La nascita di ogni startup è un processo complesso, incerto, fragile, ma come tutti i fenomeni creativi, estremamente potente. Il titolo del volume è “Straight Up” e significa vai avanti per la tua strada, in modo veloce, tenace e di-retto. Ogni nuovo progetto imprenditoriale ha bisogno di passione, creatività e grande energia e richiede compe-tenza e professionalità per evitare le trappole che conducono alla death valley. Il percorso di chi crea una startup può essere sin-teticamente racchiuso in una singola espressione: Straight Up! Questo è il filo conduttore del volume che intende fornire al futuro imprenditore sia un aiuto concreto sulla strumentazione di bordo che lo orienterà lungo il percorso imprenditoriale, sia il supporto al processo di learning esperienziale in una prospettiva di soste-nibilità e performance della startup. Gli argomenti trattati sono organizzati attorno a quattro grandi blocchi concettuali: Who, Why, How, What. Il primo (Who) e il secondo (Why) sono dedicati all’imprenditore. Le caratteristiche psicologiche, la sua personalità, le motivazioni e ambizioni, le pulsio-ni che lo agitano, la sua antifragilità, rappresentano il più grande nucleo, in termini di rilevanza, del com-plicato meccanismo della genesi imprenditoriale. L’imprenditorialità è fondamentalmente un fatto uma-no e le caratteristiche personali dell’imprenditore so-no i fattori più importanti per il successo della nuova impresa, ancor più importanti dell’idea imprenditoriale stessa o dell’attrattività del mercato. Ma il Who e il Why condizionano anche il terzo (How) e il quarto blocco di analisi (What). Se un soggetto esprime un forte desiderio di impren-ditorialità e un’intenzione potente e resiliente, allo-ra egli manifesterà una percezione di fattibilità posi-tiva e realistica, rendendo possibile la ridefinizione dei vincoli esterni e portando avanti un progetto im-prenditoriale di tipo iterativo e sperimentale, alimen-tato da una logica di learning by doing (How). La rappresentazione ed il monitoraggio di questo percorso porterà alla redazione del business plan (What), ad una serie di piani snelli e all’individuazione di una batteria di indicatori chiave (KPI). Tutto il processo di creazione della nuova impresa è alimentato e sostenuto dalla fiducia, fiducia che l’imprenditore ripone in sé stesso e che è in grado di attivare negli stakeholder. Ma la fiducia è anche quella che la collettività ri-pone nei nuovi progetti attraverso le iniziative di po-licy a supporto dell’innovazione, che assorbono i ri-schi connessi con la giovinezza dell’impresa. Recentemente, e non solo in Italia, l’interesse ver-so le startup è andato crescendo, grazie alle opportu-nità offerte dall’evoluzione della tecnologia digitale e molti soggetti hanno cominciato a pensare concreta-mente alla creazione di una nuova impresa quale percor-so di vita individuale e professionale. Sebbene l’imprenditorialità rappresenti un tema cen-trale nella letteratura economica-aziendale, l’attenzione incalzante sulle startup rischia non solo di diventare un fenomeno trendy e poco sostanzioso dal punto di vista della sostenibilità della nuova azienda, ma anche un falso mito per tanti giovani, che lo inter-pretano come occasione economica e di visibilità socia-le. Piuttosto che preoccuparsi del percorso complesso e impegnativo necessario per portare avanti il processo di nascita della nuova impresa, l’aspirante imprendito-re viene attratto dalle sfavillanti luci dello star sy-stem delle startup che, in molti Paesi, anche grazie alla crescente attenzione dei policy maker, pullula di palcoscenici per competizioni ed eventi, che alimentano aspettative, ma anche delusioni e azioni inconsistenti. In questo caso, la vanità e il bisogno di visibilità distolgono dalla focalizzazione e dalla coscienziosità che meriterebbe un progetto di creazione di una nuova impresa. Creatività, idee e innovazioni consentono di accen-dere la lampadina, di creare l’energia utile per dare il via al percorso imprenditoriale; ma questo non è sufficiente e non significa che la startup possa parti-re e funzionare. L’ energia del fondatore deve produrre informazioni e decisioni sulle caratteristiche della domanda, sui bisogni del mercato, sui competitors, sui processi interni, sull’’evoluzione tecnologica, sulle risorse da reperire, e lo deve fare con il giusto senso del tempo. “timing your startup” dicono gli anglosasso-ni e il timing è la dimensione fondamentale per la so-stenibilità della nuova impresa, variabile competitiva cruciale che implica non solo non essere in ritardo, ma anche non arrivare troppo in anticipo. Mettendo in crisi la staticità ed i falsi miti dei tradizionali approcci per la redazione di un "perfetto" business plan, i contenuti del libro offrono un cammino iterativo, esperienziale, ispirato alla logica del lean management che consente al futuro imprenditore di co-struire in modo incrementale il proprio business plan taylor-made e di sviluppare know-how e strumenti comu-nicativi attraverso cui presentare efficacemente la nuova impresa all'ecosistema ed agli investitori. Una nuova startup può partire e resistere sul merca-to solo quando si viene a creare una preziosa alchimia tra talento, passione, progettualità. Straight Up, per far nascere una nuova impresa, si-gnifica orientare quel percorso, che è anche e soprat-tutto un percorso di fiducia, che trae origine da sogni trasformati in progetti, da passione ed intenzione convertita in tenacia imprenditoriale, da disequilibri di mercato tramutati in opportunità, innovazione e azione.
Straight up. Percorsi strategici per nuove imprese
SCHILLACI, Carmela;ROMANO, Marco
2016-01-01
Abstract
La nascita di ogni startup è un processo complesso, incerto, fragile, ma come tutti i fenomeni creativi, estremamente potente. Il titolo del volume è “Straight Up” e significa vai avanti per la tua strada, in modo veloce, tenace e di-retto. Ogni nuovo progetto imprenditoriale ha bisogno di passione, creatività e grande energia e richiede compe-tenza e professionalità per evitare le trappole che conducono alla death valley. Il percorso di chi crea una startup può essere sin-teticamente racchiuso in una singola espressione: Straight Up! Questo è il filo conduttore del volume che intende fornire al futuro imprenditore sia un aiuto concreto sulla strumentazione di bordo che lo orienterà lungo il percorso imprenditoriale, sia il supporto al processo di learning esperienziale in una prospettiva di soste-nibilità e performance della startup. Gli argomenti trattati sono organizzati attorno a quattro grandi blocchi concettuali: Who, Why, How, What. Il primo (Who) e il secondo (Why) sono dedicati all’imprenditore. Le caratteristiche psicologiche, la sua personalità, le motivazioni e ambizioni, le pulsio-ni che lo agitano, la sua antifragilità, rappresentano il più grande nucleo, in termini di rilevanza, del com-plicato meccanismo della genesi imprenditoriale. L’imprenditorialità è fondamentalmente un fatto uma-no e le caratteristiche personali dell’imprenditore so-no i fattori più importanti per il successo della nuova impresa, ancor più importanti dell’idea imprenditoriale stessa o dell’attrattività del mercato. Ma il Who e il Why condizionano anche il terzo (How) e il quarto blocco di analisi (What). Se un soggetto esprime un forte desiderio di impren-ditorialità e un’intenzione potente e resiliente, allo-ra egli manifesterà una percezione di fattibilità posi-tiva e realistica, rendendo possibile la ridefinizione dei vincoli esterni e portando avanti un progetto im-prenditoriale di tipo iterativo e sperimentale, alimen-tato da una logica di learning by doing (How). La rappresentazione ed il monitoraggio di questo percorso porterà alla redazione del business plan (What), ad una serie di piani snelli e all’individuazione di una batteria di indicatori chiave (KPI). Tutto il processo di creazione della nuova impresa è alimentato e sostenuto dalla fiducia, fiducia che l’imprenditore ripone in sé stesso e che è in grado di attivare negli stakeholder. Ma la fiducia è anche quella che la collettività ri-pone nei nuovi progetti attraverso le iniziative di po-licy a supporto dell’innovazione, che assorbono i ri-schi connessi con la giovinezza dell’impresa. Recentemente, e non solo in Italia, l’interesse ver-so le startup è andato crescendo, grazie alle opportu-nità offerte dall’evoluzione della tecnologia digitale e molti soggetti hanno cominciato a pensare concreta-mente alla creazione di una nuova impresa quale percor-so di vita individuale e professionale. Sebbene l’imprenditorialità rappresenti un tema cen-trale nella letteratura economica-aziendale, l’attenzione incalzante sulle startup rischia non solo di diventare un fenomeno trendy e poco sostanzioso dal punto di vista della sostenibilità della nuova azienda, ma anche un falso mito per tanti giovani, che lo inter-pretano come occasione economica e di visibilità socia-le. Piuttosto che preoccuparsi del percorso complesso e impegnativo necessario per portare avanti il processo di nascita della nuova impresa, l’aspirante imprendito-re viene attratto dalle sfavillanti luci dello star sy-stem delle startup che, in molti Paesi, anche grazie alla crescente attenzione dei policy maker, pullula di palcoscenici per competizioni ed eventi, che alimentano aspettative, ma anche delusioni e azioni inconsistenti. In questo caso, la vanità e il bisogno di visibilità distolgono dalla focalizzazione e dalla coscienziosità che meriterebbe un progetto di creazione di una nuova impresa. Creatività, idee e innovazioni consentono di accen-dere la lampadina, di creare l’energia utile per dare il via al percorso imprenditoriale; ma questo non è sufficiente e non significa che la startup possa parti-re e funzionare. L’ energia del fondatore deve produrre informazioni e decisioni sulle caratteristiche della domanda, sui bisogni del mercato, sui competitors, sui processi interni, sull’’evoluzione tecnologica, sulle risorse da reperire, e lo deve fare con il giusto senso del tempo. “timing your startup” dicono gli anglosasso-ni e il timing è la dimensione fondamentale per la so-stenibilità della nuova impresa, variabile competitiva cruciale che implica non solo non essere in ritardo, ma anche non arrivare troppo in anticipo. Mettendo in crisi la staticità ed i falsi miti dei tradizionali approcci per la redazione di un "perfetto" business plan, i contenuti del libro offrono un cammino iterativo, esperienziale, ispirato alla logica del lean management che consente al futuro imprenditore di co-struire in modo incrementale il proprio business plan taylor-made e di sviluppare know-how e strumenti comu-nicativi attraverso cui presentare efficacemente la nuova impresa all'ecosistema ed agli investitori. Una nuova startup può partire e resistere sul merca-to solo quando si viene a creare una preziosa alchimia tra talento, passione, progettualità. Straight Up, per far nascere una nuova impresa, si-gnifica orientare quel percorso, che è anche e soprat-tutto un percorso di fiducia, che trae origine da sogni trasformati in progetti, da passione ed intenzione convertita in tenacia imprenditoriale, da disequilibri di mercato tramutati in opportunità, innovazione e azione.File | Dimensione | Formato | |
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