Partendo dal presupposto che chiunque si trovi immerso nelle attività della pratica educativa giornaliera, è consapevole che la ricerca sia una necessità educativa fondamentale. In tal senso, l’esperienza ci conferma che si possono solo proporre agli alunni attività con ‘un senso’, utili per la vita, se il professore è aperto ai problemi quotidiani e reali. Al contrario, si trasmettono ‘contenuti morti, privi di fondamenti concreti’. Solo da questa condizione professionale, che implica un’apertura al mondo, si può trasmettere qualcosa con un senso e significato. Il fine primario dell’educazione è, perciò, dare risposte alle richieste dell’esistenza. Il come si trasmette, che include tanto le tecniche pedagogiche, pur essendo importante, è secondario, o meglio, relativo. In ogni caso, nella Scuola Primaria e Secondaria spagnola, durante gli ultimi due decenni del ‘900, i mezzi si sono andati convertendo in fini stessi. I grandi pensatori dell’educazione affermano che quello che volge al vero, al profondo dell’attività educativa è, in primo luogo, tenere presente quello che si deve trasmettere: un modello di uomo; quello che cerchiamo, in definitiva, nella educazione, è fare del bene all’uomo. Dunque, in seconda istanza, la prefigurazione di questo modello di uomo non dipende dalla ‘buona volontà’, ma dal conoscere ciò che migliora l’uomo. L’educatore è proteso alla ricerca o al ‘cercare’ i valori oggettivi vitali che siano convenienti all’uomo. Quando ci si riferisce alla professionalità docente è evidente il riferimento all’ordine dei valori profondi vitali necessari per un modo di vita migliore.

Un’analisi critica della professionalità docente in Spagna

MULE', PAOLINA
2010-01-01

Abstract

Partendo dal presupposto che chiunque si trovi immerso nelle attività della pratica educativa giornaliera, è consapevole che la ricerca sia una necessità educativa fondamentale. In tal senso, l’esperienza ci conferma che si possono solo proporre agli alunni attività con ‘un senso’, utili per la vita, se il professore è aperto ai problemi quotidiani e reali. Al contrario, si trasmettono ‘contenuti morti, privi di fondamenti concreti’. Solo da questa condizione professionale, che implica un’apertura al mondo, si può trasmettere qualcosa con un senso e significato. Il fine primario dell’educazione è, perciò, dare risposte alle richieste dell’esistenza. Il come si trasmette, che include tanto le tecniche pedagogiche, pur essendo importante, è secondario, o meglio, relativo. In ogni caso, nella Scuola Primaria e Secondaria spagnola, durante gli ultimi due decenni del ‘900, i mezzi si sono andati convertendo in fini stessi. I grandi pensatori dell’educazione affermano che quello che volge al vero, al profondo dell’attività educativa è, in primo luogo, tenere presente quello che si deve trasmettere: un modello di uomo; quello che cerchiamo, in definitiva, nella educazione, è fare del bene all’uomo. Dunque, in seconda istanza, la prefigurazione di questo modello di uomo non dipende dalla ‘buona volontà’, ma dal conoscere ciò che migliora l’uomo. L’educatore è proteso alla ricerca o al ‘cercare’ i valori oggettivi vitali che siano convenienti all’uomo. Quando ci si riferisce alla professionalità docente è evidente il riferimento all’ordine dei valori profondi vitali necessari per un modo di vita migliore.
2010
978-88-430-5317-9
Docenti spagnoli; Consulente; Formazione; Scuola; Università; Pensiero critico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/82597
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