I lettori della "Commedia" si sono interrogati sul rapporto tra piano del testo e piano dell'esperienza vissuta. La posizione maggioritaria, emersa già nel Trecento e ancora vitale ai giorni nostri, certifica il carattere di finzione del poema. Questo approccio, tuttavia, subisce nel tempo contraccolpi non lievi, accusando una serie di metamorfosi con vistose alterazioni dell'asseto di partenza: mentre i commentatori del XIV e del XV secolo avvalorano una dialettica tra favola e allegoria, il dibattito tardo-rinascimentale pone il problema del verosimile e un'ulteriore svolta si verifica con i romantici e, in particolare, con De Sanctis, che riporta la prospettiva escatologica a una tensione verso l'ideale, sostituendo la categoria di "fictio" con quella di "trasfigurazione". Nella temperie novecentesca, infine, il presupposto della finzione è destinato a perdere la sua presunta ovvietà, a fronte di punti di vista radicalmente alternativi.

Il presupposto della finzione

CRISTALDI, Sergio Alfio Maria
2015-01-01

Abstract

I lettori della "Commedia" si sono interrogati sul rapporto tra piano del testo e piano dell'esperienza vissuta. La posizione maggioritaria, emersa già nel Trecento e ancora vitale ai giorni nostri, certifica il carattere di finzione del poema. Questo approccio, tuttavia, subisce nel tempo contraccolpi non lievi, accusando una serie di metamorfosi con vistose alterazioni dell'asseto di partenza: mentre i commentatori del XIV e del XV secolo avvalorano una dialettica tra favola e allegoria, il dibattito tardo-rinascimentale pone il problema del verosimile e un'ulteriore svolta si verifica con i romantici e, in particolare, con De Sanctis, che riporta la prospettiva escatologica a una tensione verso l'ideale, sostituendo la categoria di "fictio" con quella di "trasfigurazione". Nella temperie novecentesca, infine, il presupposto della finzione è destinato a perdere la sua presunta ovvietà, a fronte di punti di vista radicalmente alternativi.
2015
9783793098188
Die Leser der "Commedia" haben sich ueber den Zusammenhang zwischen der Ebene des Textes und der Ebene der gelebten Erfahrung gemacht. Mehrheitlich wurde dabei die bereits in Trecento entstandene und heute noch lebendige Auffassung von der Fiktionalitat des Gedichts vertreten. Diese Annahme ist allerdings im Laufe der Zeit markanten Infragestellungen ausgesetz und unterliegt einer Reihe von Trasformationen, die die Ausgangslage sichtlich verandern: Wahrend die Kommentatoren des 14. und 15. Jahrhunderts auf der Dialektik von Fabel und Allegorie insistieren, dreht sich die Diskussion in der Spaterenaissance um das Problem der Wahrscheinlichkeit; eine Weitere Wende vollzieht sich mit den Romantikern, insbesondere mit De Sanctis, der in der eschatologischen Perspektive eine Tendenz zum Ideal hin zu erkennen glaubt, wobei er die Kategorie der "Fictio" durch die der "Transfiguration" ersetz. Im Klima des 20. Jahrunderts schliesslich verliert das Fiktionpostulat angesichts radikal alternativer Standpunkte seine vermeintliche Selbverstandilichkeit.
Dante; Commedia; finzione
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/79333
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact