell’isola si distinguono per il loro carattere urbano e per la progressiva prevalenza, quantitativa e patrimoniale, delle più moderne istituzioni di assistenza e di ricovero su quelle di culto, dotali ed elemosiniere.

Le opere pie in Sicilia (1861-1915). Alle origini dello Stato sociale

POIDOMANI, GIANCARLO
Membro del Collaboration Group
2005-01-01

Abstract

The book addresses the issue of construction, slow and contrasty, a public welfare system and secular, from the early years of the unification to Giolitti.Italy inherits a varied and heterogeneous, benefic welfare system that represents the legacy of a charity of old regime but at the same time is the starting point for the birth of a modern welfare state.Starting from law Crispi to giolittiane innovations, Italian State decided to intervene directly to adjust a universe full of potential assistance but until then left at the mercy of private initiative. The result will be a welfare system that will survive to the end of liberal Italy and, in part, to the fall of the fascist regime.In this context, Sicily in the second half of the 19th century looks like a land rich of charitable institutions, which provide a growing population, health care, shelter and hospitality, subsidies in cash and in kind, spiritual comfort and education. The evolution of this world, poised between modernity and tradition, is thorough in its economic, political and social.Quantitative statistical analysis of charitable and their estates, the typology of the institutes and the profiles of clients, the modernisation of healthcare facilities, the ratio of charitable institutions and élites, who see in them powerful tools for building consensus, are just some of the topics that are treated in different chapters. Contrary to the image of a "rural" Sicily and back, the charitable of the Island stand out for their urban character and for the progressive quantitative and prevalence, sheet, the most modern institutions of assistance and shelter to those of worship, and dotal almoner.
2005
88-7796-222-4
Il volume affronta il tema della costruzione, lenta e contrastata, di un sistema assistenziale pubblico e laico, dai primi anni dell’unificazione fino all’età giolittiana.L’Italia unita eredita dagli stati preunitari un variegato ed eterogeneo sistema benefico-assistenziale che rappresenta il retaggio di una beneficenza di antico regime ma allo stesso tempo costituisce il punto di partenza per la nascita di uno stato sociale moderno.A partire dalla legge Crispi per arrivare alle innovazioni giolittiane, lo Stato italiano decide di intervenire direttamente per regolare un universo ricco di potenzialità assistenziali ma fino ad allora lasciato in balia dell’iniziativa privata. Il risultato sarà un sistema assistenziale che sopravvivrà alla fine dell’Italia liberale e, in parte, alla caduta del regime fascista.In questo ambito, la Sicilia della seconda metà dell’Ottocento si presenta come una terra ricca di istituzioni di beneficenza, che forniscono a una popolazione in continua crescita assistenza sanitaria, ricovero e ospitalità, sussidi in denaro e in natura, conforto spirituale e istruzione. L’evoluzione di questo mondo, in bilico tra modernità e tradizione, viene qui approfondita nei suoi aspetti economici, sociali e politici.L’analisi statistico-quantitativa delle opere pie e dei loro patrimoni, la tipologia degli istituti e i profili degli assistiti, la modernizzazione delle strutture sanitarie, il rapporto tra istituzioni di beneficenza e élites, che vedono in esse formidabili strumenti per la creazione del consenso, sono solo alcuni degli argomenti che vengono trattati nei diversi capitoli. Contrariamente all’immagine di una Sicilia “rurale” e arretrata, le opere pie dell’isola si distinguono per il loro carattere urbano e per la progressiva prevalenza, quantitativa e patrimoniale, delle più moderne istituzioni di assistenza e di ricovero su quelle di culto, dotali ed elemosiniere.
assistenza; beneficenza; stato italiano
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/104039
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