IL volume illustra alcune recenti opere realizzate in contesti antichi della Sicilia iblea da tre architetti siciliani, docenti della Facoltà di Architettura dell'Università di Catania. I progetti presenti nel volume sono luoghi accomunati dalla misura esemplare con cui i loro autori hanno scelto di confrontarsi con l'antico, incontrando il nuovo. Testimoniano come l'attenzione profusa in questi interventi abbia in realtà salde radici nel tempo e nella storia, dimostrando una volta di più come si possa e si debba guardare alle architetture come 'palinsesti', come strutture che non 'sono', ma 'divengono', in quanto concrete espressioni del tempo. I vari elaborati che trovano spazio in questo volume rendono possibile la conoscenza di una sapienza costruttiva dei progettisti che è fondata sull'analisi del contesto, sullo studio della storia, su una raffinata geometria della composizione, nonché su una adeguata capacità di selezione di tecniche e materiali Il saggio di Vincenzo Latina “microinterventi di riqualificazione urbana del centro di Siracusa” tratteggia interventi minimali che cercano di scoprire nelle “faglie” delle discontinuità del tessuto urbano gli ambiti su cui intervenire in continuità (non formale) con la naturale trasformazione e rigenerazione di Ortigia, che è la sintesi di straordinari eventi millenari sedimentati nel tempo. Pertanto, quello che a prima vista può sembrare un unicum è in realtà un palinsesto una sequenza di “fratture” ed “assestamenti”, simile ad un “bradisismo”. Si è dunque immaginato il centro storico come un iceberg, in cui la minima parte affiorante in superficie è sospinta da una maggiore massa sommersa, non immediatamente percepibile. A volte è difficile comprendere le dimensioni e la complessità di relazioni della città consolidata osservando esclusivamente la parte “emersa”, senza decifrarne la sua parte “subacquea” I tre interventi proposti cercano di compiere una rilettura in chiave contemporanea dei segni visibili e del patrimonio invisibile della città, tentano di cogliere i caratteri di identità nella discontinuità ed unicità stabilendo un dialogo intenso e penetrante, un “ascolto” delle persistenze mediante la dimensione del “silenzio”. Sono state evitate le contrapposizioni odierne che vedono proclami radicali, restrittivi e conservativi dei così detti “religiosi” che immaginano un univoco approccio ortodosso di vincoli o quelli retorici ed empatici pervasi da suadente storicismo sia quelli opposti degli “atei” che sostengono le prerogative di una innovazione radicale della città tramite la veloce massificazione di progetti-slogan carichi di furore e di compiacimento che pervade alcune tendenze dell’architettura contemporanea.

Microinterventi di riqualificazione urbana nell'isola di Ortigia, Siracusa

LATINA, Vincenzo
2007-01-01

Abstract

IL volume illustra alcune recenti opere realizzate in contesti antichi della Sicilia iblea da tre architetti siciliani, docenti della Facoltà di Architettura dell'Università di Catania. I progetti presenti nel volume sono luoghi accomunati dalla misura esemplare con cui i loro autori hanno scelto di confrontarsi con l'antico, incontrando il nuovo. Testimoniano come l'attenzione profusa in questi interventi abbia in realtà salde radici nel tempo e nella storia, dimostrando una volta di più come si possa e si debba guardare alle architetture come 'palinsesti', come strutture che non 'sono', ma 'divengono', in quanto concrete espressioni del tempo. I vari elaborati che trovano spazio in questo volume rendono possibile la conoscenza di una sapienza costruttiva dei progettisti che è fondata sull'analisi del contesto, sullo studio della storia, su una raffinata geometria della composizione, nonché su una adeguata capacità di selezione di tecniche e materiali Il saggio di Vincenzo Latina “microinterventi di riqualificazione urbana del centro di Siracusa” tratteggia interventi minimali che cercano di scoprire nelle “faglie” delle discontinuità del tessuto urbano gli ambiti su cui intervenire in continuità (non formale) con la naturale trasformazione e rigenerazione di Ortigia, che è la sintesi di straordinari eventi millenari sedimentati nel tempo. Pertanto, quello che a prima vista può sembrare un unicum è in realtà un palinsesto una sequenza di “fratture” ed “assestamenti”, simile ad un “bradisismo”. Si è dunque immaginato il centro storico come un iceberg, in cui la minima parte affiorante in superficie è sospinta da una maggiore massa sommersa, non immediatamente percepibile. A volte è difficile comprendere le dimensioni e la complessità di relazioni della città consolidata osservando esclusivamente la parte “emersa”, senza decifrarne la sua parte “subacquea” I tre interventi proposti cercano di compiere una rilettura in chiave contemporanea dei segni visibili e del patrimonio invisibile della città, tentano di cogliere i caratteri di identità nella discontinuità ed unicità stabilendo un dialogo intenso e penetrante, un “ascolto” delle persistenze mediante la dimensione del “silenzio”. Sono state evitate le contrapposizioni odierne che vedono proclami radicali, restrittivi e conservativi dei così detti “religiosi” che immaginano un univoco approccio ortodosso di vincoli o quelli retorici ed empatici pervasi da suadente storicismo sia quelli opposti degli “atei” che sostengono le prerogative di una innovazione radicale della città tramite la veloce massificazione di progetti-slogan carichi di furore e di compiacimento che pervade alcune tendenze dell’architettura contemporanea.
2007
978-88-7115-542-5
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