Nella mia ricerca sui complimenti – atti linguistici sinora poco studiati in italiano - si sono integrati approcci metodologici diversi (cfr. Golato 2005, Jucker 2009): nella prima fase, l’analisi conversazionale di un ampio corpus di parlato spontaneo, registrato e trascritto, ha messo in luce il complesso funzionamento pragmatico delle sequenze complimento-risposta nella conversazione (Alfonzetti 2009). Sono emersi alcuni punti teorici particolarmente problematici che nella seconda fase della ricerca, che qui si intende presentare, sono stati riconsiderati, sottoponendoli alla riflessione metacomunicativa di un campione di 300 parlanti (di diverso sesso, età e background sociocoulturale) al quale è stato somministrato un questionario centrato sulle seguenti questioni: a) il rapporto tra i complimenti e la cortesia verbale: quale dei diversi modelli teorici riesce a rendere conto più adeguatamente dello scambio di complimenti? Più in particolare, i complimenti possono considerarsi Face Threatining Acts (Brown/Levinson 1987), atti intrinsecamente cortesi (Leech 1983) o atti rituali fatti in conformità a precise norme socioculturali? I risultati del questionario confermano quanto riscontrato nella prima fase della ricerca: la necessità, cioè, di integrare, anziché contrapporre, la concezione strategico-strumentale e quella normativo-contrattuale della cortesia; b) la “grammatica” che regola lo scambio dei complimenti in base a: frequenza, oggetto funzione; relazione di ruolo, status e sesso dei parlanti; contesto conversazionale e situazionale (due enunciati formalmente identici non necessariamente vengono considerati entrambi complimenti, in quanto variano le circostanze, le intenzioni, gli scopi del parlante e le aspettative del destinatario); c) il problema della catena di merito: nei complimenti il destinatario viene apprezzato direttamente o per qualcuno o qualcosa a lui/lei più o meno strettamente connessi. Si cercherà dunque di capire sino a che punto possa estendersi tale connessione, chiedendo agli intervistati se considerino complimenti le opinioni positive su figli, nipoti, genitori, fratelli, ecc. d) i complimenti impliciti, la cui individuazione richiede un processo inferenziale basato sul possesso di conoscenze extralinguistiche condivise; g) i fenomeni di modulazione dell’intensità: è possibile o applicare il concetto di mitigazione ai complimenti (Caffi 1990)? oppure i complimenti, come tutti gli atti di cortesia positiva, sono soggetti normalmente a rafforzamento? (Held 1989) Sia l’analisi del parlato spontaneo sia i dati metacomunicativi avvalorano una concezione prototipica dei complimenti: alcuni enunciati valutativi stanno decisamente al centro della categoria, altre si collocano invece in una posizione più marginale, dove si addensano le maggiori oscillazioni sia nei comportamenti direttamente osservati che nella competenza metapragmatica dei parlanti. Riferimenti bibliografici Alfonzetti Giovanna (2009), I complimenti nella conversazione, Roma, Editori Riunti University Press. Brown Penelope/Levinson Steven (1987), Politeness. Some Universals in Language Use, Cambridge, Cambridge University Press. Caffi Claudia (1990), Modulazione, mitigazione, litote, in M. E. Conte, A. Giacalone Ramat e P. Ramat (a cura di), Dimensioni della linguistica, Milano, Franco Angeli, 169-99. Golato Andrea (2005), Compliments and compliment responses, Benjamins. Jucker, Andreas H. (2009), Speech act research between armachair, field and laboratory. The case of compliments, in Journal of Pragmatics. doi:101016/j.pragma.2009.02.004 Held Gudrun (1989), On the role of maximization in verbal politeness, in Multilingua, 8, 90-121. Leech Geoffrey (1983), Principles of Pragmatics, New York, Longman.

I complimenti in italiano. Riflessioni metapragmatiche

ALFONZETTI, Giovanna Marina
2010-01-01

Abstract

Nella mia ricerca sui complimenti – atti linguistici sinora poco studiati in italiano - si sono integrati approcci metodologici diversi (cfr. Golato 2005, Jucker 2009): nella prima fase, l’analisi conversazionale di un ampio corpus di parlato spontaneo, registrato e trascritto, ha messo in luce il complesso funzionamento pragmatico delle sequenze complimento-risposta nella conversazione (Alfonzetti 2009). Sono emersi alcuni punti teorici particolarmente problematici che nella seconda fase della ricerca, che qui si intende presentare, sono stati riconsiderati, sottoponendoli alla riflessione metacomunicativa di un campione di 300 parlanti (di diverso sesso, età e background sociocoulturale) al quale è stato somministrato un questionario centrato sulle seguenti questioni: a) il rapporto tra i complimenti e la cortesia verbale: quale dei diversi modelli teorici riesce a rendere conto più adeguatamente dello scambio di complimenti? Più in particolare, i complimenti possono considerarsi Face Threatining Acts (Brown/Levinson 1987), atti intrinsecamente cortesi (Leech 1983) o atti rituali fatti in conformità a precise norme socioculturali? I risultati del questionario confermano quanto riscontrato nella prima fase della ricerca: la necessità, cioè, di integrare, anziché contrapporre, la concezione strategico-strumentale e quella normativo-contrattuale della cortesia; b) la “grammatica” che regola lo scambio dei complimenti in base a: frequenza, oggetto funzione; relazione di ruolo, status e sesso dei parlanti; contesto conversazionale e situazionale (due enunciati formalmente identici non necessariamente vengono considerati entrambi complimenti, in quanto variano le circostanze, le intenzioni, gli scopi del parlante e le aspettative del destinatario); c) il problema della catena di merito: nei complimenti il destinatario viene apprezzato direttamente o per qualcuno o qualcosa a lui/lei più o meno strettamente connessi. Si cercherà dunque di capire sino a che punto possa estendersi tale connessione, chiedendo agli intervistati se considerino complimenti le opinioni positive su figli, nipoti, genitori, fratelli, ecc. d) i complimenti impliciti, la cui individuazione richiede un processo inferenziale basato sul possesso di conoscenze extralinguistiche condivise; g) i fenomeni di modulazione dell’intensità: è possibile o applicare il concetto di mitigazione ai complimenti (Caffi 1990)? oppure i complimenti, come tutti gli atti di cortesia positiva, sono soggetti normalmente a rafforzamento? (Held 1989) Sia l’analisi del parlato spontaneo sia i dati metacomunicativi avvalorano una concezione prototipica dei complimenti: alcuni enunciati valutativi stanno decisamente al centro della categoria, altre si collocano invece in una posizione più marginale, dove si addensano le maggiori oscillazioni sia nei comportamenti direttamente osservati che nella competenza metapragmatica dei parlanti. Riferimenti bibliografici Alfonzetti Giovanna (2009), I complimenti nella conversazione, Roma, Editori Riunti University Press. Brown Penelope/Levinson Steven (1987), Politeness. Some Universals in Language Use, Cambridge, Cambridge University Press. Caffi Claudia (1990), Modulazione, mitigazione, litote, in M. E. Conte, A. Giacalone Ramat e P. Ramat (a cura di), Dimensioni della linguistica, Milano, Franco Angeli, 169-99. Golato Andrea (2005), Compliments and compliment responses, Benjamins. Jucker, Andreas H. (2009), Speech act research between armachair, field and laboratory. The case of compliments, in Journal of Pragmatics. doi:101016/j.pragma.2009.02.004 Held Gudrun (1989), On the role of maximization in verbal politeness, in Multilingua, 8, 90-121. Leech Geoffrey (1983), Principles of Pragmatics, New York, Longman.
2010
978-84-482-3926-8
complimenti metapragmatica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/105653
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