Sulla messa in questione degli “stereotipi” storiografici è fondata la focalizzazione del percorso filosofico che conduce Abelardo dagli studi logici alle Theologiae e da queste ultime alle feconde curiosità “matematiche” e fisico-cosmologiche degli ultimi anni della sua vita. Per questo si può dire che il Palatino interpreta compiutamente l’esigenza, ampiamente condivisa, di un sapere unitario e organico. All’interno della visione abelardiana, le arti del “trivio” costituiscono una sorta di “discorso sul metodo”, condizione necessaria e sufficiente e contenuto qualificante della filosofia, e la teologia è “filosofia pri-ma”, in quanto si occupa dell’essere in generale e del modo in cui le strutture logico-ontologiche possono rivelarsi utili alla pensabilità, seppure meramente congetturale, di Dio e conducono all’etica e alla filosofia della natura. Inoltre questa impostazione consente di guarda-re “oltre” il pensiero di Abelardo, e quindi di apprezzare il suo ascen-dente su chi, seppure su posizioni diverse, aderisce alla prospettiva ra-zionalizzante che egli inequivocabilmente rappresenta.
Titolo: | Pietro Abelardo e la riscoperta della filosofia. Percorsi intellettuali nel XII secolo tra teologia e cosmologia | |
Autori interni: | ||
Data di pubblicazione: | 2008 | |
Handle: | http://hdl.handle.net/20.500.11769/106702 | |
ISBN: | 978-88-548-2052-4 | |
Appare nelle tipologie: | 3.1 Monografia o trattato scientifico |