Il saggio prende in esame due casi significativi di riscrittura tra Codice degli abbozzi e originale del Canzoniere, relativamente a due componimenti della prima parte: la canzone Ben mi credea e il sonetto Voglia mi sprona. Lo studio dell’evoluzione testuale mette in luce come già nel primo stadio elaborativo i rapporti di intertestualità dei due componimenti con le forme redazionali raggiunte dai Fragmenta fossero ben delineati. Se canzone 207, nella sua giacitura parziale sul Vat. Lat. 3196, si presenta come probabile matrice genetica delle canzoni degli occhi (71-73), il sonetto 211, incastrato già negli abbozzi in alcune serie significative (quella riguardante gli occhi di Laura), rafforza in sede di trascrizione (e revisione ‘post multos annos’) la sua funzione di caposaldo della storia d’amore petrarchesca, attraverso un’enfatizzazione della facies calendariale («Mille trecento ventisette …»).
Dagli scartafacci alla 'vulgata': la canzone 207 e il sonetto 211 dei "Rerum vulgarium fragmenta"
Antonio Di Silvestro
2019-01-01
Abstract
Il saggio prende in esame due casi significativi di riscrittura tra Codice degli abbozzi e originale del Canzoniere, relativamente a due componimenti della prima parte: la canzone Ben mi credea e il sonetto Voglia mi sprona. Lo studio dell’evoluzione testuale mette in luce come già nel primo stadio elaborativo i rapporti di intertestualità dei due componimenti con le forme redazionali raggiunte dai Fragmenta fossero ben delineati. Se canzone 207, nella sua giacitura parziale sul Vat. Lat. 3196, si presenta come probabile matrice genetica delle canzoni degli occhi (71-73), il sonetto 211, incastrato già negli abbozzi in alcune serie significative (quella riguardante gli occhi di Laura), rafforza in sede di trascrizione (e revisione ‘post multos annos’) la sua funzione di caposaldo della storia d’amore petrarchesca, attraverso un’enfatizzazione della facies calendariale («Mille trecento ventisette …»).File | Dimensione | Formato | |
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