Nell’ambito della diagnosi del degrado e della ricognizione sulle condizioni di esercizio dei manufatti edilizi il ricorso alle tecniche di indagine strumentale ha assunto un ruolo sempre più incisivo. Il contributo vuole evidenziare le difficoltà derivanti dal trasferimento ai sistemi costruttivi tradizionali di codici di pratica concepiti per la verifica ed il collaudo di elementi strutturali di nuova realizzazione o per la “certificazione di qualità” della componentistica industrializzata. In particolare si vuole porre l’attenzione sulle difficoltà organizzative del cantiere della diagnosi, sulle problematiche interpretative dei dati raccolti in sito, sulle diversificate accezioni del concetto di “non-distruttivo”.

La diagnosi di precisione per la conservazione della materia

CASTAGNETO, FRANCESCA
1992-01-01

Abstract

Nell’ambito della diagnosi del degrado e della ricognizione sulle condizioni di esercizio dei manufatti edilizi il ricorso alle tecniche di indagine strumentale ha assunto un ruolo sempre più incisivo. Il contributo vuole evidenziare le difficoltà derivanti dal trasferimento ai sistemi costruttivi tradizionali di codici di pratica concepiti per la verifica ed il collaudo di elementi strutturali di nuova realizzazione o per la “certificazione di qualità” della componentistica industrializzata. In particolare si vuole porre l’attenzione sulle difficoltà organizzative del cantiere della diagnosi, sulle problematiche interpretative dei dati raccolti in sito, sulle diversificate accezioni del concetto di “non-distruttivo”.
1992
Degrado; Diagnosi; Prove non distruttive
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/71116
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