Dopo dieci anni dalla celebre lettura di M. D'Antona nel cinquantenario della Rivista giuridica del lavoro, lo studio rivisita il diritto al lavoro, prendendo le mosse dalle riflessioni che, dalla fine degli anni novanta, lo hanno riconsiderato in ambito giuslavoristico e costituzionalistico. L'accostamento dell'art. 4 della Cost. nazionale alle disposizioni della Carta di Nizza e di altre Carte europee di diritti consente di ricostruire il diritto in questione in una prospettiva "multilivello", qualificandolo come diritto sociale "pluridimensionale" nel quale è visibile tanto una dimensione negativa (il diritto-libertà di lavoro), quanto una dimensione positiva (il diritto a congrue politiche dell'occupazione e ad un'efficiente sistema di servizi per l'impiego). Da quest'ottica lo studio affronta il tema dei servizi per l'impiego, della loro qualificazione e regolazione, in ambito comunitario e nazionale, della loro finalizzazione alla ricerca di impieghi "personalmente" adeguati. Nella prospettiva del "welfare attivo" viene considerato il rapporto tra cittadini-utenti disoccupati ed uffici pubblici erogatori dei servizi, la tendenza - diffusa in molti Paesi europei - ad impiegare accordi contrattuali o "para-contrattuali" per la regolazione dei reciproci obblighi e la corrispondente diffusione, in Italia, dei "patti di servizio". Sul presupposto che il soddisfacimento del diritto al lavoro non esiga prestazioni e servizi esclusivamente pubblici e che - sulla base del principio di sussidiarietà orizzontale - esso debba, piuttosto, avvenire nel contesto di un sistema di servizi "a più protagonisti", vengono considerati i modelli e gli strumenti giuridici della partnership pubblico-privato nella erogazione dei servizi per l'impiego. La prospettiva "multilivello" viene, infine, ripresa nell'analisi delle competenze - legislative e amministrative - di Stato e Regioni riguardanti il soddisfacimento del diritto. Nell'idea che in un sistema giuridico policentrico e multilivello (come quello italiano) l'effettività dei diritti - e, dunque, dello stesso diritto al lavoro - debba essere perseguita non soltanto a livello statale, ma anche sub-statuale, si suggerisce un'articolazione delle competenze su entrambi i livelli dell'ordinamento, con un'opzione di favore per il decentramento e per le differenziazioni normative a livello regionale, proprio al fine di garantire un più effettivo ed adeguato soddisfacimento del diritto al lavoro.

Il diritto sociale al lavoro nei mercati integrati. I servizi per l'impiego tra regolazione comunitaria e nazionale

ALAIMO, Anna Maria
2009-01-01

Abstract

Dopo dieci anni dalla celebre lettura di M. D'Antona nel cinquantenario della Rivista giuridica del lavoro, lo studio rivisita il diritto al lavoro, prendendo le mosse dalle riflessioni che, dalla fine degli anni novanta, lo hanno riconsiderato in ambito giuslavoristico e costituzionalistico. L'accostamento dell'art. 4 della Cost. nazionale alle disposizioni della Carta di Nizza e di altre Carte europee di diritti consente di ricostruire il diritto in questione in una prospettiva "multilivello", qualificandolo come diritto sociale "pluridimensionale" nel quale è visibile tanto una dimensione negativa (il diritto-libertà di lavoro), quanto una dimensione positiva (il diritto a congrue politiche dell'occupazione e ad un'efficiente sistema di servizi per l'impiego). Da quest'ottica lo studio affronta il tema dei servizi per l'impiego, della loro qualificazione e regolazione, in ambito comunitario e nazionale, della loro finalizzazione alla ricerca di impieghi "personalmente" adeguati. Nella prospettiva del "welfare attivo" viene considerato il rapporto tra cittadini-utenti disoccupati ed uffici pubblici erogatori dei servizi, la tendenza - diffusa in molti Paesi europei - ad impiegare accordi contrattuali o "para-contrattuali" per la regolazione dei reciproci obblighi e la corrispondente diffusione, in Italia, dei "patti di servizio". Sul presupposto che il soddisfacimento del diritto al lavoro non esiga prestazioni e servizi esclusivamente pubblici e che - sulla base del principio di sussidiarietà orizzontale - esso debba, piuttosto, avvenire nel contesto di un sistema di servizi "a più protagonisti", vengono considerati i modelli e gli strumenti giuridici della partnership pubblico-privato nella erogazione dei servizi per l'impiego. La prospettiva "multilivello" viene, infine, ripresa nell'analisi delle competenze - legislative e amministrative - di Stato e Regioni riguardanti il soddisfacimento del diritto. Nell'idea che in un sistema giuridico policentrico e multilivello (come quello italiano) l'effettività dei diritti - e, dunque, dello stesso diritto al lavoro - debba essere perseguita non soltanto a livello statale, ma anche sub-statuale, si suggerisce un'articolazione delle competenze su entrambi i livelli dell'ordinamento, con un'opzione di favore per il decentramento e per le differenziazioni normative a livello regionale, proprio al fine di garantire un più effettivo ed adeguato soddisfacimento del diritto al lavoro.
2009
978-88-348-9501-6
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