L’attività fisica è considerata un fattore determinante nella salute degli adulti e soprattutto degli ultrasessantenni. J. Bryan et al. hanno dimostrato che l’attività fisica aerobica nell’anziano è utile nel rallentare il declino neurocognitivo di almeno 5 anni rispetto alla popolazione non allenata. Essa favorisce il recupero della memoria semantica in pazienti affetti da MCI (Mild Cognitive Impairment) ed associata ad una maggiore attivazione cerebrale negli anziani sani. L’esercizio fisico contribuisce anche a ridurre, negli anziani fisicamente attivi, l’incidenza di depressione del tono dell’umore. Esso agisce in questo senso attraverso l’aumento dei livelli di due tipi di neurotrasmettitori cerebrali: le monoammine e le β- endorfine; favorisce l’integrazione e la creazione di reti sociali. Scopo del nostro lavoro è stato quello di valutare gli effetti di un programma di attività fisica aerobica dedicato a soggetti ultrasessantacinquenni autosufficienti e diabetici,con un grado di depressione da lieve a severo e Mild Cognitive Impairment (MCI) e valutarne l’efficacia, relativamente al comportamento dei test MMSE e GDS. Materiali e metodi: Per questo studio sono stati arruolati, in un arco di tempo di 4 mesi, 31 soggetti con diabete di 69,7 anni, afferenti all’associazione MOV. I. S. Onlus di Giarre, operante in convenzione con la Scuola di Specializzazione in Geriatria dell’Università degli studi di Catania.Il gruppo era costituito da 20 donne, con un’età media di 69,8 anni, e 11 uomini, con una età media di 69,4 anni. All’inizio e alla fine del periodo di studio (previsto in 18 mesi), tutti i soggetti hanno ricevuto la somministrazione del MMSE e del GDS. Risultati. Per valutare i risultati ottenuti nel confronto tra i punteggi ottenuti al MMSE e al GDS al tempo 0 (T0) e dopo 18 mesi (T18) abbiamo utilizzato il Paired T-Test. Il punteggio al MMSE a T0 è stato di 25,4±3,28. A T18 il risultato è stato di 24,66±5,23 (P (T0 vs T18) =0.62). Il punteggio al GDS a T0 è stato di 11,27±5,3. A T18 il risultato è stato di 9,45±5,97 (P(T0 vs T18)=0.45). I risultati ottenuti al MMSE mostrano come i pazienti diabetici pur trattati con attività fisica non migliorano le loro performance cognitive. Questo perché, probabilmente, essi partono da una condizione vascolare già scadente: ipoglicemia, insulinoresistenza e complicanze microvascolari possono giustificare un progressivo deterioramento cognitivo. I risultati ottenuti con il GDS, invece, pur non raggiungendo la significatività statistica, mostrano un progressivo miglioramento. L’attività fisica di gruppo, infatti, favorisce la creazione di spazi di socializzazione. Inoltre, da un punto di vista strettamente neurofisiologico, favorisce la produzione e secrezione di endorfine e monoamine.
Physical activity in elderly patients with diabetes, mci and depression
LUCA, Salvatore;
2013-01-01
Abstract
L’attività fisica è considerata un fattore determinante nella salute degli adulti e soprattutto degli ultrasessantenni. J. Bryan et al. hanno dimostrato che l’attività fisica aerobica nell’anziano è utile nel rallentare il declino neurocognitivo di almeno 5 anni rispetto alla popolazione non allenata. Essa favorisce il recupero della memoria semantica in pazienti affetti da MCI (Mild Cognitive Impairment) ed associata ad una maggiore attivazione cerebrale negli anziani sani. L’esercizio fisico contribuisce anche a ridurre, negli anziani fisicamente attivi, l’incidenza di depressione del tono dell’umore. Esso agisce in questo senso attraverso l’aumento dei livelli di due tipi di neurotrasmettitori cerebrali: le monoammine e le β- endorfine; favorisce l’integrazione e la creazione di reti sociali. Scopo del nostro lavoro è stato quello di valutare gli effetti di un programma di attività fisica aerobica dedicato a soggetti ultrasessantacinquenni autosufficienti e diabetici,con un grado di depressione da lieve a severo e Mild Cognitive Impairment (MCI) e valutarne l’efficacia, relativamente al comportamento dei test MMSE e GDS. Materiali e metodi: Per questo studio sono stati arruolati, in un arco di tempo di 4 mesi, 31 soggetti con diabete di 69,7 anni, afferenti all’associazione MOV. I. S. Onlus di Giarre, operante in convenzione con la Scuola di Specializzazione in Geriatria dell’Università degli studi di Catania.Il gruppo era costituito da 20 donne, con un’età media di 69,8 anni, e 11 uomini, con una età media di 69,4 anni. All’inizio e alla fine del periodo di studio (previsto in 18 mesi), tutti i soggetti hanno ricevuto la somministrazione del MMSE e del GDS. Risultati. Per valutare i risultati ottenuti nel confronto tra i punteggi ottenuti al MMSE e al GDS al tempo 0 (T0) e dopo 18 mesi (T18) abbiamo utilizzato il Paired T-Test. Il punteggio al MMSE a T0 è stato di 25,4±3,28. A T18 il risultato è stato di 24,66±5,23 (P (T0 vs T18) =0.62). Il punteggio al GDS a T0 è stato di 11,27±5,3. A T18 il risultato è stato di 9,45±5,97 (P(T0 vs T18)=0.45). I risultati ottenuti al MMSE mostrano come i pazienti diabetici pur trattati con attività fisica non migliorano le loro performance cognitive. Questo perché, probabilmente, essi partono da una condizione vascolare già scadente: ipoglicemia, insulinoresistenza e complicanze microvascolari possono giustificare un progressivo deterioramento cognitivo. I risultati ottenuti con il GDS, invece, pur non raggiungendo la significatività statistica, mostrano un progressivo miglioramento. L’attività fisica di gruppo, infatti, favorisce la creazione di spazi di socializzazione. Inoltre, da un punto di vista strettamente neurofisiologico, favorisce la produzione e secrezione di endorfine e monoamine.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.