Il saggio costituisce una complessiva ricostruzione dell’insegnamento e della riflessione critica e teorica di Gaetano Compagnino (1939-2004): dai volumi sul Settecento, per la Letteratura Italiana diretta dal suo maestro Carlo Muscetta, ai saggi su Platone e Aristotele, sulla novella antica e moderna, sulle poetiche del Cinquecento, sul romanzo dell’Ottocento, su De Sanctis, Hegel, Croce, Pirandello, Sciascia. Sono enucleate le categorie e i nodi concettuali della sua prospettiva teorico-letteraria, che proseguiva, aggiornandola, una ben individuata linea della riflessione poetologica, che, muovendo dalla Poetica d’Aristotele, aveva i prediletti auctores in De Sanctis e in Lukács, e questi principali elementi distintivi: una concezione della letteratura come mimesi della realtà, non come riproduzione documentaria e fenomenica, ma come risultato di un complesso processo di generalizzazione estetica; la storicità delle forme letterarie; la dialettica tra forma e contenuto; i generi letterari intesi non come classificazioni tipologiche, ma come «sistema dinamico di legalità formative aperto alla storia», al quale la singola opera è legata da un «nesso di specificazione-determinazione»

Gaetano Compagnino, la sua riflessione critico-teorica, il suo insegnamento

MANGANARO, ANDREA
2008-01-01

Abstract

Il saggio costituisce una complessiva ricostruzione dell’insegnamento e della riflessione critica e teorica di Gaetano Compagnino (1939-2004): dai volumi sul Settecento, per la Letteratura Italiana diretta dal suo maestro Carlo Muscetta, ai saggi su Platone e Aristotele, sulla novella antica e moderna, sulle poetiche del Cinquecento, sul romanzo dell’Ottocento, su De Sanctis, Hegel, Croce, Pirandello, Sciascia. Sono enucleate le categorie e i nodi concettuali della sua prospettiva teorico-letteraria, che proseguiva, aggiornandola, una ben individuata linea della riflessione poetologica, che, muovendo dalla Poetica d’Aristotele, aveva i prediletti auctores in De Sanctis e in Lukács, e questi principali elementi distintivi: una concezione della letteratura come mimesi della realtà, non come riproduzione documentaria e fenomenica, ma come risultato di un complesso processo di generalizzazione estetica; la storicità delle forme letterarie; la dialettica tra forma e contenuto; i generi letterari intesi non come classificazioni tipologiche, ma come «sistema dinamico di legalità formative aperto alla storia», al quale la singola opera è legata da un «nesso di specificazione-determinazione»
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/31963
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