La straordinaria capacità dell’uomo di innovarsi è evidente nelle forme dei beni edilizi, frutto dell’evoluzione di idee, concezioni, modi di vita. Essi acquistano forza in quanto materia e volumi esistenti, le superfici esterne, emblema del trascorrere del tempo e insieme visibile delle vicende umane, esprimono l’essere state rovine e portano orgogliose i segni del passato. L’intervento sulle superfici esterne comporta non solo di addomesticare lo spazio, ma di preservare un luogo vivibile e fruibile, di difendere il tempo e i suoi valori, di mantenere vivo ciò che il bene edilizio ha espresso; l’intento è avvalersi di raziocinio, ma anche di sensibilità e passione per ciò che l’edificio ha rappresentato nel passato. Lo strumento utilizzato è un osservatorio i cui scopo è percepire le condizioni di stato delle superfici esterne, osservare fenomeni ed effetti, esiti di tentativi di riqualificazione e recupero, indagare sulla loro collocazione all’interno del processo edilizio. L’attenzione si punta più sulle differenze che sulle analogie: l’osservatorio mette in luce incompatibilità, stati irreversibili, difformità, errori progettuali, tecnologici e funzionali. Gli esiti di questo osservatorio hanno portato ad applicarlo su un centro urbano di particolare consistenza materica e formale: Ortigia. Ortigia ha la caratteristica affascinante di portare sulle sue superfici le tracce di eventi, dominazioni, culture. Gli ambienti urbani, le piazze, gli spazi aperti, i lungomare caratterizzano l’edificato e lo definiscono attraverso la materia che appare: la superficie esterna, fatta di pietra e intonaco. Attraverso questi due elementi e con il contributo della luce e della modellazione dello spazio architettonico emergono scorci e prospettive fantastiche. L’immagine e la percezione dei caratteri di Ortigia sono, oggi, quelle di un centro urbano ri-tinteggiato o abbandonato, con pietra e intonaco ri-puliti eccessivamente o fortemente connotati dal degrado. “Troppo nuovo” e “troppo vecchio”, elementi caratterizzanti parti diverse della città, si trovano a coesistere nello stesso aggregato urbano dove non si percepisce più il senso della storia, dei valori, dell’identità. L’osservatorio mira a rendere palesi i caratteri delle superfici, a validarne i significato materici e formali, a monitorare il passare del tempo sulla materia.

PIETRA E INTONACO. UN OSSERVATORIO PER LE SUPERFICI ESTERNE DI ORTIGIA. STONE AND PLASTER. Observatory for external surfaces of Ortigia

CANTONE, FERNANDA
2012-01-01

Abstract

La straordinaria capacità dell’uomo di innovarsi è evidente nelle forme dei beni edilizi, frutto dell’evoluzione di idee, concezioni, modi di vita. Essi acquistano forza in quanto materia e volumi esistenti, le superfici esterne, emblema del trascorrere del tempo e insieme visibile delle vicende umane, esprimono l’essere state rovine e portano orgogliose i segni del passato. L’intervento sulle superfici esterne comporta non solo di addomesticare lo spazio, ma di preservare un luogo vivibile e fruibile, di difendere il tempo e i suoi valori, di mantenere vivo ciò che il bene edilizio ha espresso; l’intento è avvalersi di raziocinio, ma anche di sensibilità e passione per ciò che l’edificio ha rappresentato nel passato. Lo strumento utilizzato è un osservatorio i cui scopo è percepire le condizioni di stato delle superfici esterne, osservare fenomeni ed effetti, esiti di tentativi di riqualificazione e recupero, indagare sulla loro collocazione all’interno del processo edilizio. L’attenzione si punta più sulle differenze che sulle analogie: l’osservatorio mette in luce incompatibilità, stati irreversibili, difformità, errori progettuali, tecnologici e funzionali. Gli esiti di questo osservatorio hanno portato ad applicarlo su un centro urbano di particolare consistenza materica e formale: Ortigia. Ortigia ha la caratteristica affascinante di portare sulle sue superfici le tracce di eventi, dominazioni, culture. Gli ambienti urbani, le piazze, gli spazi aperti, i lungomare caratterizzano l’edificato e lo definiscono attraverso la materia che appare: la superficie esterna, fatta di pietra e intonaco. Attraverso questi due elementi e con il contributo della luce e della modellazione dello spazio architettonico emergono scorci e prospettive fantastiche. L’immagine e la percezione dei caratteri di Ortigia sono, oggi, quelle di un centro urbano ri-tinteggiato o abbandonato, con pietra e intonaco ri-puliti eccessivamente o fortemente connotati dal degrado. “Troppo nuovo” e “troppo vecchio”, elementi caratterizzanti parti diverse della città, si trovano a coesistere nello stesso aggregato urbano dove non si percepisce più il senso della storia, dei valori, dell’identità. L’osservatorio mira a rendere palesi i caratteri delle superfici, a validarne i significato materici e formali, a monitorare il passare del tempo sulla materia.
2012
978-88492-2500-6
MATERIA; PERCEZIONE; CONDIZIONI DI STATP
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/102268
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