La scoperta della diversità è indispensabile alla costruzione della propria identità, a tutti i livelli, da quello dell’individuo in formazione ai gruppi sociali alle Nazioni. Questo lavoro affronta il problema dell’alterità nella modalità del confronto con lo straniero e sulle direttrici Nord-Sud e Oriente-Occidente, soffermandosi sulla rappresentazione letteraria dell’esotico negli anni cruciali della formazione dell’impero coloniale francese. Quattro testi brevi vengono analizzati: i racconti Kadour e Katel (1872) di Alphonse Daudet, Marroca (1882)di Guy de Maupassant e Les Trois Dames de la Kasbah (1896) di Pierre Loti e il romanzo breve La Dame Turque (1898) di Jean Lorrain. Al di là delle personali modulazioni, l’indicazione sarà sempre dell’impossibilità di un contatto e soprattutto del fallimento di ogni opportunità di conoscenza: il racconto dell’uomo europeo nulla rivela dell’altro e tutto di sé, dei propri fantasmi, dei propri desideri, delle proprie paure, proiettate sull’altro ed in esso incarnate. Lo sguardo ha fallito, ma proprio lo sguardo, come viene rappresentato nel capolavoro di Delacroix Femmes d’Alger dans leur appartement, può indicare la strada per liberarci dallo stereotipo.

Le vertige et le miroir. Sur la représentation de l'autre dans la production française "exotique"

SIPALA, Carminella
2011-01-01

Abstract

La scoperta della diversità è indispensabile alla costruzione della propria identità, a tutti i livelli, da quello dell’individuo in formazione ai gruppi sociali alle Nazioni. Questo lavoro affronta il problema dell’alterità nella modalità del confronto con lo straniero e sulle direttrici Nord-Sud e Oriente-Occidente, soffermandosi sulla rappresentazione letteraria dell’esotico negli anni cruciali della formazione dell’impero coloniale francese. Quattro testi brevi vengono analizzati: i racconti Kadour e Katel (1872) di Alphonse Daudet, Marroca (1882)di Guy de Maupassant e Les Trois Dames de la Kasbah (1896) di Pierre Loti e il romanzo breve La Dame Turque (1898) di Jean Lorrain. Al di là delle personali modulazioni, l’indicazione sarà sempre dell’impossibilità di un contatto e soprattutto del fallimento di ogni opportunità di conoscenza: il racconto dell’uomo europeo nulla rivela dell’altro e tutto di sé, dei propri fantasmi, dei propri desideri, delle proprie paure, proiettate sull’altro ed in esso incarnate. Lo sguardo ha fallito, ma proprio lo sguardo, come viene rappresentato nel capolavoro di Delacroix Femmes d’Alger dans leur appartement, può indicare la strada per liberarci dallo stereotipo.
2011
978-80-223-3016-9
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