Il potere e i suoi inganni. Nuovi modelli di comportamento nella Tarda Antichità

The monograph is devoted to the complex reality of the disintegration of the ancient world, which resulted in the formation of an 'other' world, the world of Late Antiquity: The survey originates from the interest for epochal transformation, made by the "revolutionary" Constantine and the "imperial theology", which determined the demilitarization of the image of the ruler and the rise of a new female empowerment. These phenomena, which involved, among other things, the christian ritualization of social behaviour are examined, according to the perspective of the Braudelian longue durée, in their effects at different levels, among which you can appreciate the reframing of some models, reflex of changing political needs. The study points out, in particular, the creation of new behavioral paradigms and oppositional to each other, which sprang from the struggle between the various "holy places" and the different poles of power. When, in fact, with the full Christianization of the empire, there was a typically axial culture, characterized by faith in a higher order, transcending every mundane reality, the clergy increasingly and openly manifested his aggression, arising from the negotiating power acquired, versus institutions, perceived as related to the saeculum. The analysis, in fact, highlights the new vision of itself, which society at that time had, a 'otherwise divided' society between egentes and new patrons. It was recognized in an imagine, specified by new interests, defined by new needs and identified by new emotions. Imagine that masked old power’ games with the new words of the policy, borrowed from the now prevalent Biblical code, sagaciously placed at the service of the new ruling classes for their legitimacy.

La monografia è dedicata alla complessa realtà della destrutturazione del mondo antico, che si definì nella formazione di un mondo ‘altro’, quello della Tarda Antichità: L’indagine trae origine dall’interesse per la trasformazione epocale, operata dal “rivoluzionario” Costantino e la conseguente “teologia imperiale”, che determinò la demilitarizzazione dell’immagine del sovrano e l’ascesa di un nuovo potere al femminile. Questi fenomeni, che comportarono, tra l’altro, la liturgizzazione della società, sono esaminati, secondo la prospettiva braudeliana della longue durée, nelle loro ricadute a vari livelli, tra cui si può apprezzare il reframing di certi modelli in funzione delle mutate esigenze politiche. Il lavoro sottolinea, in particolare, la creazione di nuovi paradigmi comportamentali e tra loro oppositivi, che scaturì dalla lotta tra i diversi “luoghi del sacro” e i differenti poli del potere. Allorquando, infatti, con la piena cristianizzazione dell’impero, si venne ad affermare una cultura tipicamente assiale, caratterizzata dalla fede in un ordine superiore, trascendente ogni data realtà mondana, il clero manifestò sempre più apertamente la propria aggressività, derivante dal grande potere contrattuale acquisito, nei confronti delle istituzioni, sentite come relative al saeculum. L’analisi condotta, per l’appunto, mette in rilievo la nuova visione, che ebbe di sé una società ‘diversamente divisa’ tra egentes e nuovi patroni. Essa si riconobbe in un immaginato determinato da nuovi interessi, definito da nuovi esigenze e identificato da nuove emozioni. Immaginato che mascherava vecchi giochi di potere con le nuove parole della politica, prese in prestito dall’ormai prevalente codice biblico, sapientemente messo al servizio dei nuovi ceti dirigenti per la loro legittimazione.