Il terzo libro del "De amore" di Andrea Cappellano si ritrova sul fronte più oltranzista tanto della teologia morale quanto della satira rifunzionalizzata dai predicatori. Questa aggressività è certo alimentata dalla formazione clericale dell'autore, ma si deve altresì a un meccanismo di ribaltamento, per cui l'iperbole cortese ne chiama una uguale e contraria. La "Reprobatio amoris" nasce anche da disincanto, non solo da "contemptus" clericale.

Moralismo e disincanto nella "Reprobatio amoris"

CRISTALDI, Sergio Alfio Maria
2008-01-01

Abstract

Il terzo libro del "De amore" di Andrea Cappellano si ritrova sul fronte più oltranzista tanto della teologia morale quanto della satira rifunzionalizzata dai predicatori. Questa aggressività è certo alimentata dalla formazione clericale dell'autore, ma si deve altresì a un meccanismo di ribaltamento, per cui l'iperbole cortese ne chiama una uguale e contraria. La "Reprobatio amoris" nasce anche da disincanto, non solo da "contemptus" clericale.
2008
Andrea; Cappellano; Reprobatio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/31953
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