I saggi raccolti nel volume compongono un libro in due tempi sui linguaggi autonomi e complementari della letteratura e del cinema. Nella prima parte sono gli scrittori siciliani a occupare la scena: due prove minori e inedite del primo e dell’ultimo De Roberto; una rilettura del "Fu Mattia Pascal" di Pirandello sullo sfondo delle suggestioni spiritualistiche "entre deux siecles"; il Quasimodo ligure negli anni della rivista “Circoli” e delle amicizie intellettuali con Angelo Barile, Adriano Grande e Angiolo Silvio Novaro, ma anche la fenomenologia letteraria ed esistenziale dell’isolitudine, motivo prediletto dal poeta modicano, ma comune a tanti siciliani. E infine i conti di Sciascia e del protagonista del suo "Candido" con i “padri”ideologici ed artistici e un bilancio in tre momenti della esperienza poetica dialettale, da Francesco Guglielmino alla contemporaneità. Nella seconda parte, sono le suggestioni che la Sicilia ha consegnato ai registi cinematografici e che hanno alimentato spesso un corposo immaginario di stereotipi, fino a quando non hanno trovato registi come Luchino Visconti che, nella "Terra trema" e nel "Gattopardo", sapesse elevarli a sublimi ragioni morali e artistiche.
La penna e la macchina da presa. Itinerari tra letteratura e cinema
CASTELLI, Rosario
2007-01-01
Abstract
I saggi raccolti nel volume compongono un libro in due tempi sui linguaggi autonomi e complementari della letteratura e del cinema. Nella prima parte sono gli scrittori siciliani a occupare la scena: due prove minori e inedite del primo e dell’ultimo De Roberto; una rilettura del "Fu Mattia Pascal" di Pirandello sullo sfondo delle suggestioni spiritualistiche "entre deux siecles"; il Quasimodo ligure negli anni della rivista “Circoli” e delle amicizie intellettuali con Angelo Barile, Adriano Grande e Angiolo Silvio Novaro, ma anche la fenomenologia letteraria ed esistenziale dell’isolitudine, motivo prediletto dal poeta modicano, ma comune a tanti siciliani. E infine i conti di Sciascia e del protagonista del suo "Candido" con i “padri”ideologici ed artistici e un bilancio in tre momenti della esperienza poetica dialettale, da Francesco Guglielmino alla contemporaneità. Nella seconda parte, sono le suggestioni che la Sicilia ha consegnato ai registi cinematografici e che hanno alimentato spesso un corposo immaginario di stereotipi, fino a quando non hanno trovato registi come Luchino Visconti che, nella "Terra trema" e nel "Gattopardo", sapesse elevarli a sublimi ragioni morali e artistiche.File | Dimensione | Formato | |
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