Il testo si propone di chiarire e ridefinire alcune categorie concettuali del post-moderno riguardanti la sovranità a partire dal suo rapporto con la trasformazione antropologica delle dimensioni spazio-temporali, in funzione dell’attuale stadio dello sviluppo delle dinamiche capitalistiche. Si utilizzano, dunque, gli strumenti del pensiero critico moderno (la tradizione della “altra modernità” di Machiavelli, Spinoza, Marx) per evidenziare il superamento, pur nella sua permanenza storica, della nozione classica di sovranità che reggeva lo spazio territoriale dello Stato secondo la tradizione dottrinaria di Hobbes, Locke, Rousseau. Questo percorso individuava uno spazio della sovranità quale il “dentro” della normatività e universalità dello Stato contro un “fuori” dell’istintualità e molteplicità della natura. La questione, dunque, riguarda l’interpretazione dello spazio e dei suoi cangianti confini. Nell’elaborazione del pensiero poststrutturalista lo spazio sembrerebbe essere diventato, come direbbe Deleuze, uno spazio liscio tra il “dentro” e il “fuori” non essendoci più un “fuori” nell’ambito delle attuali dinamiche capitalistiche che, utilizzando la nozione di tempo inaugurata dai Grundrisse di Marx, suggeriscono una lettura che “oltre” la teoria del valore-lavoro analizzi le nuove temporalità della produzione di plusvalore e le conseguenti mutazioni del rapporto tra sovranità e capitale.

Tempi e soggettività dell'impero: il capitalismo cognitivo

MAZZONE, Stefania
2009-01-01

Abstract

Il testo si propone di chiarire e ridefinire alcune categorie concettuali del post-moderno riguardanti la sovranità a partire dal suo rapporto con la trasformazione antropologica delle dimensioni spazio-temporali, in funzione dell’attuale stadio dello sviluppo delle dinamiche capitalistiche. Si utilizzano, dunque, gli strumenti del pensiero critico moderno (la tradizione della “altra modernità” di Machiavelli, Spinoza, Marx) per evidenziare il superamento, pur nella sua permanenza storica, della nozione classica di sovranità che reggeva lo spazio territoriale dello Stato secondo la tradizione dottrinaria di Hobbes, Locke, Rousseau. Questo percorso individuava uno spazio della sovranità quale il “dentro” della normatività e universalità dello Stato contro un “fuori” dell’istintualità e molteplicità della natura. La questione, dunque, riguarda l’interpretazione dello spazio e dei suoi cangianti confini. Nell’elaborazione del pensiero poststrutturalista lo spazio sembrerebbe essere diventato, come direbbe Deleuze, uno spazio liscio tra il “dentro” e il “fuori” non essendoci più un “fuori” nell’ambito delle attuali dinamiche capitalistiche che, utilizzando la nozione di tempo inaugurata dai Grundrisse di Marx, suggeriscono una lettura che “oltre” la teoria del valore-lavoro analizzi le nuove temporalità della produzione di plusvalore e le conseguenti mutazioni del rapporto tra sovranità e capitale.
2009
9788863720891
tempo; soggettività; cognitivismo; impero; stato; spazio
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tempi e soggettività dell'impero.pdf

solo gestori archivio

Tipologia: Versione Editoriale (PDF)
Licenza: NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione 1.1 MB
Formato Adobe PDF
1.1 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/74657
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact