Introduzione In ambito civilistico il medico legale, chiamato ad evidenziare gli elementi che consentono di accertare eventuali profili di responsabilità medica, deve tenere conto dell’evoluzione giurisprudenziale che, modificando i tradizionali schemi che attribuivano al creditore l’onere di provare che il danno era dovuto all’operato del medico, pone a carico del medico l’onere di dimostrare l’esatto adempimento della prestazione sanitaria o l’esistenza e la efficienza eziologica di altri fattori – imprevisti, imprevedibili o comunque non superabili mediante la diligenza media richiesta dal di lui operatore – idonei a provocare il danno. Gli autori riportano un caso giudiziario in cui il debitore non ha potuto dimostrare la presenza di altra causa idonea di danno, a lui non imputabile, e lo smarrimento di parte della documentazione sanitaria (tracciati cardiotocografici), non ha consentito di accertare l’eventuale esatto adempimento della prestazione sanitaria. Caso peritale Il caso giunto alla Ns osservazione, rientrante nell’ampia casistica esistente in letteratura sull’encefalopatia ipossico-ischemica, riguarda la nascita di una neonata a seguito di parto distocico. La disamina dell’iter clinico ha consentito di evidenziare come il parto di una giovane primipara, affetta da algie pelviche alla 41^ settimana, inizialmente fisiologico, si sia successivamente complicato, in epoca non precisata e scarsamente documentata, tanto da dover essere convertito in parto operativo mediante taglio cesareo. Alla nascita, la piccola presentava grave depressione respiratoria (indice di Apgar 1 minuto 1; 3 minuto 3; 5 minuto 5; 10 min 7) con necessità di rianimazione cardio-respiratoria con intubazione endotracheale e massaggio cardiaco esterno; acidosi metabolica (EGA arterioso: pH 7.0 pCO2 23.1, pO2 93, HCO3 8.0 ABE 24.4 < 2h) e la comparsa di sintomi neurologici precoci (movimento di suzione a vuoto, riflesso di ammiccamento e crisi di ipertono ai 4 arti). Allo stato della visita medico legale, il danno sofferto dalla bambina, di anni 5, permane in tutta la sua gravità, è presente tetraparesi spastica posturale ed epilessia generalizzata solo in parte controllata farmacologicamente; il controllo del capo è possibile, con adeguato sostegno al tronco, sebbene per tempi ridotti; non è possibile il mantenimento della posizione eretta, è presente una globale riduzione dell’ipertonia muscolare, assenti abilità manipolatorie e la capacità di comunicare verbalmente. Considerazioni medico-legali Nel caso in esame, gli Autori si sono soffermati sulle metodiche di induzione del parto e sulla patologia encefalopatia ipossico-ischemica. La indisponibilità dei tracciati cardiotocografici relativi al travaglio di parto non ha consentito di accertare con precisione l’inizio e la durata della sofferenza fetale. Non sono emersi elementi utili a dimostrare che la durata della sofferenza fetale sia stata breve e che, di conseguenza, non ha potuto causare i danni neurologici riscontrati sulla minore, atteso che la decisione di eseguire il parto cesareo fu presa per la presenza di sofferenza fetale già in atto. Il danno neurologico patito dalla piccola e i valori dell’emogasanalisi accertati dopo la nascita si ritengono incompatibili con uno stato di benessere fetale presente fino a 10 minuti prima dell’esecuzione del parto cesareo e, in accordo con gli altri elementi tecnico-circostanziali del caso concreto, rendono maggiormente verosimile l’ipotesi che la sofferenza sia insorta nel corso del travaglio. Non sono stati evidenziati altresì possibili fattori causali alternativi in grado di determinare il danno neurologico patito dalla piccola. Gli elementi obiettivi a disposizione hanno consentito di individuare l’etiopatogenesi dell’encefalopatia ipossico-ischemica nel momento del peripartum. Conclusioni Gli Autori hanno ritenuto che a fronte della sofferenza fetale insorta nel corso del travaglio non vi sia stata prova che l’intervento dei sanitari sia stato in concreto, improntato ai principi della migliore tecnica medica, mentre i dati clinici accertati alla nascita sono indicativi di grave e prolungata sofferenza ipossica.

La carenza documentale nell’accertamento della colpa medica in ambito civile

CASCIO, Orazio;
2012-01-01

Abstract

Introduzione In ambito civilistico il medico legale, chiamato ad evidenziare gli elementi che consentono di accertare eventuali profili di responsabilità medica, deve tenere conto dell’evoluzione giurisprudenziale che, modificando i tradizionali schemi che attribuivano al creditore l’onere di provare che il danno era dovuto all’operato del medico, pone a carico del medico l’onere di dimostrare l’esatto adempimento della prestazione sanitaria o l’esistenza e la efficienza eziologica di altri fattori – imprevisti, imprevedibili o comunque non superabili mediante la diligenza media richiesta dal di lui operatore – idonei a provocare il danno. Gli autori riportano un caso giudiziario in cui il debitore non ha potuto dimostrare la presenza di altra causa idonea di danno, a lui non imputabile, e lo smarrimento di parte della documentazione sanitaria (tracciati cardiotocografici), non ha consentito di accertare l’eventuale esatto adempimento della prestazione sanitaria. Caso peritale Il caso giunto alla Ns osservazione, rientrante nell’ampia casistica esistente in letteratura sull’encefalopatia ipossico-ischemica, riguarda la nascita di una neonata a seguito di parto distocico. La disamina dell’iter clinico ha consentito di evidenziare come il parto di una giovane primipara, affetta da algie pelviche alla 41^ settimana, inizialmente fisiologico, si sia successivamente complicato, in epoca non precisata e scarsamente documentata, tanto da dover essere convertito in parto operativo mediante taglio cesareo. Alla nascita, la piccola presentava grave depressione respiratoria (indice di Apgar 1 minuto 1; 3 minuto 3; 5 minuto 5; 10 min 7) con necessità di rianimazione cardio-respiratoria con intubazione endotracheale e massaggio cardiaco esterno; acidosi metabolica (EGA arterioso: pH 7.0 pCO2 23.1, pO2 93, HCO3 8.0 ABE 24.4 < 2h) e la comparsa di sintomi neurologici precoci (movimento di suzione a vuoto, riflesso di ammiccamento e crisi di ipertono ai 4 arti). Allo stato della visita medico legale, il danno sofferto dalla bambina, di anni 5, permane in tutta la sua gravità, è presente tetraparesi spastica posturale ed epilessia generalizzata solo in parte controllata farmacologicamente; il controllo del capo è possibile, con adeguato sostegno al tronco, sebbene per tempi ridotti; non è possibile il mantenimento della posizione eretta, è presente una globale riduzione dell’ipertonia muscolare, assenti abilità manipolatorie e la capacità di comunicare verbalmente. Considerazioni medico-legali Nel caso in esame, gli Autori si sono soffermati sulle metodiche di induzione del parto e sulla patologia encefalopatia ipossico-ischemica. La indisponibilità dei tracciati cardiotocografici relativi al travaglio di parto non ha consentito di accertare con precisione l’inizio e la durata della sofferenza fetale. Non sono emersi elementi utili a dimostrare che la durata della sofferenza fetale sia stata breve e che, di conseguenza, non ha potuto causare i danni neurologici riscontrati sulla minore, atteso che la decisione di eseguire il parto cesareo fu presa per la presenza di sofferenza fetale già in atto. Il danno neurologico patito dalla piccola e i valori dell’emogasanalisi accertati dopo la nascita si ritengono incompatibili con uno stato di benessere fetale presente fino a 10 minuti prima dell’esecuzione del parto cesareo e, in accordo con gli altri elementi tecnico-circostanziali del caso concreto, rendono maggiormente verosimile l’ipotesi che la sofferenza sia insorta nel corso del travaglio. Non sono stati evidenziati altresì possibili fattori causali alternativi in grado di determinare il danno neurologico patito dalla piccola. Gli elementi obiettivi a disposizione hanno consentito di individuare l’etiopatogenesi dell’encefalopatia ipossico-ischemica nel momento del peripartum. Conclusioni Gli Autori hanno ritenuto che a fronte della sofferenza fetale insorta nel corso del travaglio non vi sia stata prova che l’intervento dei sanitari sia stato in concreto, improntato ai principi della migliore tecnica medica, mentre i dati clinici accertati alla nascita sono indicativi di grave e prolungata sofferenza ipossica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/83137
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