I concetti di innovazione e di integrazione logistica di processo sono strettamente legati ai cambiamenti in atto nei processi produttivi e distributivi internazionali. Nel settore agroalimentare si è per primo sviluppato l’approccio di filiera alle catene produttive e distributive sia con riferimento ai prodotti agricoli avviati al consumo, sia ai prodotti trasformati appartenenti ai diversi comparti agroindustriali. L’importanza dell’apertura ai mercati internazionali, specie in un momento storico recessivo e di contrazione della domanda interna, appare sempre più una delle principali strade da percorrere da parte del sistema produttivo e distributivo italiano per il recupero di reddito ed occupazione. A tal fine appare prioritario per le filiere agroalimentari investire ed innovare in termini di produttività ed efficienza specie in funzione di una maggiore capacità di esportazione che, insieme alla formidabile qualità delle produzioni agroalimentari italiane, potrà consentire l’allargamento dei mercati e l’innalzamento del valore nelle diverse fasi delle filiere. Vanno pertanto studiate nuove attività di partenariato e di coordinamento tra agenti dei sistemi territoriali, nelle componenti fondamentali di domanda e offerta, attraverso l’elaborazione di ipotesi di integrazione di processo, calibrate attentamente sul contesto di riferimento, al fine di verificare la profittabilità ed il potenziale di valore aggiunto nel realizzare progetti ed accordi di filiera tra imprese. Tema fondamentale approfondito in tale sede è pertanto il ruolo che rivestono i servizi di trasporto e di logistica avanzata ed in particolare l’innovazione e l’integrazione che reti di imprese funzionalmente legate possono sviluppare nei processi produttivi e distributivi. Dal punto di vista delle principali criticità logistiche, le filiere agroalimentari italiane e meridionali in particolare, si presentano per lo più frammentate in piccole imprese familiari a conduzione diretta, scarsamente strutturate in realtà sovra-aziendali (cooperative, consorzi, reti di produttori, ecc.) ove è presente: scarsa cultura aggregativa e associativa per la condivisione di funzioni strategiche come il marketing internazionale e la logistica; una dimensione territoriale locale in molti casi emarginata dai grandi flussi di traffico in transito a scala globale e forte dispersione dei luoghi in cui le merci sono trattate poste o all’interno delle maggiori aree urbane fortemente congestionate o in aree interne con bassa accessibilità ai mercati esteri. Tra le misure di sostegno a favore delle filiere locali agroalimentari che riguardano la messa a rete degli attori delle filiere e la creazione di mercati, la letteratura riporta la creazione di “Food Hub”, luoghi fisici o virtuali di incontro tra agricoltori, produttori e distributori locali che permettono di ridurre i costi di transazione (ricerca di partner), di formare cooperative, di trasmettere conoscenza ed innovazione. Casi di successo come “Eataly” la catena di supermercati dedicata interamente ai cibi di alta qualità italiani con l’idea di renderli accessibili a tutti, valorizzando con la distribuzione internazionale i prodotti del territorio scelti con attenzione per qualità e sostenibilità ambientale dei processi produttivi e di distribuzione, testimoniano come è possibile ottenere sensibili incrementi di valore nelle catene produttive agroalimentari di eccellenza italiane allargando i mercati di sbocco.

INNOVAZIONE E INTEGRAZIONE LOGISTICA DI PROCESSO PER L’EXPORT DELLE FILIERE AGROALIMENTARI ITALIANE

SIVIERO, LUCIO
2013-01-01

Abstract

I concetti di innovazione e di integrazione logistica di processo sono strettamente legati ai cambiamenti in atto nei processi produttivi e distributivi internazionali. Nel settore agroalimentare si è per primo sviluppato l’approccio di filiera alle catene produttive e distributive sia con riferimento ai prodotti agricoli avviati al consumo, sia ai prodotti trasformati appartenenti ai diversi comparti agroindustriali. L’importanza dell’apertura ai mercati internazionali, specie in un momento storico recessivo e di contrazione della domanda interna, appare sempre più una delle principali strade da percorrere da parte del sistema produttivo e distributivo italiano per il recupero di reddito ed occupazione. A tal fine appare prioritario per le filiere agroalimentari investire ed innovare in termini di produttività ed efficienza specie in funzione di una maggiore capacità di esportazione che, insieme alla formidabile qualità delle produzioni agroalimentari italiane, potrà consentire l’allargamento dei mercati e l’innalzamento del valore nelle diverse fasi delle filiere. Vanno pertanto studiate nuove attività di partenariato e di coordinamento tra agenti dei sistemi territoriali, nelle componenti fondamentali di domanda e offerta, attraverso l’elaborazione di ipotesi di integrazione di processo, calibrate attentamente sul contesto di riferimento, al fine di verificare la profittabilità ed il potenziale di valore aggiunto nel realizzare progetti ed accordi di filiera tra imprese. Tema fondamentale approfondito in tale sede è pertanto il ruolo che rivestono i servizi di trasporto e di logistica avanzata ed in particolare l’innovazione e l’integrazione che reti di imprese funzionalmente legate possono sviluppare nei processi produttivi e distributivi. Dal punto di vista delle principali criticità logistiche, le filiere agroalimentari italiane e meridionali in particolare, si presentano per lo più frammentate in piccole imprese familiari a conduzione diretta, scarsamente strutturate in realtà sovra-aziendali (cooperative, consorzi, reti di produttori, ecc.) ove è presente: scarsa cultura aggregativa e associativa per la condivisione di funzioni strategiche come il marketing internazionale e la logistica; una dimensione territoriale locale in molti casi emarginata dai grandi flussi di traffico in transito a scala globale e forte dispersione dei luoghi in cui le merci sono trattate poste o all’interno delle maggiori aree urbane fortemente congestionate o in aree interne con bassa accessibilità ai mercati esteri. Tra le misure di sostegno a favore delle filiere locali agroalimentari che riguardano la messa a rete degli attori delle filiere e la creazione di mercati, la letteratura riporta la creazione di “Food Hub”, luoghi fisici o virtuali di incontro tra agricoltori, produttori e distributori locali che permettono di ridurre i costi di transazione (ricerca di partner), di formare cooperative, di trasmettere conoscenza ed innovazione. Casi di successo come “Eataly” la catena di supermercati dedicata interamente ai cibi di alta qualità italiani con l’idea di renderli accessibili a tutti, valorizzando con la distribuzione internazionale i prodotti del territorio scelti con attenzione per qualità e sostenibilità ambientale dei processi produttivi e di distribuzione, testimoniano come è possibile ottenere sensibili incrementi di valore nelle catene produttive agroalimentari di eccellenza italiane allargando i mercati di sbocco.
2013
9788874316861
logistica, innovazione di processo, capacità esportativa, produttività
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/59987
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