The contribution about this symphony (doubtfully assignable to 1786 as year of composition) is divided into two parts: in the first part, it has been necessary to deal with the adventurous history of the sources. They were considered lost, until a worthy 2011-recording revealed their existence, after an unnoticed indication in an article published in 2008. The only traceable sources were once preserved in Berlin, as the symphony was never printed nor involved in acknowledged negotiations between Boccherini and his publishers, and so it was disseminated – out of the Spanish composer-circle – only toward Friedrich Wilhelm II of Prussia, Boccherini’s ‘remote employer’ from the mid 1780s. From Berlin, the sources were moved at the end of the Second World War to Moscow, where they are now preserved, at the moment substantially without any chance of access. Problematic issues regarding the sources are therefore investigated according to this situation, and with the fundamental help of pieces of information from the first modern conductor (Pavel Serbin, Pratum Integrum). In the second part, on the same basis, a detailed analysis – both formal and stylistic – of the symphony as a whole, as well as of its four individual movements, is provided on the background of Boccherini’s symphonic output. At its conclusion, there are some considerations about the confirmed ‘chamber-music’ nature – due to aesthetical inclination as well as concertante-feature – of Boccherini’s symphonic thought, together with the hope that this work (brilliant and kaleidoscopic in its outer movements, intensely lyrical in its central ones, especially the noteworthy a-minor Andantino for only 6 ‘obligato’ instruments) could be soon tested in a listening space that is appropriate – in architectural characteristics and orchestral position – to that nature.

L’articolo sulla Sinfonia del titolo (assegnabile con molti punti interrogativi all’anno di composizione 1786) si divide in due parti: nella prima viene necessariamente affrontata l’avventurosa vicenda delle fonti, ritenute perdute finché una pregevole incisione discografica del 2011 ne ha rivelato l’esistenza, dopo una segnalazione passata inosservata in un articolo del 2008. Le uniche fonti tracciate erano conservate a Berlino, dato che la Sinfonia non fu mai pubblicata né oggetto di trattative note tra Boccherini e i suoi editori, e perciò fu diffusa – fuori del cerchio spagnolo del compositore – verso il solo Re di Prussia Federico Guglielmo II, committente del lucchese da metà decennio-1780; da Berlino, le fonti si sono spostate dopo la Seconda Guerra Mondiale a Mosca, dove sono tuttora conservate in condizioni di accessibilità al momento sostanzialmente nulle. Questioni e problematiche relative alle fonti sono perciò trattate compatibilmente con tale situazione, e con il fondamentale aiuto delle informazioni comunicate dal primo direttore in epoca moderna (Pavel Serbin di Pratum Integrum), mentre nella seconda parte – sulle stesse basi – viene fornita un’approfondita disamina formale e stilistica della Sinfonia nel suo complesso e nei suoi quattro tempi individualmente, nell’orizzonte della produzione ‘sinfonica’ di Boccherini. Chiudono alcune riflessioni sulla conferma di un’attitudine ‘cameristica’ – nell’estetica e nella scrittura concertante – delle Sinfonie di Boccherini, insieme a considerazioni sull’opportunità che di questo lavoro (smagliante e caleidoscopico nei movimenti esterni, intensamente lirico nei movimenti centrali, in special modo nel notevole Andantino in la min. per soli 6 ‘strumenti obbligati’) si possa presto testare l’ascolto in uno spazio d’esecuzione adatto, per caratteristiche architettoniche e disposizione dell’orchestra, a quell’attitudine.

Perduta, riemersa, invisibile: la Sinfonia in Re maggiore op. B 37 n. 2 G 516

Alessandro Mastropietro
2019-01-01

Abstract

The contribution about this symphony (doubtfully assignable to 1786 as year of composition) is divided into two parts: in the first part, it has been necessary to deal with the adventurous history of the sources. They were considered lost, until a worthy 2011-recording revealed their existence, after an unnoticed indication in an article published in 2008. The only traceable sources were once preserved in Berlin, as the symphony was never printed nor involved in acknowledged negotiations between Boccherini and his publishers, and so it was disseminated – out of the Spanish composer-circle – only toward Friedrich Wilhelm II of Prussia, Boccherini’s ‘remote employer’ from the mid 1780s. From Berlin, the sources were moved at the end of the Second World War to Moscow, where they are now preserved, at the moment substantially without any chance of access. Problematic issues regarding the sources are therefore investigated according to this situation, and with the fundamental help of pieces of information from the first modern conductor (Pavel Serbin, Pratum Integrum). In the second part, on the same basis, a detailed analysis – both formal and stylistic – of the symphony as a whole, as well as of its four individual movements, is provided on the background of Boccherini’s symphonic output. At its conclusion, there are some considerations about the confirmed ‘chamber-music’ nature – due to aesthetical inclination as well as concertante-feature – of Boccherini’s symphonic thought, together with the hope that this work (brilliant and kaleidoscopic in its outer movements, intensely lyrical in its central ones, especially the noteworthy a-minor Andantino for only 6 ‘obligato’ instruments) could be soon tested in a listening space that is appropriate – in architectural characteristics and orchestral position – to that nature.
2019
9788822266200
L’articolo sulla Sinfonia del titolo (assegnabile con molti punti interrogativi all’anno di composizione 1786) si divide in due parti: nella prima viene necessariamente affrontata l’avventurosa vicenda delle fonti, ritenute perdute finché una pregevole incisione discografica del 2011 ne ha rivelato l’esistenza, dopo una segnalazione passata inosservata in un articolo del 2008. Le uniche fonti tracciate erano conservate a Berlino, dato che la Sinfonia non fu mai pubblicata né oggetto di trattative note tra Boccherini e i suoi editori, e perciò fu diffusa – fuori del cerchio spagnolo del compositore – verso il solo Re di Prussia Federico Guglielmo II, committente del lucchese da metà decennio-1780; da Berlino, le fonti si sono spostate dopo la Seconda Guerra Mondiale a Mosca, dove sono tuttora conservate in condizioni di accessibilità al momento sostanzialmente nulle. Questioni e problematiche relative alle fonti sono perciò trattate compatibilmente con tale situazione, e con il fondamentale aiuto delle informazioni comunicate dal primo direttore in epoca moderna (Pavel Serbin di Pratum Integrum), mentre nella seconda parte – sulle stesse basi – viene fornita un’approfondita disamina formale e stilistica della Sinfonia nel suo complesso e nei suoi quattro tempi individualmente, nell’orizzonte della produzione ‘sinfonica’ di Boccherini. Chiudono alcune riflessioni sulla conferma di un’attitudine ‘cameristica’ – nell’estetica e nella scrittura concertante – delle Sinfonie di Boccherini, insieme a considerazioni sull’opportunità che di questo lavoro (smagliante e caleidoscopico nei movimenti esterni, intensamente lirico nei movimenti centrali, in special modo nel notevole Andantino in la min. per soli 6 ‘strumenti obbligati’) si possa presto testare l’ascolto in uno spazio d’esecuzione adatto, per caratteristiche architettoniche e disposizione dell’orchestra, a quell’attitudine.
XVIII-Century Symphony, Musical Form, Musical Philology, Luigi Boccherini, Patronage in Music
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/367781
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