E' stato eseguito uno studio finalizzato alla definizione della pericolosità e della risposta sismica locale nell’area urbana del Comune di Lentini, localizzato in Sicilia sud-orientale tra il margine meridionale della Piana di Catania e il limite nord dell’Altopiano Ibleo. La sismicità che caratterizza quest’area è distribuita in due settori: lungo la costa ionica, dove gli eventi raggiungono magnitudo M=7.0 e nell’area interna del Plateau Ibleo, caratterizzata dal verificarsi di terremoti di magnitudo M≤5.5. E' stata ricavata la storia sismica di Lentini e sono stati calcolati i valori di hazard al sito, in termini di periodo di ritorno e probabilità di ricorrenza tramite il metodo di Magri et al. (1994). I periodi di ritorno ottenuti per le varie classi di intensità risultano essere più brevi di quelli calcolati mediante la metodologia di Cornell (Slejko et al., 1998) e indicano elevate probabilità che ad intervalli di circa cento anni possono ripetersi eventi di intensità VIII. Allo scopo di evidenziare eventuali effetti di sito legati alla geologia locale è stato effettuato inoltre uno studio dettagliato del terremoto del 13 dicembre 1990, visionando circa 600 schede di sopralluogo, compilate successivamente al terremoto. Ciò ha permesso di costruire la carta di distribuzione dei danni per l’abitato di Lentini, assegnando agli edifici le rispettive classi di vulnerabilità secondo la scala macrosismica EMS-98 (Grunthal, 1998). La carta dei danni rivela una disomogeneità di distribuzione del livello di danneggiamento con quattro aree caratterizzate dalla presenza di danni del 3° grado racchiuse entro zone più ampie, con danni minori (2° grado), a loro volta comprese in un’area più omogenea, estesa all’intero abitato, in cui sono stati registrati danni lievi (1° grado). Questa particolare distribuzione del danneggiamento sembra legata alle caratteristiche dei terreni di fondazione piuttosto che alla tipologia costruttiva degli edifici, la quale risulta piuttosto uniforme in aree attigue. La sovrapposizione della carta dei danni con la carta geolitologica dell’area evidenzia, infatti, che gli edifici maggiormente danneggiati sono costruiti su terreni soffici, alluvioni e argille. In particolare, nel centro storico, caratterizzato da edifici della stessa tipologia costruttiva, i danni gravi sono limitati a un’area ristretta edificata su materiale alluvionale. Allo scopo di verificare la presenza di effetti di sito nella distribuzione dei danni causati dal terremoto del 1990 a Lentini, sono state realizzate misure di noise ambientale, sui differenti litotipi affioranti, elaborando i segnali registrati mediante la tecnica dei rapporti spettrali H/V (Nakamura, 1989). I risultati ottenuti mostrano la presenza di picchi significativi di amplificazione sia nei siti ubicati sui terreni alluvionali sia sulle argille pleistoceniche. Sono state inoltre realizzate delle modellazioni 1-D le quali indicano che la superficie di discontinuità, che limita inferiormente il pacco di sedimenti soffici responsabili delle amplificazioni osservate, si trova a profondità di circa 50 m. Questi risultati pongono in evidenza che gli effetti di sito riscontrati sono attribuibili oltre che alla presenza di alluvioni e argille, i cui spessori sono relativamente modesti, all’esistenza di sottostanti livelli calcarenitici in facies sabbiosa e poco cementata.

Pericolosità e risposta sismica locale nell’area di Lentini (Sicilia sud-orientale)

LOMBARDO, Giuseppe;BARBANO, Maria Serafina;DISTEFANO, Giovanni
2006-01-01

Abstract

E' stato eseguito uno studio finalizzato alla definizione della pericolosità e della risposta sismica locale nell’area urbana del Comune di Lentini, localizzato in Sicilia sud-orientale tra il margine meridionale della Piana di Catania e il limite nord dell’Altopiano Ibleo. La sismicità che caratterizza quest’area è distribuita in due settori: lungo la costa ionica, dove gli eventi raggiungono magnitudo M=7.0 e nell’area interna del Plateau Ibleo, caratterizzata dal verificarsi di terremoti di magnitudo M≤5.5. E' stata ricavata la storia sismica di Lentini e sono stati calcolati i valori di hazard al sito, in termini di periodo di ritorno e probabilità di ricorrenza tramite il metodo di Magri et al. (1994). I periodi di ritorno ottenuti per le varie classi di intensità risultano essere più brevi di quelli calcolati mediante la metodologia di Cornell (Slejko et al., 1998) e indicano elevate probabilità che ad intervalli di circa cento anni possono ripetersi eventi di intensità VIII. Allo scopo di evidenziare eventuali effetti di sito legati alla geologia locale è stato effettuato inoltre uno studio dettagliato del terremoto del 13 dicembre 1990, visionando circa 600 schede di sopralluogo, compilate successivamente al terremoto. Ciò ha permesso di costruire la carta di distribuzione dei danni per l’abitato di Lentini, assegnando agli edifici le rispettive classi di vulnerabilità secondo la scala macrosismica EMS-98 (Grunthal, 1998). La carta dei danni rivela una disomogeneità di distribuzione del livello di danneggiamento con quattro aree caratterizzate dalla presenza di danni del 3° grado racchiuse entro zone più ampie, con danni minori (2° grado), a loro volta comprese in un’area più omogenea, estesa all’intero abitato, in cui sono stati registrati danni lievi (1° grado). Questa particolare distribuzione del danneggiamento sembra legata alle caratteristiche dei terreni di fondazione piuttosto che alla tipologia costruttiva degli edifici, la quale risulta piuttosto uniforme in aree attigue. La sovrapposizione della carta dei danni con la carta geolitologica dell’area evidenzia, infatti, che gli edifici maggiormente danneggiati sono costruiti su terreni soffici, alluvioni e argille. In particolare, nel centro storico, caratterizzato da edifici della stessa tipologia costruttiva, i danni gravi sono limitati a un’area ristretta edificata su materiale alluvionale. Allo scopo di verificare la presenza di effetti di sito nella distribuzione dei danni causati dal terremoto del 1990 a Lentini, sono state realizzate misure di noise ambientale, sui differenti litotipi affioranti, elaborando i segnali registrati mediante la tecnica dei rapporti spettrali H/V (Nakamura, 1989). I risultati ottenuti mostrano la presenza di picchi significativi di amplificazione sia nei siti ubicati sui terreni alluvionali sia sulle argille pleistoceniche. Sono state inoltre realizzate delle modellazioni 1-D le quali indicano che la superficie di discontinuità, che limita inferiormente il pacco di sedimenti soffici responsabili delle amplificazioni osservate, si trova a profondità di circa 50 m. Questi risultati pongono in evidenza che gli effetti di sito riscontrati sono attribuibili oltre che alla presenza di alluvioni e argille, i cui spessori sono relativamente modesti, all’esistenza di sottostanti livelli calcarenitici in facies sabbiosa e poco cementata.
2006
88-902101-1-7
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/101163
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