Il presente lavoro è rivolto allo studio delle problematiche inerenti le calcareniti impiegate nell’edilizia storica e contemporanea dell’area Ragusana. I monumenti ricadenti in tale area sono infatti caratterizzati principalmente da diverse forme di degrado quali da alveolizzazione, disgregazioni differenziali, alterazioni cromatiche e formazione di patine biologiche correlate ad attività lichenica. In tale ambito sono stati selezionati alcuni prodotti con caratteristiche conservative, idrofobizzanti e riaggreganti ed è stata analizzata la loro efficacia sulle calcareniti oggetto d’indagine. La prima fase del lavoro si è concentrata sull’individuazione di protettivi utilizzati in passato mediante l’analisi in gas cromatografia e FT-IR eseguita su frammenti di calcarenite proveniente dal Duomo di S. Giorgio a Ragusa Ibla; da tale analisi è risultata la presenza in differenti campioni di: cera d’api, polivinilacetato e probabilmente gomma di ciliegio. Mediante la gas cromatografia sono state rilevate in piccole quantità acidi grassi , amminoacidi, acido stearico e palmitico.. L’assenza dell’acido azelaico e le irrilevanti quantità di questi composti non supportano l’ipotesi di utilizzo di oli siccativi e materiali proteici, il cui impiego è testimoniato in alcune fonti storiche locali. I protettivi sono stati applicati sperimentalmente su calcareniti, sia dure che tenere, campionate da una cava ricadente nel comune di Modica. Tali affioramenti fanno parte della Formazione geologica Ragusa che si compone del Membro Leonardo (calcilutiti e marne dell’Olig. sup.) e Membro Irminio (calcareniti e marne di ambiente pelagico del Mioc. inf.), dal quale provengono i campioni trattati I prodotti utilizzati per il trattamento sono stati: a) Un elastomero fluororurato in emulsione acquosa al 5 % avente la capacità di riaggregare lo strato superficiale decoesionato senza alterarne le caratteristiche fisico meccaniche e dotato di buone proprietà idro- ed oleo-repellenti. b) Una resina poliuretanica anionica in emulsione acquosa al 5 % a base di perfluoropolietere, con peso molecolare medio - basso avente la capacità di penetrare facilmente all’interno dei substrati lapidei. c) Un olio siccativo (Olio di lino) che si trasforma per “ essiccamento” in un film con ottime proprietà meccaniche ed ottiche. Al fine di valutare la corretta applicazione dei prodotti è stata eseguita la porosimetria a mercurio prima e dopo il trattamento sui campioni di cava. Il potere protettivo è stato valutato mediante invecchiamenti accelerati con lampada UV, assorbimento d’acqua per capillarità sia su provini appena trattati che dopo invecchiamento. Le indagini eseguite hanno evidenziato che il prodotto più idoneo per il trattamento di questi materiali è l’olio di lino, che produce nel “calcare duro” un maggiore effetto idrorepellente. Il poliuretano presenta sufficienti caratteristiche di idrorepellenza in entrambi i tipi di calcare. L’elastomero non risulta idoneo nel trattamento del “calcare duro”, mentre l’applicazione su calcare tenero dà discreti risultati. L’utilizzo dell’elastomero sul calcare tenero ha importanti applicazioni, anche laddove questo sia già degradato, per le sue proprietà preconsolidanti. Infine dalle prove di invecchiamento accelerato risulta che il prodotto più stabile è l’elastomero fluorurato, mentre l’olio di lino, di cui è nota l’instabilità nel tempo, presenta diverso comportamento nelle prove sui due tipi di calcare, con migliori caratteristiche prestazionali sul calcare duro.

Applicazione di protettivi di diversa natura su calcareniti impiegate nell’edilizia storica ragusana

BARONE, GERMANA;MAZZOLENI, Paolo;PEZZINO, Antonino
2006-01-01

Abstract

Il presente lavoro è rivolto allo studio delle problematiche inerenti le calcareniti impiegate nell’edilizia storica e contemporanea dell’area Ragusana. I monumenti ricadenti in tale area sono infatti caratterizzati principalmente da diverse forme di degrado quali da alveolizzazione, disgregazioni differenziali, alterazioni cromatiche e formazione di patine biologiche correlate ad attività lichenica. In tale ambito sono stati selezionati alcuni prodotti con caratteristiche conservative, idrofobizzanti e riaggreganti ed è stata analizzata la loro efficacia sulle calcareniti oggetto d’indagine. La prima fase del lavoro si è concentrata sull’individuazione di protettivi utilizzati in passato mediante l’analisi in gas cromatografia e FT-IR eseguita su frammenti di calcarenite proveniente dal Duomo di S. Giorgio a Ragusa Ibla; da tale analisi è risultata la presenza in differenti campioni di: cera d’api, polivinilacetato e probabilmente gomma di ciliegio. Mediante la gas cromatografia sono state rilevate in piccole quantità acidi grassi , amminoacidi, acido stearico e palmitico.. L’assenza dell’acido azelaico e le irrilevanti quantità di questi composti non supportano l’ipotesi di utilizzo di oli siccativi e materiali proteici, il cui impiego è testimoniato in alcune fonti storiche locali. I protettivi sono stati applicati sperimentalmente su calcareniti, sia dure che tenere, campionate da una cava ricadente nel comune di Modica. Tali affioramenti fanno parte della Formazione geologica Ragusa che si compone del Membro Leonardo (calcilutiti e marne dell’Olig. sup.) e Membro Irminio (calcareniti e marne di ambiente pelagico del Mioc. inf.), dal quale provengono i campioni trattati I prodotti utilizzati per il trattamento sono stati: a) Un elastomero fluororurato in emulsione acquosa al 5 % avente la capacità di riaggregare lo strato superficiale decoesionato senza alterarne le caratteristiche fisico meccaniche e dotato di buone proprietà idro- ed oleo-repellenti. b) Una resina poliuretanica anionica in emulsione acquosa al 5 % a base di perfluoropolietere, con peso molecolare medio - basso avente la capacità di penetrare facilmente all’interno dei substrati lapidei. c) Un olio siccativo (Olio di lino) che si trasforma per “ essiccamento” in un film con ottime proprietà meccaniche ed ottiche. Al fine di valutare la corretta applicazione dei prodotti è stata eseguita la porosimetria a mercurio prima e dopo il trattamento sui campioni di cava. Il potere protettivo è stato valutato mediante invecchiamenti accelerati con lampada UV, assorbimento d’acqua per capillarità sia su provini appena trattati che dopo invecchiamento. Le indagini eseguite hanno evidenziato che il prodotto più idoneo per il trattamento di questi materiali è l’olio di lino, che produce nel “calcare duro” un maggiore effetto idrorepellente. Il poliuretano presenta sufficienti caratteristiche di idrorepellenza in entrambi i tipi di calcare. L’elastomero non risulta idoneo nel trattamento del “calcare duro”, mentre l’applicazione su calcare tenero dà discreti risultati. L’utilizzo dell’elastomero sul calcare tenero ha importanti applicazioni, anche laddove questo sia già degradato, per le sue proprietà preconsolidanti. Infine dalle prove di invecchiamento accelerato risulta che il prodotto più stabile è l’elastomero fluorurato, mentre l’olio di lino, di cui è nota l’instabilità nel tempo, presenta diverso comportamento nelle prove sui due tipi di calcare, con migliori caratteristiche prestazionali sul calcare duro.
2006
Applied petrology
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/55775
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