Consapevole di quanto - nei testi d'invenzione e nelle cosiddette "scritture dell'io" - la finzione letteraria e le urgenze del vissuto si mescolino inestricabilmente, rendendo così impossibile sceverare verità e menzogna, l'autore ha raccolto in questo volume il frutto di alcune ricerche riguardanti la letteratura della reclusione, le "Memorie" di Lorenzo Da Ponte, il "Manoscritto di un prigioniero" di Carlo Bini, il "Libro segreto" e gli epistolari di Gabriele d'Annunzio, la narrativa e il reportage di Anna Maria Ortese, ma anche un'indagine su Giuseppe De Robertis interprete di Alfieri e una divagazione a proposito di una curiosa lettera di Vitaliano Brancati al padre. Ha cercato di procedere senza chiavi di lettura prestabilite ma interrogando, piuttosto, i testi (talvolta malnoti) per rinvenire, nelle malizie dello stile o nelle pieghe delle strutture (e nei doppifondi del non detto o del troppo detto), qualche ipotesi critica che valga a spiegare il fascino perdurante di queste opere, l'importanza cruciale dei loro autori.
Le varianti dell'io. Intersezioni tra vita e finzione letteraria
	
	
	
		
		
		
		
		
	
	
	
	
	
	
	
	
		
		
		
		
		
			
			
			
		
		
		
		
			
			
				
				
					
					
					
					
						
							
						
						
					
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
			
			
		
		
		
		
	
Giuseppe Traina
			2008-01-01
Abstract
Consapevole di quanto - nei testi d'invenzione e nelle cosiddette "scritture dell'io" - la finzione letteraria e le urgenze del vissuto si mescolino inestricabilmente, rendendo così impossibile sceverare verità e menzogna, l'autore ha raccolto in questo volume il frutto di alcune ricerche riguardanti la letteratura della reclusione, le "Memorie" di Lorenzo Da Ponte, il "Manoscritto di un prigioniero" di Carlo Bini, il "Libro segreto" e gli epistolari di Gabriele d'Annunzio, la narrativa e il reportage di Anna Maria Ortese, ma anche un'indagine su Giuseppe De Robertis interprete di Alfieri e una divagazione a proposito di una curiosa lettera di Vitaliano Brancati al padre. Ha cercato di procedere senza chiavi di lettura prestabilite ma interrogando, piuttosto, i testi (talvolta malnoti) per rinvenire, nelle malizie dello stile o nelle pieghe delle strutture (e nei doppifondi del non detto o del troppo detto), qualche ipotesi critica che valga a spiegare il fascino perdurante di queste opere, l'importanza cruciale dei loro autori.| File | Dimensione | Formato | |
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