L’analisi delle modalità attraverso le quali dovrebbe avvenire l’incontro fra il difensore-investigatore e il minorenne fonte del sapere, non può prescindere dalla ricognizione dell’oggettiva differenza intercorrente fra l’attività di indagine del p.m. e quella investigativa del difensore. La prima si connota per la tendenziale “obiettività” in quanto è destinata alle scelte in ordine all’azione: è attività necessaria e si snoda lungo un percorso garantito segnato dalla regola fissata dall’art. 358 c.p.p. L’investigazione difensiva è, invece, indagine di parte: in quanto tale facoltativa e tende, quindi, alla sola assunzione degli elementi favorevoli all’assistito. Sta proprio in ciò la più netta divaricazione tra le due inchieste: all’attività dell’organo dell’accusa caratterizzata dall’obbligatorietà del procedere e del produrne i risultati, si contrappone quella del difensore, sagomata nei termini dell’ampia discrezionalità dell’effettuazione e dell’utilizzo dei relativi risultati Il taglio “partigiano” dell’indagine può influire in maniera determinante su un soggetto, il minorenne, sicuramente più condizionabile rispetto all’adulto. Di qui l’esigenza di individuare percorsi operativi idonei a non scalfire la genuinità del contributo informativo. L’operazione non è agevole. Le alternative, saldate all’esperienza dell’incidente probatorio, finiscono però con il neutralizzare la stessa funzionalità dell’investigazione privata.
INDAGINI DIFENSIVE E “PERSONA INFORMATA” DI MINORE ETÀ: ANCORA POCHE LUCI E MOLTE OMBRE
SIRACUSANO, FABRIZIO
2015-01-01
Abstract
L’analisi delle modalità attraverso le quali dovrebbe avvenire l’incontro fra il difensore-investigatore e il minorenne fonte del sapere, non può prescindere dalla ricognizione dell’oggettiva differenza intercorrente fra l’attività di indagine del p.m. e quella investigativa del difensore. La prima si connota per la tendenziale “obiettività” in quanto è destinata alle scelte in ordine all’azione: è attività necessaria e si snoda lungo un percorso garantito segnato dalla regola fissata dall’art. 358 c.p.p. L’investigazione difensiva è, invece, indagine di parte: in quanto tale facoltativa e tende, quindi, alla sola assunzione degli elementi favorevoli all’assistito. Sta proprio in ciò la più netta divaricazione tra le due inchieste: all’attività dell’organo dell’accusa caratterizzata dall’obbligatorietà del procedere e del produrne i risultati, si contrappone quella del difensore, sagomata nei termini dell’ampia discrezionalità dell’effettuazione e dell’utilizzo dei relativi risultati Il taglio “partigiano” dell’indagine può influire in maniera determinante su un soggetto, il minorenne, sicuramente più condizionabile rispetto all’adulto. Di qui l’esigenza di individuare percorsi operativi idonei a non scalfire la genuinità del contributo informativo. L’operazione non è agevole. Le alternative, saldate all’esperienza dell’incidente probatorio, finiscono però con il neutralizzare la stessa funzionalità dell’investigazione privata.File | Dimensione | Formato | |
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