Nelle tre sezioni che compongono queste Istituzioni di filosofia medievale non sono riproposte in una diversa combinazione i vecchi modelli strutturali della manualistica, ma semplicemente sono suggerite (e in via del tutto sperimentale) un itinerario didattico che consenta allo studente un apprendimento modulare e progressivo degli elementi essenziali, sia storici che teorici (ma anche bibliografici), del pensiero medievale quale universo di idee che, da un lato non appaia, antistoricamente, come indifferenziato e omogeneo, ma neppure disarticolato e quasi a compartimenti stagni secondo le diverse aree geopolitiche e culturali, e dall’altro lato venga percepito e conosciuto come una costruzione dinamica e analiticamente percorribile nelle sue direttrici fondamentali autonome e al contempo permeabili, interconnesse e tendenti, al limite, verso un comune denominatore risalente all’età classica e tardoantica. Le quattro “filosofie” medievali, di cui parla oggi la storiografia più avveduta, bizantina, giudaica, arabo-islamica e latina, altro non sono (e devono, quindi, apparire allo studente) che una continua e poliedrica translatio studiorum fondata sul pensiero greco clessico secondo le trasformazioni e le configurazioni (misurabili parzialmente, ma non essenzialmente, in funzione delle originali visioni delle tre grandi religioni monoteistiche) da esso assunte nella tarda antichità
Istituzioni di Filosofia Medievale II ed
MARTELLO, Concetto;
2002-01-01
Abstract
Nelle tre sezioni che compongono queste Istituzioni di filosofia medievale non sono riproposte in una diversa combinazione i vecchi modelli strutturali della manualistica, ma semplicemente sono suggerite (e in via del tutto sperimentale) un itinerario didattico che consenta allo studente un apprendimento modulare e progressivo degli elementi essenziali, sia storici che teorici (ma anche bibliografici), del pensiero medievale quale universo di idee che, da un lato non appaia, antistoricamente, come indifferenziato e omogeneo, ma neppure disarticolato e quasi a compartimenti stagni secondo le diverse aree geopolitiche e culturali, e dall’altro lato venga percepito e conosciuto come una costruzione dinamica e analiticamente percorribile nelle sue direttrici fondamentali autonome e al contempo permeabili, interconnesse e tendenti, al limite, verso un comune denominatore risalente all’età classica e tardoantica. Le quattro “filosofie” medievali, di cui parla oggi la storiografia più avveduta, bizantina, giudaica, arabo-islamica e latina, altro non sono (e devono, quindi, apparire allo studente) che una continua e poliedrica translatio studiorum fondata sul pensiero greco clessico secondo le trasformazioni e le configurazioni (misurabili parzialmente, ma non essenzialmente, in funzione delle originali visioni delle tre grandi religioni monoteistiche) da esso assunte nella tarda antichitàI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.