Il Novecento letterario è attraversato dal tema della rinuncia che, lungi dall'essere quella forma di viltà in cui Dante ipnotizza la fisionomia di Celestino V, si fa invece espressione di una forma rivoluzionaria di desistenza attiva, di capacità sovversiva del dire "no" che lo accomuna ai campioni dell'esistenza minimale e della "dèprise", come forma di salvaguardia della purezza esistenziale originaria. Il "cristianesimo senza Chiesa" di Silone (che ha le sue radici nella tradizione abruzzese che accetta la trascendenza, ma rifiuta tutti gli aspetti di obbedienza ai precetti e alle istituzioni) ha una valenza eminentemente politica alla luce della quale si spiega la fede laica dello scrittore per il socialismo. Un prospettiva che accomuna il protagonista dell'Avventura di un povero cristiano con il Pietro Spina di Vino e pane e con la Suor Severina del romanzo incompiuto, coi loro conflitti tra coscienza e potere.

Rivoluzione etica ed estetica della rinuncia: Celestino V secondo Silone

Rosario Castelli;
2020-01-01

Abstract

Il Novecento letterario è attraversato dal tema della rinuncia che, lungi dall'essere quella forma di viltà in cui Dante ipnotizza la fisionomia di Celestino V, si fa invece espressione di una forma rivoluzionaria di desistenza attiva, di capacità sovversiva del dire "no" che lo accomuna ai campioni dell'esistenza minimale e della "dèprise", come forma di salvaguardia della purezza esistenziale originaria. Il "cristianesimo senza Chiesa" di Silone (che ha le sue radici nella tradizione abruzzese che accetta la trascendenza, ma rifiuta tutti gli aspetti di obbedienza ai precetti e alle istituzioni) ha una valenza eminentemente politica alla luce della quale si spiega la fede laica dello scrittore per il socialismo. Un prospettiva che accomuna il protagonista dell'Avventura di un povero cristiano con il Pietro Spina di Vino e pane e con la Suor Severina del romanzo incompiuto, coi loro conflitti tra coscienza e potere.
2020
978-88-6344-585-5
Cristianesimo, Novecento italiano, Rinuncia, Etica, Estetica, Pontefici, Medioevo, Dante
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/418859
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