Inspired by the intellectual tradition which regarded ‘perverse’ configurations of desire to bear politically, ethically, and aesthetically radical implications in the interplay of self and other, a number of recent theories has re-positioned masochism as a uniquely challenging account of subjectivity, well beyond the sexual-psychical dimension that traditional sexological and psychoanalytic discourses confined it to. Extrapolating from Sacher-Masoch’s texts an anti-authoritarian undercurrent opposed to Sade’s law-abiding disposition, Gilles Deleuze influentially argued for masochism’s fantasy-driven proximity of power and powerlessness, pain and desire, trust and vulnerability, thus vindicating his philosophy’s investment in the wound as a form of transgressive pedagogy resisting to and evacuating the paternal law. In line with Deleuze’s view, the contemporary Scottish writer A. L. Kennedy has made of our world’s wounds the ethically and aesthetically enabling condition of her fiction. Rescripting the Grail quest myth into her own derelict versions, Kennedy has thematised the woundedness of her heroes/heroines ‘masochistically’: to the extent that “the violation of the body […] breaks through our discontinuity from the other” (Benjamin, 1988: 63), the self-shattering surrender to the other is conducive to spiritual re-birth. In parallel fashion, Kennedy’s formal abstraction and experimentation cut across the secure aesthetic ground of mundane referentiality in favour of a fantasy-driven critique of the world as it is that gestures towards the utopian prospect of communal ethico-political transformation.

Attingendo alla tradizione intellettuale che ha attribuito alle configurazioni ‘perverse’ del desiderio radicali potenzialità di trasformazione politica, etica ed estetica della relazione sé-altro, un recente filone teorico ha privilegiato il masochismo quale figurazione della soggettività massimamente dirompente, ben oltre la dimensione psicosessuale entro cui era rimasto confinato nella sessuologia e psicoanalisi tradizionali. Estrapolando dai testi di Sacher-Masoch una vocazione anti-autoritaria opposta alla sadiana obbedienza alla legge, Gilles Deleuze ha individuato nella prossimità fantasmatica tra potere e impotenza, dolore e desiderio, fiducia e vulnerabilità propria al masochismo la condizione per articolare filosoficamente il tema della ferita nel senso di una pedagogia trasgressiva che resiste alla legge paterna e la svuota. In linea con la prospettiva deleuziana, la scrittrice scozzese contemporanea A. L. Kennedy ha fatto delle ferite collettive del nostro mondo la condizione eticamente ed esteticamente abilitante della propria narrativa. Reinterpretando il mito del Sacro Graal nelle sue personali versioni derelitte, Kennedy ha tematizzato in chiave ‘masochistica’ le lacerazioni dei propri personaggi: in quanto “la violazione del corpo […] spezza la discontinuità dall’altro” (Benjamin, 1988: 63), il rigetto dell’io nella resa volontaria all’altro/a avvia il processo di rinascita spirituale. L’astrazione formale e lo sperimentalismo servono parimenti a frantumare il terreno estetico rassicurante della referenzialità quotidiana opponendo allo status quo una visione utopica, innescata dall’immaginario, volta alla trasformazione etico-politica della comunità.

Willed Wounds: The Ethics and Aesthetics of Masochism in A. L. Kennedy’s Fiction

NICOLOSI, MARIA GRAZIA
2018-01-01

Abstract

Inspired by the intellectual tradition which regarded ‘perverse’ configurations of desire to bear politically, ethically, and aesthetically radical implications in the interplay of self and other, a number of recent theories has re-positioned masochism as a uniquely challenging account of subjectivity, well beyond the sexual-psychical dimension that traditional sexological and psychoanalytic discourses confined it to. Extrapolating from Sacher-Masoch’s texts an anti-authoritarian undercurrent opposed to Sade’s law-abiding disposition, Gilles Deleuze influentially argued for masochism’s fantasy-driven proximity of power and powerlessness, pain and desire, trust and vulnerability, thus vindicating his philosophy’s investment in the wound as a form of transgressive pedagogy resisting to and evacuating the paternal law. In line with Deleuze’s view, the contemporary Scottish writer A. L. Kennedy has made of our world’s wounds the ethically and aesthetically enabling condition of her fiction. Rescripting the Grail quest myth into her own derelict versions, Kennedy has thematised the woundedness of her heroes/heroines ‘masochistically’: to the extent that “the violation of the body […] breaks through our discontinuity from the other” (Benjamin, 1988: 63), the self-shattering surrender to the other is conducive to spiritual re-birth. In parallel fashion, Kennedy’s formal abstraction and experimentation cut across the secure aesthetic ground of mundane referentiality in favour of a fantasy-driven critique of the world as it is that gestures towards the utopian prospect of communal ethico-political transformation.
2018
978-11-385-8412-9
978-042950584-3
Attingendo alla tradizione intellettuale che ha attribuito alle configurazioni ‘perverse’ del desiderio radicali potenzialità di trasformazione politica, etica ed estetica della relazione sé-altro, un recente filone teorico ha privilegiato il masochismo quale figurazione della soggettività massimamente dirompente, ben oltre la dimensione psicosessuale entro cui era rimasto confinato nella sessuologia e psicoanalisi tradizionali. Estrapolando dai testi di Sacher-Masoch una vocazione anti-autoritaria opposta alla sadiana obbedienza alla legge, Gilles Deleuze ha individuato nella prossimità fantasmatica tra potere e impotenza, dolore e desiderio, fiducia e vulnerabilità propria al masochismo la condizione per articolare filosoficamente il tema della ferita nel senso di una pedagogia trasgressiva che resiste alla legge paterna e la svuota. In linea con la prospettiva deleuziana, la scrittrice scozzese contemporanea A. L. Kennedy ha fatto delle ferite collettive del nostro mondo la condizione eticamente ed esteticamente abilitante della propria narrativa. Reinterpretando il mito del Sacro Graal nelle sue personali versioni derelitte, Kennedy ha tematizzato in chiave ‘masochistica’ le lacerazioni dei propri personaggi: in quanto “la violazione del corpo […] spezza la discontinuità dall’altro” (Benjamin, 1988: 63), il rigetto dell’io nella resa volontaria all’altro/a avvia il processo di rinascita spirituale. L’astrazione formale e lo sperimentalismo servono parimenti a frantumare il terreno estetico rassicurante della referenzialità quotidiana opponendo allo status quo una visione utopica, innescata dall’immaginario, volta alla trasformazione etico-politica della comunità.
Masochism; Gilles Deleuze; contemporary Scottish writing; A. L. Kennedy’s fiction; Grail quest myth; communal ethico-political transformation
Masochismo; Gilles Deleuze; letteratura scozzese contemporanea; narrativa di A. L. Kennedy’s; il mito del Sacro Graal; trasformazione etico-politica della comunità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/358451
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