Throughout history, seismic events have always affected Italy. Traditionally these earthquakes have influenced the habits of people and the ways of rebuilding of historic centres. Already in pre-industrial age, the immediate risk perception after the earthquake has helped to evolve the construction methods through empirical and “ante litteram” seismic improvements. In Eastern Sicily, from the disaster of 1693, professionals and workers were engaged in the reconstruction and/or the safety of the huge architectural heritage. The innovative urban plans of rebuilt cities introduce wide streets and large squares that attest an awareness of the need to protect the public safety. About the individual buildings, we note the empirical tendency to "correct" the technical and structural anomalies that deviate from the rules of good practice. These design interventions are documented in more and more relevant way during the nineteenth century because of subsequent earthquakes. To retrieve the efficiency of building elements through the good traditional practices, operations were often invasive for the buildings but have enabled these to survive until today. These transformations altered the original buildings appearance, recoverable through in-depth investigations. Unfortunately, it often happens that the risk perception fades temporally between an earthquake and the other: this involves a progressive "carelessness" about prevention. The 2016 earthquake in Central Italy shows the topicality of the issue and the need to interpret passed earthquakes as forecasting tools of the future behaviour of the historical buildings. Through a cross-reading of the architectural changes and anti-seismic devices in Eastern Sicily in pre-industrial age and through some significant cases, this paper underlines the progressive awareness gained by local professionals from which we can still to draw useful reflections.

Gli eventi sismici che hanno vessato il nostro Paese nel corso della storia hanno tradizionalmente influenzato le abitudini delle popolazioni e le modalità di ricostruzione dei centri storici. Già in epoca preindustriale, l’immediata percezione del rischio a seguito del terremoto ha contribuito a far evolvere i modi di costruire nell'ottica di un empirico tentativo di miglioramento sismico “ante litteram”. In Sicilia orientale, a partire dal disastroso evento del 1693, professionisti e maestranze sono stati più volte impegnati nella ricostruzione e/o nella messa in sicurezza del vasto patrimonio architettonico. A livello urbanistico, gli innovativi impianti planimetrici delle città ricostruite introducono strade larghe e grandi piazze che testimoniano una acquisita consapevolezza della necessità di proteggere la pubblica incolumità. Analizzando il singolo edificio, emerge la tendenza empirica a “correggere” quelle anomalie tecnico-costruttive che si discostano dalla buona regola dell’arte. Tali interventi progettuali, documentati in modo sempre più pertinente soprattutto nel corso del XIX secolo a seguito dei successivi eventi sismici, nel tentativo di recuperare l’efficienza degli elementi costruttivi attraverso le buone prassi tradizionali, spesso risultavano invasivi per le fabbriche ma hanno permesso a queste di giungere fino ai nostri giorni. Le trasformazioni eseguite hanno alterato l’originario aspetto degli edifici, recuperabile solo attraverso approfondite indagini. Purtroppo accade di frequente che la percezione del rischio vada sfumando temporalmente tra un evento sismico e l’altro: ciò comporta una progressiva “disattenzione” nei confronti della prevenzione. Il terremoto del 2016 in Italia centrale dimostra l’attualità della problematica e la necessità di interpretare i sismi passati come strumenti di previsione dei comportamenti futuri del costruito storico. Questo paper, attraverso una lettura trasversale delle trasformazioni architettoniche e dei presidi antisismici adottati in Sicilia orientale in epoca preindustriale e attraverso alcuni casi ritenuti significativi, vuole sottolineare la progressiva consapevolezza acquisita dai professionisti locali da cui è ancora possibile trarre fecondi spunti di riflessione.

La lezione del terremoto nella Sicilia orientale: presidi antisismici, riparazioni e trasformazioni delle fabbriche tradizionali. The earthquake lesson in Eastern Sicily: anti-seismic devices, repairs and transformations of the traditional buildings

Alessandro Lo Faro;Attilio Mondello;Angelo Salemi
2017-01-01

Abstract

Throughout history, seismic events have always affected Italy. Traditionally these earthquakes have influenced the habits of people and the ways of rebuilding of historic centres. Already in pre-industrial age, the immediate risk perception after the earthquake has helped to evolve the construction methods through empirical and “ante litteram” seismic improvements. In Eastern Sicily, from the disaster of 1693, professionals and workers were engaged in the reconstruction and/or the safety of the huge architectural heritage. The innovative urban plans of rebuilt cities introduce wide streets and large squares that attest an awareness of the need to protect the public safety. About the individual buildings, we note the empirical tendency to "correct" the technical and structural anomalies that deviate from the rules of good practice. These design interventions are documented in more and more relevant way during the nineteenth century because of subsequent earthquakes. To retrieve the efficiency of building elements through the good traditional practices, operations were often invasive for the buildings but have enabled these to survive until today. These transformations altered the original buildings appearance, recoverable through in-depth investigations. Unfortunately, it often happens that the risk perception fades temporally between an earthquake and the other: this involves a progressive "carelessness" about prevention. The 2016 earthquake in Central Italy shows the topicality of the issue and the need to interpret passed earthquakes as forecasting tools of the future behaviour of the historical buildings. Through a cross-reading of the architectural changes and anti-seismic devices in Eastern Sicily in pre-industrial age and through some significant cases, this paper underlines the progressive awareness gained by local professionals from which we can still to draw useful reflections.
2017
978-88-96386-58-3
Gli eventi sismici che hanno vessato il nostro Paese nel corso della storia hanno tradizionalmente influenzato le abitudini delle popolazioni e le modalità di ricostruzione dei centri storici. Già in epoca preindustriale, l’immediata percezione del rischio a seguito del terremoto ha contribuito a far evolvere i modi di costruire nell'ottica di un empirico tentativo di miglioramento sismico “ante litteram”. In Sicilia orientale, a partire dal disastroso evento del 1693, professionisti e maestranze sono stati più volte impegnati nella ricostruzione e/o nella messa in sicurezza del vasto patrimonio architettonico. A livello urbanistico, gli innovativi impianti planimetrici delle città ricostruite introducono strade larghe e grandi piazze che testimoniano una acquisita consapevolezza della necessità di proteggere la pubblica incolumità. Analizzando il singolo edificio, emerge la tendenza empirica a “correggere” quelle anomalie tecnico-costruttive che si discostano dalla buona regola dell’arte. Tali interventi progettuali, documentati in modo sempre più pertinente soprattutto nel corso del XIX secolo a seguito dei successivi eventi sismici, nel tentativo di recuperare l’efficienza degli elementi costruttivi attraverso le buone prassi tradizionali, spesso risultavano invasivi per le fabbriche ma hanno permesso a queste di giungere fino ai nostri giorni. Le trasformazioni eseguite hanno alterato l’originario aspetto degli edifici, recuperabile solo attraverso approfondite indagini. Purtroppo accade di frequente che la percezione del rischio vada sfumando temporalmente tra un evento sismico e l’altro: ciò comporta una progressiva “disattenzione” nei confronti della prevenzione. Il terremoto del 2016 in Italia centrale dimostra l’attualità della problematica e la necessità di interpretare i sismi passati come strumenti di previsione dei comportamenti futuri del costruito storico. Questo paper, attraverso una lettura trasversale delle trasformazioni architettoniche e dei presidi antisismici adottati in Sicilia orientale in epoca preindustriale e attraverso alcuni casi ritenuti significativi, vuole sottolineare la progressiva consapevolezza acquisita dai professionisti locali da cui è ancora possibile trarre fecondi spunti di riflessione.
Presidi antisismici; Tecniche costruttive tradizionali; Rischio sismico; Sicilia orientale, Terremoto del 1818
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/316400
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