Introduzione Il cavernoma portale si caratterizza per la presenza di una rete di vene il cui calibro, inizialmente millimetrico, è aumentato ed in cui il sangue viaggia necessariamente in senso “epatopeto portale”. Lo sviluppo di questi vasi è la conseguenza di una occlusione trombotica cronica del sistema portale extraepatica. La posizione del cavernoma e la sua estensione sono legati alla localizzazione della trombosi del sistema porto-mesenterico-splenico. In particolare nei bambini, si è riscontrato un trauma diretto alla vena ombelicale successivamente a cateterismo della stessa. Gli autori presentano il caso clinico di un minore affetto da cavernoma portale con manifestazioni di ipertensione portale (splenomegalia e varici esofagee) nonché un disturbo post traumatico da stress. Lo studio del caso ha permesso di individuare l’etiopatogenesi della cavernomatosi nel traumatismo avvenuto in occasione del cateterismo dei vasi ombelicali effettuato in epoca perinatale. Materiali e metodi Si è proceduto all’analisi della documentazione sanitaria relativa all’iter clinico seguito dal giovane dalla nascita e successivamente, al fine di verificare la sessuistenza di nesso di causalità materiale tra l’episodio occorso alla nascita e la patologia sviluppata in seguito dal minore e di accertare se nell’operato dei medici che lo ebbero in cura si possano ravvisare profili di colpa professionale. Risultati Dagli accertamenti eseguiti è risultato che il soggetto alla nascita presentava condizioni cliniche gravi tali da richiedere rianimazione urgente (nato asfittico). Gli specialisti neonatologi riscontravano difficoltà nell’accesso vascolare periferico e pertanto eseguivano incannulazione dei vasi ombelicali. La tecnica del cateterismo ombelicale, pur prevista dai protocolli neonatali dell’epoca, non è tecnica scevra di complicanze anche a fronte di un corretto inserimento del catetere stesso. Infatti, anche dopo corretto inserimento di catetere, a seguito di trauma diretto della vena ombelicale stessa, possono verificarsi eventi come la cavernomatosi portale e l’ipertensione portale con le conseguenze ad essa associate. Nel caso che ci occupa, all’atto dell’inserimento del catetere, i sanitari omettevano l’esecuzione del controllo radiografico della sede di inserimento dello stesso. Tale comportamento omissivo ha di fatto impedito l’individuazione della sede di inserimento del catetere. L’esecuzione di detto controllo avrebbe potuto verosimilmente identificare l’eventuale sede erronea, permettendo conseguentemente una tempestiva rimozione dello stesso. Da quanto riportato in letteratura, il mantenimento del catetere, già per sole 42 ore, ammette un rischio di trombosi della vena portale del 40%. L’erroneo trattamento sanitario ha causato le menomazioni dell’integrità psicofisica obiettivate sul periziando. In particolare, ad oggi il minore presenta esiti di cavernomatosi portale con manifestazioni di splenomegalia e varici esofagee, nonchè un lieve disturbo post traumatico da stress che attualmente non necessita di alcuna terapia farmacologica specifica e\o psicoterapica. Conclusioni Sulla scorta di quanto emerso dagli accertamenti eseguiti, è stato possibile affermare che, sebbene la procedura applicata sul piccolo alla nascita abbia consentito ai sanitari l’esecuzione di terapia infusionale, il cateterismo della vena ombelicale ha tuttavia determinato l’instaurarsi di uno stato di ipertensione portale, successivamente evoluta in cavernomatosi portale. Tale quadro clinico ha inoltre determinato la comparsa di gravi complicanze quali la splenomegalia e le varici esofagee, nonché un lieve disturbo post traumatico da stress. E’ stato possibile ravvisare, in capo a i sanitari che ebbero in cura il piccolo alla nascita, profili di negligenza nella mancata esecuzione del controllo radiografico all’atto di inserimento del catetere ombelicale (dirimente per l’individuazione della corretta sede dello stesso), nonché profili di imprudenza per avere mantenuto il catetere per un periodo di tempo prolungato (più di 72 ore) a fronte dei noti rischi correlati al prolungato mantenimento in sede del catetere nel sito anatomico.

Cavernoma portale da cateterismo della vena ombelicale.

CASCIO, Orazio
In corso di stampa

Abstract

Introduzione Il cavernoma portale si caratterizza per la presenza di una rete di vene il cui calibro, inizialmente millimetrico, è aumentato ed in cui il sangue viaggia necessariamente in senso “epatopeto portale”. Lo sviluppo di questi vasi è la conseguenza di una occlusione trombotica cronica del sistema portale extraepatica. La posizione del cavernoma e la sua estensione sono legati alla localizzazione della trombosi del sistema porto-mesenterico-splenico. In particolare nei bambini, si è riscontrato un trauma diretto alla vena ombelicale successivamente a cateterismo della stessa. Gli autori presentano il caso clinico di un minore affetto da cavernoma portale con manifestazioni di ipertensione portale (splenomegalia e varici esofagee) nonché un disturbo post traumatico da stress. Lo studio del caso ha permesso di individuare l’etiopatogenesi della cavernomatosi nel traumatismo avvenuto in occasione del cateterismo dei vasi ombelicali effettuato in epoca perinatale. Materiali e metodi Si è proceduto all’analisi della documentazione sanitaria relativa all’iter clinico seguito dal giovane dalla nascita e successivamente, al fine di verificare la sessuistenza di nesso di causalità materiale tra l’episodio occorso alla nascita e la patologia sviluppata in seguito dal minore e di accertare se nell’operato dei medici che lo ebbero in cura si possano ravvisare profili di colpa professionale. Risultati Dagli accertamenti eseguiti è risultato che il soggetto alla nascita presentava condizioni cliniche gravi tali da richiedere rianimazione urgente (nato asfittico). Gli specialisti neonatologi riscontravano difficoltà nell’accesso vascolare periferico e pertanto eseguivano incannulazione dei vasi ombelicali. La tecnica del cateterismo ombelicale, pur prevista dai protocolli neonatali dell’epoca, non è tecnica scevra di complicanze anche a fronte di un corretto inserimento del catetere stesso. Infatti, anche dopo corretto inserimento di catetere, a seguito di trauma diretto della vena ombelicale stessa, possono verificarsi eventi come la cavernomatosi portale e l’ipertensione portale con le conseguenze ad essa associate. Nel caso che ci occupa, all’atto dell’inserimento del catetere, i sanitari omettevano l’esecuzione del controllo radiografico della sede di inserimento dello stesso. Tale comportamento omissivo ha di fatto impedito l’individuazione della sede di inserimento del catetere. L’esecuzione di detto controllo avrebbe potuto verosimilmente identificare l’eventuale sede erronea, permettendo conseguentemente una tempestiva rimozione dello stesso. Da quanto riportato in letteratura, il mantenimento del catetere, già per sole 42 ore, ammette un rischio di trombosi della vena portale del 40%. L’erroneo trattamento sanitario ha causato le menomazioni dell’integrità psicofisica obiettivate sul periziando. In particolare, ad oggi il minore presenta esiti di cavernomatosi portale con manifestazioni di splenomegalia e varici esofagee, nonchè un lieve disturbo post traumatico da stress che attualmente non necessita di alcuna terapia farmacologica specifica e\o psicoterapica. Conclusioni Sulla scorta di quanto emerso dagli accertamenti eseguiti, è stato possibile affermare che, sebbene la procedura applicata sul piccolo alla nascita abbia consentito ai sanitari l’esecuzione di terapia infusionale, il cateterismo della vena ombelicale ha tuttavia determinato l’instaurarsi di uno stato di ipertensione portale, successivamente evoluta in cavernomatosi portale. Tale quadro clinico ha inoltre determinato la comparsa di gravi complicanze quali la splenomegalia e le varici esofagee, nonché un lieve disturbo post traumatico da stress. E’ stato possibile ravvisare, in capo a i sanitari che ebbero in cura il piccolo alla nascita, profili di negligenza nella mancata esecuzione del controllo radiografico all’atto di inserimento del catetere ombelicale (dirimente per l’individuazione della corretta sede dello stesso), nonché profili di imprudenza per avere mantenuto il catetere per un periodo di tempo prolungato (più di 72 ore) a fronte dei noti rischi correlati al prolungato mantenimento in sede del catetere nel sito anatomico.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/70490
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact