Il contributo si inserisce all’interno di una serie di studi avviati in seno alla cattedra di Linguistica generale del Dipartimento di scienze Umanistiche dell’Università di Catania con l’obiettivo di ricostruire i profili e l’attività scienifica di quanti, fra XIX e XX sec., si occuparono “pionieristicamente” del siciliano. In particolare, Giuseppe Sacco (1871-1950) fu un illustre orientalista pontificio originario di Sciacca (in provincia di Agrigento), tra i primi, subito dopo Corrado Avolio e la sua Introduzione allo studio del dialetto siciliano (1882), a scrivere una storia linguistica della Sicilia. Lo fece ripercorrendo la stratificazione del lessico siciliano nelle pagine della Storia della città di Sciacca e dei comuni della contrada Saccense fra il Belici e il Platani: con aggiunzioni circa il dialetto e i nomi propri greci e arabi, pubblicata, fra il 1924 e il 1926 (a Napoli, per i tipi di G. Majo), da un altro illustre e colto cittadino saccense, Ignazio Scaturro. A Sacco, già noto per i suoi prestigiosi incarichi al Seminario Maggiore, Scaturro affidò il compito di curare le appendici linguistiche ai primi tre libri della sua opera (I, “L’Antichità. II millennio a.C.-827”; II, “Periodo musulmano. 827-1060”; III, “Periodo normanno. 1060-1194”), intitolate in particolare “Il dialetto di Sciacca e dei suoi dintorni”, “Il greco nel nostro dialetto”, “I nomi greci e di persona nella regione di Sciacca” e “La lingua latina nel nostro dialetto” (Appendice I); “L’arabo nel dialetto siciliano e “I nomi arabi di persone rimasti nella nostra regione” (Appendice II) e “I Normanni e la lingua siciliana” (Appendice III), oltre che alcune note. L’analisi dei suoi scritti mostra come nel 1926, ai lettori colti (non specialisti) della Storia di Sciacca del suo amico Ignazio Scaturrro, monsignor Sacco consegnava, nelle tre appendici, una vera e propria primizia di storia linguistica della Sicilia.

Gli studi di storia linguistica della Sicilia di mons. G. Sacco (1926)

VALENTI, IRIDE MARIANITA
2014-01-01

Abstract

Il contributo si inserisce all’interno di una serie di studi avviati in seno alla cattedra di Linguistica generale del Dipartimento di scienze Umanistiche dell’Università di Catania con l’obiettivo di ricostruire i profili e l’attività scienifica di quanti, fra XIX e XX sec., si occuparono “pionieristicamente” del siciliano. In particolare, Giuseppe Sacco (1871-1950) fu un illustre orientalista pontificio originario di Sciacca (in provincia di Agrigento), tra i primi, subito dopo Corrado Avolio e la sua Introduzione allo studio del dialetto siciliano (1882), a scrivere una storia linguistica della Sicilia. Lo fece ripercorrendo la stratificazione del lessico siciliano nelle pagine della Storia della città di Sciacca e dei comuni della contrada Saccense fra il Belici e il Platani: con aggiunzioni circa il dialetto e i nomi propri greci e arabi, pubblicata, fra il 1924 e il 1926 (a Napoli, per i tipi di G. Majo), da un altro illustre e colto cittadino saccense, Ignazio Scaturro. A Sacco, già noto per i suoi prestigiosi incarichi al Seminario Maggiore, Scaturro affidò il compito di curare le appendici linguistiche ai primi tre libri della sua opera (I, “L’Antichità. II millennio a.C.-827”; II, “Periodo musulmano. 827-1060”; III, “Periodo normanno. 1060-1194”), intitolate in particolare “Il dialetto di Sciacca e dei suoi dintorni”, “Il greco nel nostro dialetto”, “I nomi greci e di persona nella regione di Sciacca” e “La lingua latina nel nostro dialetto” (Appendice I); “L’arabo nel dialetto siciliano e “I nomi arabi di persone rimasti nella nostra regione” (Appendice II) e “I Normanni e la lingua siciliana” (Appendice III), oltre che alcune note. L’analisi dei suoi scritti mostra come nel 1926, ai lettori colti (non specialisti) della Storia di Sciacca del suo amico Ignazio Scaturrro, monsignor Sacco consegnava, nelle tre appendici, una vera e propria primizia di storia linguistica della Sicilia.
2014
9788867872053
Storia della linguistica siciliana
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/60753
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