La Revue Internationale de l'art et de la curiosité started in January 1869 and shut down in August 1870, right after the outbreak of the Franco-Prussian war. It was created by the art merchant Paul Durand-Ruel and financed by the Anglo-Levantine financial Charles Edwards, who provided him with the funds. Charles Edwards was a client and a hidden partner of Durand-Ruel. Despite its short life and similarly to many magazines born during the same period, La Revue Internationale de l'art et de la curiosité helps us understand the mechanisms of art market. Specifically, we can figure out how the market reacted to the fact that the Second Empire great speculation poured out on contemporary painting amidst the chaos of amazing fortunes, catastrophic failures and auction sales. Above all, this magazine allows us to overcome the wall of the "dénégation de l'économie", the long lasting guardian of art and artist's holiness. It shows us how the mission of revealing the secrets of "artistic" finance to an audience can also change the critical art writing as well as the narrative conventions of artistic setting.

La Revue Internationale de l’art et de la curiosité fu fondata nel gennaio 1869 e chiusa nell’agosto 1870, all’indomani dello scoppio della guerra franco-prussiana. Era stata creata dal mercante d’arte Paul Durand-Ruel e finanziata con i fondi prestati dal finanziere anglo-levantin Charles Edwards, che di Durand-Ruel fu cliente e socio occulto. Per quanto effimera, come tante riviste del tempo, essa ci aiuta a comprendere i meccanismi del mercato dell’arte proprio nel momento in cui, in una vicissitudine di formazione di grandi fortune e di grandi collezioni e di catastrofici fallimenti e vendite all’asta, sulla pittura e soprattutto sulla pittura contemporanea si riversa la grande speculazione del Second Empire. Ma soprattutto essa ci permette di attraversare il muro della “dénégation de l'économie”, che a lungo ha protetto la sacralità dell’arte e dell’artista, e ci mostra come la missione di rivelare al pubblico i secreti della finanza “artistica” modifichi anche la scrittura della critica d’arte e le convenzioni della narrativa di ambientazione artistica.

Raccontare l'arte di collezionare l'arte

SIPALA, Carminella
2015-01-01

Abstract

La Revue Internationale de l'art et de la curiosité started in January 1869 and shut down in August 1870, right after the outbreak of the Franco-Prussian war. It was created by the art merchant Paul Durand-Ruel and financed by the Anglo-Levantine financial Charles Edwards, who provided him with the funds. Charles Edwards was a client and a hidden partner of Durand-Ruel. Despite its short life and similarly to many magazines born during the same period, La Revue Internationale de l'art et de la curiosité helps us understand the mechanisms of art market. Specifically, we can figure out how the market reacted to the fact that the Second Empire great speculation poured out on contemporary painting amidst the chaos of amazing fortunes, catastrophic failures and auction sales. Above all, this magazine allows us to overcome the wall of the "dénégation de l'économie", the long lasting guardian of art and artist's holiness. It shows us how the mission of revealing the secrets of "artistic" finance to an audience can also change the critical art writing as well as the narrative conventions of artistic setting.
2015
La Revue Internationale de l’art et de la curiosité fu fondata nel gennaio 1869 e chiusa nell’agosto 1870, all’indomani dello scoppio della guerra franco-prussiana. Era stata creata dal mercante d’arte Paul Durand-Ruel e finanziata con i fondi prestati dal finanziere anglo-levantin Charles Edwards, che di Durand-Ruel fu cliente e socio occulto. Per quanto effimera, come tante riviste del tempo, essa ci aiuta a comprendere i meccanismi del mercato dell’arte proprio nel momento in cui, in una vicissitudine di formazione di grandi fortune e di grandi collezioni e di catastrofici fallimenti e vendite all’asta, sulla pittura e soprattutto sulla pittura contemporanea si riversa la grande speculazione del Second Empire. Ma soprattutto essa ci permette di attraversare il muro della “dénégation de l'économie”, che a lungo ha protetto la sacralità dell’arte e dell’artista, e ci mostra come la missione di rivelare al pubblico i secreti della finanza “artistica” modifichi anche la scrittura della critica d’arte e le convenzioni della narrativa di ambientazione artistica.
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