Nato dall’originario nucleo collezionistico settecentesco del fondo Logoteta, divenuto Museo Civico (1809), Museo Archeologico Nazionale (1878) e infine Museo Regionale (1975-1980), il Museo Archeologico Paolo Orsi è stato oggetto di numerosi allestimenti e ordinamenti che svelano le diverse forme del museo nel corso del tempo e, dunque, dei suoi modelli di comunicazione al pubblico: dagli allestimenti di tipo antiquario e di ordinamento tipologico ai nuovi criteri espositivi. Grandi archeologi come Luigi Bernabò Brea hanno cominciato, già negli anni Cinquanta, a dedicarsi a una fruizione degli spazi museali più attenta all’educazione al patrimonio e alle esigenze del grande pubblico. Per raggiungere questi obiettivi oggi il Museo si avvale, oltre delle visite “tradizionali” e dei social network, anche della navigazione/virtual tour attraverso Google Street View e della multiforme piattaforma izi.TRAVEL. Si tratta di un percorso avviato da alcuni anni, frutto della collaborazione di ricercatori indipendenti e di studiosi afferenti a vari enti (Università di Catania, l’Institute for Digital Exploration dell’University of South Florida e il Museo Regionale Paolo Orsi). Malgrado queste premesse, il sistema burocratico-amministrativo regionale non è in grado di sostenere un funzionamento soddisfacente della struttura museale.
Il Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa: dalla fruizione tradizionale alle piattaforme digitali
Federica Maria Chiara Santagati
2019-01-01
Abstract
Nato dall’originario nucleo collezionistico settecentesco del fondo Logoteta, divenuto Museo Civico (1809), Museo Archeologico Nazionale (1878) e infine Museo Regionale (1975-1980), il Museo Archeologico Paolo Orsi è stato oggetto di numerosi allestimenti e ordinamenti che svelano le diverse forme del museo nel corso del tempo e, dunque, dei suoi modelli di comunicazione al pubblico: dagli allestimenti di tipo antiquario e di ordinamento tipologico ai nuovi criteri espositivi. Grandi archeologi come Luigi Bernabò Brea hanno cominciato, già negli anni Cinquanta, a dedicarsi a una fruizione degli spazi museali più attenta all’educazione al patrimonio e alle esigenze del grande pubblico. Per raggiungere questi obiettivi oggi il Museo si avvale, oltre delle visite “tradizionali” e dei social network, anche della navigazione/virtual tour attraverso Google Street View e della multiforme piattaforma izi.TRAVEL. Si tratta di un percorso avviato da alcuni anni, frutto della collaborazione di ricercatori indipendenti e di studiosi afferenti a vari enti (Università di Catania, l’Institute for Digital Exploration dell’University of South Florida e il Museo Regionale Paolo Orsi). Malgrado queste premesse, il sistema burocratico-amministrativo regionale non è in grado di sostenere un funzionamento soddisfacente della struttura museale.File | Dimensione | Formato | |
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