In 1860 Frenand de Dartein (Strasbourg 1838 - Paris 1912) went to Italy on a mission to study northern Romanesque architecture: more specifically, he found that in the basilica of Sant’Ambrogio in Milan, undergoing a massive restoration at the time, the typical “Lombard” features appeared in their full identity. In that site, he met architect Gaetano Landriani; the collaboration between the two, furthered by a common ability in architectural drawing, addressed both the restoration and the publishing of two volumes (Dartein’s on Lombard architecture, Landriani’s on Sant’Ambrogio). This essay analyzes 17 letters – kept in private archives – from the Italian portion of the correspondence between the two colleagues (1865-92), with particular focus on the facts regarding certain parts of the basilica (which were an item of discussion at the site): the arrangement of the presbyterial area, the polychromatic stucco decoration of the apse, the stalls in the wooden choir (with a suggested date), the columns for the Pre-Romanesque basilica, the conformation of the third bay with two rectangular vaults (both demolished in ’66), the portico with its original plan and its connection to the opposite square and the bell-tower ‘of the Canons’. Upon the death of the Milanese architect (1899), Dartein had an epistolary exchange with Luca Beltrami, addressing some of his restorations and projects, and pointing out the trait d’union of their mutual friendship: Landriani himself.

Nel 1860 Fernand de Dartein (Strasburgo 1838 – Parigi 1912) è in mission in Italia per studiare l’architettura romanica del Nord: segnatamente nel Sant’Ambrogio a Milano, allora oggetto di ingente restauro, i caratteri “lombardi” gli sembravano emergere nella loro identità; in quel cantiere Dartein conobbe l’architetto Gaetano Landriani.La collaborazione tra i due, favorita dall’abilità nel disegno architettonico, riguardò sia i restauri che la realizzazione delle loro monografie (sull’architettura “lombarda” il francese e sulla basilica ambrosiana l’altro). Nei reiterati soggiorni in loco Dartein contribuiva ai restauri con una pragmatica indagine da ingegnere-archeologo e in Francia riceveva da Landriani rilievi e referti circa le nuove scoperte.Il presente contributo analizza diciassette lettere della porzione “italiana” del corpus epistolare fra i due colleghi (1865-92), conservato in archivi privati e, per un aggiornamento delle conoscenze storico-architettoniche della basilica, si sofferma sulle vicende di alcune porzioni basilicali (di cui si discuteva in cantiere): la sistemazione dell’area presbiteriale, la policroma ornamentazione a stucchi della zona absidale, gli stalli del coro ligneo (con ipotesi di datazione), le colonne della basilica pre-romanica, la conformazione della terza campata a due volte rettangolari (demolite nel ’66), il portico e il suo assetto “originario” nonché il suo raccordo con la piazza antistante ed il campanile dei canonici.Dall’epistolario emergono interessanti dati circa la loro coscienza critica di quel contesto storico-artistico e, insieme, risvolti di vita personale e l’incidenza delle contestuali vicende politico-sociali (l’indipendenza della Lombardia dall’Austria e la questione alsaziana). Morto l’architetto milanese (1899), Dartein intrattenne rapporto epistolare con Luca Beltrami, discutendo alcuni suoi interventi di restauro e progettazione e parlando con lui del trait d’union della loro amicizia: Landriani, appunto.

Fernand de Dartein e Gaetano Landriani nel cantiere di restauro della basilica di Sant’Ambrogio a Milano

BELLA, TANCREDI MARIA
2009-01-01

Abstract

In 1860 Frenand de Dartein (Strasbourg 1838 - Paris 1912) went to Italy on a mission to study northern Romanesque architecture: more specifically, he found that in the basilica of Sant’Ambrogio in Milan, undergoing a massive restoration at the time, the typical “Lombard” features appeared in their full identity. In that site, he met architect Gaetano Landriani; the collaboration between the two, furthered by a common ability in architectural drawing, addressed both the restoration and the publishing of two volumes (Dartein’s on Lombard architecture, Landriani’s on Sant’Ambrogio). This essay analyzes 17 letters – kept in private archives – from the Italian portion of the correspondence between the two colleagues (1865-92), with particular focus on the facts regarding certain parts of the basilica (which were an item of discussion at the site): the arrangement of the presbyterial area, the polychromatic stucco decoration of the apse, the stalls in the wooden choir (with a suggested date), the columns for the Pre-Romanesque basilica, the conformation of the third bay with two rectangular vaults (both demolished in ’66), the portico with its original plan and its connection to the opposite square and the bell-tower ‘of the Canons’. Upon the death of the Milanese architect (1899), Dartein had an epistolary exchange with Luca Beltrami, addressing some of his restorations and projects, and pointing out the trait d’union of their mutual friendship: Landriani himself.
2009
Nel 1860 Fernand de Dartein (Strasburgo 1838 – Parigi 1912) è in mission in Italia per studiare l’architettura romanica del Nord: segnatamente nel Sant’Ambrogio a Milano, allora oggetto di ingente restauro, i caratteri “lombardi” gli sembravano emergere nella loro identità; in quel cantiere Dartein conobbe l’architetto Gaetano Landriani.La collaborazione tra i due, favorita dall’abilità nel disegno architettonico, riguardò sia i restauri che la realizzazione delle loro monografie (sull’architettura “lombarda” il francese e sulla basilica ambrosiana l’altro). Nei reiterati soggiorni in loco Dartein contribuiva ai restauri con una pragmatica indagine da ingegnere-archeologo e in Francia riceveva da Landriani rilievi e referti circa le nuove scoperte.Il presente contributo analizza diciassette lettere della porzione “italiana” del corpus epistolare fra i due colleghi (1865-92), conservato in archivi privati e, per un aggiornamento delle conoscenze storico-architettoniche della basilica, si sofferma sulle vicende di alcune porzioni basilicali (di cui si discuteva in cantiere): la sistemazione dell’area presbiteriale, la policroma ornamentazione a stucchi della zona absidale, gli stalli del coro ligneo (con ipotesi di datazione), le colonne della basilica pre-romanica, la conformazione della terza campata a due volte rettangolari (demolite nel ’66), il portico e il suo assetto “originario” nonché il suo raccordo con la piazza antistante ed il campanile dei canonici.Dall’epistolario emergono interessanti dati circa la loro coscienza critica di quel contesto storico-artistico e, insieme, risvolti di vita personale e l’incidenza delle contestuali vicende politico-sociali (l’indipendenza della Lombardia dall’Austria e la questione alsaziana). Morto l’architetto milanese (1899), Dartein intrattenne rapporto epistolare con Luca Beltrami, discutendo alcuni suoi interventi di restauro e progettazione e parlando con lui del trait d’union della loro amicizia: Landriani, appunto.
Fernand de Dartein; Gaetano landriani; Sant'Ambrogio; architettura; Milano; restauro
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/251549
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