Questo articolo intende mettere in evidenza l'originalità e la modernità dell'interpretazione di Cataudella del cosiddetto "Platone orale". La tesi di Cataudella, infatti, intende travalicare la contrapposizione, in Platone, fra oralità e scrittura: l’espressione “Platone orale” non è infatti esclusiva dell’altra, “Platone scritto”, nella misura in cui oralità e scrittura si avvicendano nella pratica didattica di Platone, il dialogo filosofico. In questo modo Cataudella da torto agli esoteristi quanto agli antiesoteristi. La sua originalità risiede inoltre nei testi che prende in esame, poiché si serve non solo e non tanto della auto-testimonianza di Platone e della testimonianza di Aristotele e dei suoi seguaci, ma anche e soprattutto di tutta una serie di testimonianze letterarie, di cui nessuno aveva prima di lui riconosciuto la validità, quali ad esempio le Lettere di Chione di Eraclea, la lettera di Fedro, e cioè la XXVII del corpus delle Lettere di Socrate e dei Socratici, delle Nuvole e delle Ecclesiazuse di Aristofane, di alcuni testi ermetici, del De mundo pseudo-aristotelico, e persino delle Enneadi di Plotino, ritenuto come l’ultimo fedele interprete del “Platone orale” per via del suo particolare metodo di insegnamento.

il Platone orale di Quintino Cataudella

GIARDINA, GIOVANNA RITA
2009-01-01

Abstract

Questo articolo intende mettere in evidenza l'originalità e la modernità dell'interpretazione di Cataudella del cosiddetto "Platone orale". La tesi di Cataudella, infatti, intende travalicare la contrapposizione, in Platone, fra oralità e scrittura: l’espressione “Platone orale” non è infatti esclusiva dell’altra, “Platone scritto”, nella misura in cui oralità e scrittura si avvicendano nella pratica didattica di Platone, il dialogo filosofico. In questo modo Cataudella da torto agli esoteristi quanto agli antiesoteristi. La sua originalità risiede inoltre nei testi che prende in esame, poiché si serve non solo e non tanto della auto-testimonianza di Platone e della testimonianza di Aristotele e dei suoi seguaci, ma anche e soprattutto di tutta una serie di testimonianze letterarie, di cui nessuno aveva prima di lui riconosciuto la validità, quali ad esempio le Lettere di Chione di Eraclea, la lettera di Fedro, e cioè la XXVII del corpus delle Lettere di Socrate e dei Socratici, delle Nuvole e delle Ecclesiazuse di Aristofane, di alcuni testi ermetici, del De mundo pseudo-aristotelico, e persino delle Enneadi di Plotino, ritenuto come l’ultimo fedele interprete del “Platone orale” per via del suo particolare metodo di insegnamento.
2009
Platone; oralità; scrittura
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