INFORMAZIONI GENERALI SULL’ITINERARIO L’itinerario proposto si snoda su entrambi i versanti, settentrionale e meridionale, dei Monti Peloritani, un segmento di catena montuosa allungata in direzione NE-SO, quasi interamente ricadente nella Provincia di Messina, essenzialmente costituita da rocce metamorfiche con sporadiche coperture sedimentarie e successioni terrigene post-orogene di età differente (Fig. 15.1). La catena, con asse orientato NE-SO, si colloca tra l’edificio vulcanico etneo a sud e lo stretto di Messina a nord. Il primo, l’Etna, era ritenuto, secondo la leggenda, dimora e fucina del Dio Efesto, che nelle viscere del vulcano, aiutato dai mitici Ciclopi, forgiava le armi più potenti degli dei; il secondo luogo era anch’esso avvolto da un’atmosfera misteriosa, considerato sede di miti e leggende. Nei tempi antichi si pensava fosse abitato da terribili figure mitologiche sottomarine, Scilla e Cariddi, titani capaci di scatenare furiose tempeste nel punto di incontro tra le correnti dei mari che qui intessono le proprie acque. In effetti le correnti marine che qui confluiscono creano dei vortici improvvisi noti e temuti dai marinai e navigatori fin dai tempi più antichi. Il periodo più consono per affrontare i percorsi qui suggeriti potrebbe coincidere con l’inizio di settembre per le temperature generalmente più adatte ad un trekking di lieve difficoltà, evitando le giornate estive di luglio e agosto, più calde e afose che potrebbero rendere fastidiosi gli spostamenti a piedi. In ogni caso il clima mite e la persistenza di condizioni climatiche non estreme consentono una buona riuscita dell’itinerario pressoché in qualsiasi stagione dell’anno, con l’accortezza di indossare, o tenere nello zaino, una giacca anti-pioggia anti-vento, qualora si rendesse necessario. L’equipaggiamento consigliato non è particolarmente tecnico, bastano un abbigliamento comodo e scarpe da trekking; sorgenti d’acqua potabile sono abbastanza frequenti nei percorsi suggeriti e comunque le deviazioni dai centri abitati non superano la decina di chilometri. Si raccomanda di munirsi dei numeri di emergenza prima di intraprendere deviazioni su strade e sentieri secondari. L’itinerario è stato concepito prevedendo l’uso prevalentemente dell’auto con spostamenti e piccole puntate a piedi dalle zona di sosta di volta in volta indicate nei vari stop, ad eccezione del percorso in zona Montagna di Vernà che richiede qualche sacrificio in più se si vuole procedere a piedi su strade secondarie sterrate, comunque percorribili senza troppe difficoltà con normali autovetture. I vari percorsi dell’itinerario sono stati pensati da realizzare in successione nell’arco di uno, due giorni al massimo, per avere una visione complessiva dei caratteri geologici dell’intero edificio a falde tettoniche, oppure è possibile considerarli svincolati, come singole uscite valide per evidenziare alcuni peculiari aspetti geologici (caratteri petrografici, sedimentari, strutturali o geomorfologici) e soddisfare la conoscenza di specifici argomenti di interesse (p.es. mineralizzazioni, 48 interferenze plicative, contatti intrusivi, etc.) in uno scenario naturale di intensa bellezza. Si consiglia di iniziare il percorso da Catania, soprattutto se si arriva in aereo. Il centro etneo è vivace, ricco di attrazioni turistiche (v. anche Itinerario 13) e dalla forte tradizione eno-gastronomica; qui è possibile soggiornare nelle numerose e variegate strutture ricettive. La città merita sicuramente una sosta, seppur breve, per degustare alcuni dei prodotti tipici ormai divenuti famose eccellenze del territorio come street foods (granite, tavola calda, etc.) o per curiosare tra i banchi dei pittoreschi mercati del centro storico (pescheria nei pressi di Piazza Duomo e il mercato di Piazza Carlo Alberto). In funzione delle esigenze personali e dei tempi di soggiorno previsti è possibile sostare ed eventualmente pernottare nei vari paesi che costellano la costa orientale sicula, Taormina in primis, perla del Mediterraneo dai Fig. 15.1 – Carta geologica schematica dell’area con indicazione dell’itinerario e degli stop. 49 tempi dei Greci e Romani (il Teatro antico tuttora sede di spettacoli dal vivo merita una visita), ottima occasione per godere delle spiagge che per ampi tratti caratterizzano il litorale. Il percorso può concludersi a Messina, la città dello stretto omonimo. Il suo porto naturale, poi allargato e reso più funzionale per sostenere l’intenso traffico commerciale e civile che si svolge tra le coste siciliane e calabresi è sorvegliato dallo sguardo della statua della Madonna. La città offre pure spunti architettonici interessanti per il visitatore (v. anche Itinerario 16), considerando che essa è stata quasi completamente ricostruita dopo il terribile sisma del 1908 originato da un attivo complesso di faglie che solcano l’area dello Stretto che provocarono morte e devastazione in questi luoghi anche a causa delle onde di tsunami che si sollevarono e abbatterono sulla costa.

I Monti Peloritani

R. Cirrincione;E. Fazio;P. Fiannacca;G. Ortolano;A. Pezzino;S. Catalano;A. Di Stefano;F. Pavano;G. Romagnoli;G. Tortorici).
2018-01-01

Abstract

INFORMAZIONI GENERALI SULL’ITINERARIO L’itinerario proposto si snoda su entrambi i versanti, settentrionale e meridionale, dei Monti Peloritani, un segmento di catena montuosa allungata in direzione NE-SO, quasi interamente ricadente nella Provincia di Messina, essenzialmente costituita da rocce metamorfiche con sporadiche coperture sedimentarie e successioni terrigene post-orogene di età differente (Fig. 15.1). La catena, con asse orientato NE-SO, si colloca tra l’edificio vulcanico etneo a sud e lo stretto di Messina a nord. Il primo, l’Etna, era ritenuto, secondo la leggenda, dimora e fucina del Dio Efesto, che nelle viscere del vulcano, aiutato dai mitici Ciclopi, forgiava le armi più potenti degli dei; il secondo luogo era anch’esso avvolto da un’atmosfera misteriosa, considerato sede di miti e leggende. Nei tempi antichi si pensava fosse abitato da terribili figure mitologiche sottomarine, Scilla e Cariddi, titani capaci di scatenare furiose tempeste nel punto di incontro tra le correnti dei mari che qui intessono le proprie acque. In effetti le correnti marine che qui confluiscono creano dei vortici improvvisi noti e temuti dai marinai e navigatori fin dai tempi più antichi. Il periodo più consono per affrontare i percorsi qui suggeriti potrebbe coincidere con l’inizio di settembre per le temperature generalmente più adatte ad un trekking di lieve difficoltà, evitando le giornate estive di luglio e agosto, più calde e afose che potrebbero rendere fastidiosi gli spostamenti a piedi. In ogni caso il clima mite e la persistenza di condizioni climatiche non estreme consentono una buona riuscita dell’itinerario pressoché in qualsiasi stagione dell’anno, con l’accortezza di indossare, o tenere nello zaino, una giacca anti-pioggia anti-vento, qualora si rendesse necessario. L’equipaggiamento consigliato non è particolarmente tecnico, bastano un abbigliamento comodo e scarpe da trekking; sorgenti d’acqua potabile sono abbastanza frequenti nei percorsi suggeriti e comunque le deviazioni dai centri abitati non superano la decina di chilometri. Si raccomanda di munirsi dei numeri di emergenza prima di intraprendere deviazioni su strade e sentieri secondari. L’itinerario è stato concepito prevedendo l’uso prevalentemente dell’auto con spostamenti e piccole puntate a piedi dalle zona di sosta di volta in volta indicate nei vari stop, ad eccezione del percorso in zona Montagna di Vernà che richiede qualche sacrificio in più se si vuole procedere a piedi su strade secondarie sterrate, comunque percorribili senza troppe difficoltà con normali autovetture. I vari percorsi dell’itinerario sono stati pensati da realizzare in successione nell’arco di uno, due giorni al massimo, per avere una visione complessiva dei caratteri geologici dell’intero edificio a falde tettoniche, oppure è possibile considerarli svincolati, come singole uscite valide per evidenziare alcuni peculiari aspetti geologici (caratteri petrografici, sedimentari, strutturali o geomorfologici) e soddisfare la conoscenza di specifici argomenti di interesse (p.es. mineralizzazioni, 48 interferenze plicative, contatti intrusivi, etc.) in uno scenario naturale di intensa bellezza. Si consiglia di iniziare il percorso da Catania, soprattutto se si arriva in aereo. Il centro etneo è vivace, ricco di attrazioni turistiche (v. anche Itinerario 13) e dalla forte tradizione eno-gastronomica; qui è possibile soggiornare nelle numerose e variegate strutture ricettive. La città merita sicuramente una sosta, seppur breve, per degustare alcuni dei prodotti tipici ormai divenuti famose eccellenze del territorio come street foods (granite, tavola calda, etc.) o per curiosare tra i banchi dei pittoreschi mercati del centro storico (pescheria nei pressi di Piazza Duomo e il mercato di Piazza Carlo Alberto). In funzione delle esigenze personali e dei tempi di soggiorno previsti è possibile sostare ed eventualmente pernottare nei vari paesi che costellano la costa orientale sicula, Taormina in primis, perla del Mediterraneo dai Fig. 15.1 – Carta geologica schematica dell’area con indicazione dell’itinerario e degli stop. 49 tempi dei Greci e Romani (il Teatro antico tuttora sede di spettacoli dal vivo merita una visita), ottima occasione per godere delle spiagge che per ampi tratti caratterizzano il litorale. Il percorso può concludersi a Messina, la città dello stretto omonimo. Il suo porto naturale, poi allargato e reso più funzionale per sostenere l’intenso traffico commerciale e civile che si svolge tra le coste siciliane e calabresi è sorvegliato dallo sguardo della statua della Madonna. La città offre pure spunti architettonici interessanti per il visitatore (v. anche Itinerario 16), considerando che essa è stata quasi completamente ricostruita dopo il terribile sisma del 1908 originato da un attivo complesso di faglie che solcano l’area dello Stretto che provocarono morte e devastazione in questi luoghi anche a causa delle onde di tsunami che si sollevarono e abbatterono sulla costa.
2018
978-88-94022-78-0
Peloritani, geologia basamenti cristallini, Taormina
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/382554
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