Si espone qui la sperimentazione di un metodo di analisi e valutazione del danno ambientale ispirato all’approccio sociologico di N. Luhmann (1990), un pun-to di vista che definisce l’ambiente per differenza rispet-to ai processi comunicativi che informano il sistema so-ciale e, di conseguenza, il danno come difetto della co-municazione tra sub-sistemi. In questa logica la valuta-zione del risarcimento è stata condotta con riferimento al rapporto verticale tra unità inquinanti e supporto na-turale e orizzontale tra i diversi sub-sistemi che comuni-cano “sull’ambiente”. Il caso studiato riguarda le immissioni di inquinanti in un bacino idrico siciliano da tempo sotto osservazione an-che da parte della Comunità Europea a causa della ele-vata pressione antropica che lo ha interessato con effetti consistenti e visibili fino al litorale marittimo di sbocco. L’ipotesi di risarcimento del danno, proposta ai sensi delle normative vigenti all’epoca dei fatti, ha preso in considerazione: 1. la misura della responsabilità del livello di degrado del bacino, attribuibile a ciascuna fonte in base al volume e alla qualità delle immissioni; 2. la determinazione del risarcimento con riferimento: ai risparmi per la mancata depurazione, al costo di ripristi-no dello status quo ante, al mancato uso della risorsa da parte della comunità insediata. 1. La misura della responsabilità delle fonti inquinanti è stata determinata sulla base delle analisi chimiche dei reflui e delle acque fluviali reperite da atti processuali e dai dati storici disponibili. L’analisi territoriale del bacino del corpo idrico principale e dei suoi affluenti ha per-messo di inquadrare l’area di studio e individuare tutti gli input antropici - segnatamente gli scarichi civili e in-dustriali - che davano luogo al fenomeno dell’inquinamento. L’elaborazione dei dati, unitamente alla realizzazione di un modello teorico ha permesso di valutare i fattori responsabili del degrado e/o dell’incremento del degrado del sistema fluviale in que-stione e graduare fra essi la responsabilità proporzionale al contributo di ciascuno. 2. Il valore del danno causato dalla fonte principale è stato determinato: a) quanto ai risparmi conseguiti dal soggetto inquinante, attraverso un bilancio quantitativo fisico e quantitativo monetario dell'impresa; b) quanto alle spese di ripristino, con riferimento ad un progetto di riqualificazione del fiume realizzato dall’amministrazione locale per fare fronte al degrado del contesto; c) quanto al danno alla comunità, assu-mendo il metodo delle spese difensive con una verifica effettuata mediante l’applicazione dell’aspetto econo-mico del valore di surrogazione.

Dis-misure e dis-valori del danno all'ambiente fluviale. Un approccio socio-sistemico

GIUFFRIDA, Salvatore;
2013-01-01

Abstract

Si espone qui la sperimentazione di un metodo di analisi e valutazione del danno ambientale ispirato all’approccio sociologico di N. Luhmann (1990), un pun-to di vista che definisce l’ambiente per differenza rispet-to ai processi comunicativi che informano il sistema so-ciale e, di conseguenza, il danno come difetto della co-municazione tra sub-sistemi. In questa logica la valuta-zione del risarcimento è stata condotta con riferimento al rapporto verticale tra unità inquinanti e supporto na-turale e orizzontale tra i diversi sub-sistemi che comuni-cano “sull’ambiente”. Il caso studiato riguarda le immissioni di inquinanti in un bacino idrico siciliano da tempo sotto osservazione an-che da parte della Comunità Europea a causa della ele-vata pressione antropica che lo ha interessato con effetti consistenti e visibili fino al litorale marittimo di sbocco. L’ipotesi di risarcimento del danno, proposta ai sensi delle normative vigenti all’epoca dei fatti, ha preso in considerazione: 1. la misura della responsabilità del livello di degrado del bacino, attribuibile a ciascuna fonte in base al volume e alla qualità delle immissioni; 2. la determinazione del risarcimento con riferimento: ai risparmi per la mancata depurazione, al costo di ripristi-no dello status quo ante, al mancato uso della risorsa da parte della comunità insediata. 1. La misura della responsabilità delle fonti inquinanti è stata determinata sulla base delle analisi chimiche dei reflui e delle acque fluviali reperite da atti processuali e dai dati storici disponibili. L’analisi territoriale del bacino del corpo idrico principale e dei suoi affluenti ha per-messo di inquadrare l’area di studio e individuare tutti gli input antropici - segnatamente gli scarichi civili e in-dustriali - che davano luogo al fenomeno dell’inquinamento. L’elaborazione dei dati, unitamente alla realizzazione di un modello teorico ha permesso di valutare i fattori responsabili del degrado e/o dell’incremento del degrado del sistema fluviale in que-stione e graduare fra essi la responsabilità proporzionale al contributo di ciascuno. 2. Il valore del danno causato dalla fonte principale è stato determinato: a) quanto ai risparmi conseguiti dal soggetto inquinante, attraverso un bilancio quantitativo fisico e quantitativo monetario dell'impresa; b) quanto alle spese di ripristino, con riferimento ad un progetto di riqualificazione del fiume realizzato dall’amministrazione locale per fare fronte al degrado del contesto; c) quanto al danno alla comunità, assu-mendo il metodo delle spese difensive con una verifica effettuata mediante l’applicazione dell’aspetto econo-mico del valore di surrogazione.
2013
sistema fluviale, reflui industriali, pressione antropica, macrosistema sociale, spese difensive, inquinamento-flusso/stock
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/13900
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