Il saggio propone un excursus dell’opera di Leonardo Sciascia alla ricerca di quei tòpoi riconducibili all’archetipo dell’Inquisizione spagnola, trattata dunque sia nella sua concretezza storica sia nella sua funzione metaforica di emblema di ogni tipo di controllo castrante e censorio sulla cultura e sulle coscienze. I testi esaminati sono molteplici: Morte dell’Inquisitore, Vita di Antonio Veneziano (La corda pazza), Feste religiose in Sicilia, Storia della colonna infame (Cruciverba), Porte aperte. In essi è ravvisabile una riflessione operata da Sciascia sulla storia e la falsificazione della verità registrabile nei documenti superstiti, e dunque la necessità che lo scrittore in primis vada a colmare con le proprie indagini, ma anche le proprie intuizioni, le lacune e le contraffazioni storiografiche. Insieme a tale aspetto già dibattuto dalla critica sciasciana, il contributo evidenzia come emerga dai testi presi in esame la tormentata riflessione del racalmutese sull’atto del giudicare, il progressivo incentrarsi dell’attenzione dello scrittore sul momento soggettivo dell’esegesi e dell’applicazione del diritto, sull’intimo arrovellarsi intorno al potere che le leggi secolari o ecclesiastiche conferivano ai giudici e sul modo in cui essi le amministravano. Ma soprattutto lo scrittore s’interroga sul contrasto tra leggi e giudizio individuale, sulle lacerazioni che in una coscienza vigile dovrebbe provocare la dicotomia tra principi universali ed eternamente validi e leggi determinate da contingenze storiche e politiche.

The controlling factor: Sciascia e le Inquisizioni

Agnese amaduri
2009-01-01

Abstract

Il saggio propone un excursus dell’opera di Leonardo Sciascia alla ricerca di quei tòpoi riconducibili all’archetipo dell’Inquisizione spagnola, trattata dunque sia nella sua concretezza storica sia nella sua funzione metaforica di emblema di ogni tipo di controllo castrante e censorio sulla cultura e sulle coscienze. I testi esaminati sono molteplici: Morte dell’Inquisitore, Vita di Antonio Veneziano (La corda pazza), Feste religiose in Sicilia, Storia della colonna infame (Cruciverba), Porte aperte. In essi è ravvisabile una riflessione operata da Sciascia sulla storia e la falsificazione della verità registrabile nei documenti superstiti, e dunque la necessità che lo scrittore in primis vada a colmare con le proprie indagini, ma anche le proprie intuizioni, le lacune e le contraffazioni storiografiche. Insieme a tale aspetto già dibattuto dalla critica sciasciana, il contributo evidenzia come emerga dai testi presi in esame la tormentata riflessione del racalmutese sull’atto del giudicare, il progressivo incentrarsi dell’attenzione dello scrittore sul momento soggettivo dell’esegesi e dell’applicazione del diritto, sull’intimo arrovellarsi intorno al potere che le leggi secolari o ecclesiastiche conferivano ai giudici e sul modo in cui essi le amministravano. Ma soprattutto lo scrittore s’interroga sul contrasto tra leggi e giudizio individuale, sulle lacerazioni che in una coscienza vigile dovrebbe provocare la dicotomia tra principi universali ed eternamente validi e leggi determinate da contingenze storiche e politiche.
2009
9788882413224
Novecento, Inquisizione, Eresia, Letteratura
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