Il recupero edilizio, a partire dagli anni ’80 del Novecento, ha registrato in Italia uno sviluppo inopinatamente rapido, accele-rato dal radicato retaggio di cultura tradizionale e dall’esigenza che la città sentiva di rientrare dalle periferie verso il centro. Il ritrovato interesse per il tessuto storico accese gli animi e portò sovente ad interventi di recupero piuttosto azzardati e invasivi. Si rese pertanto necessaria una fase di riflessione e di studio sulle fabbriche antiche, che provocò un ritorno alla manualistica e poi, sullo scorcio del XX secolo, alla riscoperta dell’importanza delle tecniche tradizionali. La restaurazione fu completa quando accurati studi storici svelarono che gli edifici costruiti secondo le regole avevano resistito ai terremoti fino all’VIII, IX grado della scala Mercalli; e questa fu una risposta liberatoria, perché fino a quel momento non si sapeva bene quanto il patrimonio storico-architettonico fosse in grado di resistere ai sismi. Cosicché il cerchio si chiudeva e cioè si scopriva come la “regola dell’arte”, che partendo da Vitruvio per millenni aveva guidato con semplicità generazioni di costruttori, valesse anche oggi, nonostante il calcestruzzo armato e malgrado tanta scienza delle costruzioni e tanta tecnologia evoluta. Bastava applicarla con avvedutezza nel recupero. Ripercorrendo un siffatto itinerario storico, questo libro presenta anzitutto, e in maniera accurata, i principali tipi murari tradizionali e poi affronta l’evoluzione delle tecniche di consolidamento, prendendo le mosse dalle prime testimonianze storiche esistenti. Giacché è opportuno consultare i recapiti accreditati, viene successivamente rivisitata la trattatistica e consultata la manualistica passata e recente. Inoltre è importante controllare qual’è stato il succedersi dei vincoli progettuali e delle racco-mandazioni tecniche, vale a dire analizzare l’evoluzione della normativa; analisi che viene affrontata con una copiosa e completa documentazione. Infine appare essenziale seguire la storia, anzi la cronaca della successione degli interventi più ricorrenti, nelle varie fasi temporali. E qui vale notare come si evidenzino forti contraddizioni tecniche, le quali fanno sì che dai rimedi invasivi si ritorni a quelli compatibili, chiudendo anche qui il circolo della “regola dell’arte”. Ma il risultato più sorprendentemente positivo è che con questi metodi “soft”, non solo si possono affrontare i terremoti, ma viene contemporaneamente garantita anche la ecocompatibilità, dimostrando così che la sensibilità architettonica e quella ambientale sono soprattutto una questione d’educazione.
COSTRUZIONE E RECUPERO DELL'OPERA MURARIA. "REGOLA DELL'ARTE" E INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO
MARGANI, GIUSEPPE
2009-01-01
Abstract
Il recupero edilizio, a partire dagli anni ’80 del Novecento, ha registrato in Italia uno sviluppo inopinatamente rapido, accele-rato dal radicato retaggio di cultura tradizionale e dall’esigenza che la città sentiva di rientrare dalle periferie verso il centro. Il ritrovato interesse per il tessuto storico accese gli animi e portò sovente ad interventi di recupero piuttosto azzardati e invasivi. Si rese pertanto necessaria una fase di riflessione e di studio sulle fabbriche antiche, che provocò un ritorno alla manualistica e poi, sullo scorcio del XX secolo, alla riscoperta dell’importanza delle tecniche tradizionali. La restaurazione fu completa quando accurati studi storici svelarono che gli edifici costruiti secondo le regole avevano resistito ai terremoti fino all’VIII, IX grado della scala Mercalli; e questa fu una risposta liberatoria, perché fino a quel momento non si sapeva bene quanto il patrimonio storico-architettonico fosse in grado di resistere ai sismi. Cosicché il cerchio si chiudeva e cioè si scopriva come la “regola dell’arte”, che partendo da Vitruvio per millenni aveva guidato con semplicità generazioni di costruttori, valesse anche oggi, nonostante il calcestruzzo armato e malgrado tanta scienza delle costruzioni e tanta tecnologia evoluta. Bastava applicarla con avvedutezza nel recupero. Ripercorrendo un siffatto itinerario storico, questo libro presenta anzitutto, e in maniera accurata, i principali tipi murari tradizionali e poi affronta l’evoluzione delle tecniche di consolidamento, prendendo le mosse dalle prime testimonianze storiche esistenti. Giacché è opportuno consultare i recapiti accreditati, viene successivamente rivisitata la trattatistica e consultata la manualistica passata e recente. Inoltre è importante controllare qual’è stato il succedersi dei vincoli progettuali e delle racco-mandazioni tecniche, vale a dire analizzare l’evoluzione della normativa; analisi che viene affrontata con una copiosa e completa documentazione. Infine appare essenziale seguire la storia, anzi la cronaca della successione degli interventi più ricorrenti, nelle varie fasi temporali. E qui vale notare come si evidenzino forti contraddizioni tecniche, le quali fanno sì che dai rimedi invasivi si ritorni a quelli compatibili, chiudendo anche qui il circolo della “regola dell’arte”. Ma il risultato più sorprendentemente positivo è che con questi metodi “soft”, non solo si possono affrontare i terremoti, ma viene contemporaneamente garantita anche la ecocompatibilità, dimostrando così che la sensibilità architettonica e quella ambientale sono soprattutto una questione d’educazione.File | Dimensione | Formato | |
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