L’autrice affronta la questione della diversificazione dei modelli di dirigenza all’interno del nostro ordinamento. Partendo dall’assunto che non è possibile ravvisare un modello unico di dirigenza pubblica, né tantomeno una unità multipla del modello medesimo, il saggio verifica il diverso modo di atteggiarsi delle dirigenze a seconda delle amministrazioni di appartenenza e soprattutto delle funzioni svolte dalle medesime.L’autrice individua, comunque, uno zoccolo duro di principi e regole, uno ius commune sotteso alla disciplina di tutte le dirigenze. Si tratta dei principi e delle regole che presuppongono il rispetto del valore della persona quale prius e antecedente logico necessario, della gestione dirigenziale in funzione del conseguimento della “buona amministrazione”. Quella cioè consacrata nella carta di Nizza dei driitto fondamentali. La tesi sostenuta nel saggio è, quindi, quella che ravvisa, nei comportamenti dell’amministrazione pubblica italiana e della propria polimorfa dirigenza, il tramonto del paradigma bipolare stato-suddito a vantaggio della progressiva affermazione del paradigma personalistico. Da qui il bisogno di rilanciare il restyling e la rilettura delle norme della nostra Costituzione in chiave di valorizzazione del valore “persona” come bussola interpretativa per orientare la buona amministrazione dei dirigenti. Questo per riallineare il nostro ordine giuridico interno con quello sovranazionale.

Il polimorfismo delle dirigenze pubbliche e la "buona" amministrazione

NICOSIA, GABRIELLA
2009-01-01

Abstract

L’autrice affronta la questione della diversificazione dei modelli di dirigenza all’interno del nostro ordinamento. Partendo dall’assunto che non è possibile ravvisare un modello unico di dirigenza pubblica, né tantomeno una unità multipla del modello medesimo, il saggio verifica il diverso modo di atteggiarsi delle dirigenze a seconda delle amministrazioni di appartenenza e soprattutto delle funzioni svolte dalle medesime.L’autrice individua, comunque, uno zoccolo duro di principi e regole, uno ius commune sotteso alla disciplina di tutte le dirigenze. Si tratta dei principi e delle regole che presuppongono il rispetto del valore della persona quale prius e antecedente logico necessario, della gestione dirigenziale in funzione del conseguimento della “buona amministrazione”. Quella cioè consacrata nella carta di Nizza dei driitto fondamentali. La tesi sostenuta nel saggio è, quindi, quella che ravvisa, nei comportamenti dell’amministrazione pubblica italiana e della propria polimorfa dirigenza, il tramonto del paradigma bipolare stato-suddito a vantaggio della progressiva affermazione del paradigma personalistico. Da qui il bisogno di rilanciare il restyling e la rilettura delle norme della nostra Costituzione in chiave di valorizzazione del valore “persona” come bussola interpretativa per orientare la buona amministrazione dei dirigenti. Questo per riallineare il nostro ordine giuridico interno con quello sovranazionale.
2009
9788859804055
dirigenze; eterogenee; amministrazioni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/5419
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