Ingegnere, storico dell’architettura, docente di Disegno d’ornato e architettura elementare a Messina dal 1914 e di Caratteri degli edifici dal 1930 alla Scuola Superiore di Architettura di Roma, infine Preside della Facoltà di Architettura di Roma in un difficile 1944, Enrico Calandra è uno dei Maestri dell’architettura del Novecento italiano. Pochissimo tuttavia si sa delle sue opere e del suo pensiero e non molti sono gli scritti pubblicati; ai ricordi appassionati dei suoi allievi è stata affidata fin qui l’esile memoria del suo insegnamento. In Sicilia, sotto la sua guida, si avvicinano all’architettura Giuseppe Samonà, Camillo Autore, Guido Di Stefano, Francesco Basile, Stefano Bottari, Edoardo Caracciolo, Giuseppe Spatrisano, Luigi Epifanio, Antonio Bonafede; negli anni romani lo seguono Enrico Tedeschi, Saverio Muratori, Francesco Fariello, Ludovico Quaroni, Pasquale Carbonara, Renato Bonelli, Carlo Melograni e anche un giovanissimo Bruno Zevi: tutti lo ricordano come un maestro indimenticabile. Sappiamo in effetti che Calandra affida abitualmente al colloquio con ciascuno degli allievi la trasmissione delle proprie idee; le lettere scambiate con amici, allievi e colleghi – di cui in questo volume è pubblicato qualche esempio – sono il documento che testimonia più efficacemente il metodo di lavoro di Calandra. Intento a comprendere e interpretare fenomeni architettonici antichi o contemporanei non appare per nulla preoccupato di fissare in forma definitiva le proprie idee, mai soddisfatto poi del lavoro concluso, sottopone a continue revisioni i propri testi e ad affinamenti successivi il proprio ragionamento, rimandando sempre il momento conclusivo della cristallizzazione in un volume. Sono così rimasti inediti scritti già compiuti o in fase di avanzata definizione. La famiglia Calandra ha custodito questi lavori, insieme a disegni, schizzi e altri materiali che oggi costituiscono l’Archivio Calandra. Questo lavoro nasce dunque dal desiderio di colmare un vuoto: nella storia dell’architettura complessa e multiforme del primo Novecento italiano, irrevocabilmente e dolorosamente segnata dal fascismo prima e dalla questione della ricostruzione del Paese e della sua identità poi, mancano ancora molti tasselli, restano in ombra personalità che largo e potente influsso ebbero sul pensiero degli allievi. Enrico Calandra è una di queste. Pubblicare i suoi scritti sarcisce alcune delle pagine strappate di una storia raccontata solo in parte. Gli scritti - 22 testi, in gran parte inediti, redatti da Calandra tra il 1915 e il 1946 – sono talvolta generati da un’occasione specifica, talvolta frutto di riflessioni elaborate nel corso degli anni e interessano ambiti diversi: la storia dell’architettura, in particolare quella siciliana e dell’Italia meridionale, il restauro dei monumenti, il progetto contemporaneo, il rapporto tra linguaggio e tecniche costruttive, l’insegnamento e la didattica. I testi sono stati ordinati in sequenza cronologica, ma non sarà difficile, per il lettore che lo vorrà, ricomporli in ambiti tematici. A ciascun testo, corredato da un ricco apparato iconografico che testimonia le straordinarie capacità grafiche di Calandra, è stata premessa una breve nota che fornisce i dati essenziali relativi allo scritto e alle illustrazioni. Due saggi introduttivi e una nota biografica costituiscono infine una prima sintesi sul lavoro e il pensiero di Enrico Calandra.

Enrico Calandra. Scritti di architettura. Il volume raccoglie le seguenti opere: -Modernismo e tradizionalismo architettonico - Sull’unità architettonica degli isolati in Messina - Sui restauri del Duomo di Siracusa - Lo stile e il restauro del duomo di Tropea - Sulla I mostra di architettura siciliana - Il palazzo di giustizia di Messina. Il monumento e il suo autore - L’architettura primitiva del duomo di Messina in relazione all’arte del secolo XII - Il duomo di Messina - Moderna architettura ramo d’ingegneria? - Il cosiddetto carattere ingegneristico dell’architettura moderna - Disegno architettonico - La chiesa di S. Maria della Valle detta «la Badiazza » presso Messina - Introduzione al corso di caratteri degli edifici - Per Antonio Zanca - Camillo Autore - L’architettura del rinascimento in Napoli - Chiese siciliane del periodo normanno - Lettera ad Antonio Zanca - Il duomo offamiliano di Palermo - Monumenti della costa d’Amalfi e stile tirreno - Nobiltà e miseria dell’architettura rinascimentale in Sicilia - La chiesa della Trinità della Magione in Palermo

BARBERA, PAOLA;IANNELLO M.
2010-01-01

Abstract

Ingegnere, storico dell’architettura, docente di Disegno d’ornato e architettura elementare a Messina dal 1914 e di Caratteri degli edifici dal 1930 alla Scuola Superiore di Architettura di Roma, infine Preside della Facoltà di Architettura di Roma in un difficile 1944, Enrico Calandra è uno dei Maestri dell’architettura del Novecento italiano. Pochissimo tuttavia si sa delle sue opere e del suo pensiero e non molti sono gli scritti pubblicati; ai ricordi appassionati dei suoi allievi è stata affidata fin qui l’esile memoria del suo insegnamento. In Sicilia, sotto la sua guida, si avvicinano all’architettura Giuseppe Samonà, Camillo Autore, Guido Di Stefano, Francesco Basile, Stefano Bottari, Edoardo Caracciolo, Giuseppe Spatrisano, Luigi Epifanio, Antonio Bonafede; negli anni romani lo seguono Enrico Tedeschi, Saverio Muratori, Francesco Fariello, Ludovico Quaroni, Pasquale Carbonara, Renato Bonelli, Carlo Melograni e anche un giovanissimo Bruno Zevi: tutti lo ricordano come un maestro indimenticabile. Sappiamo in effetti che Calandra affida abitualmente al colloquio con ciascuno degli allievi la trasmissione delle proprie idee; le lettere scambiate con amici, allievi e colleghi – di cui in questo volume è pubblicato qualche esempio – sono il documento che testimonia più efficacemente il metodo di lavoro di Calandra. Intento a comprendere e interpretare fenomeni architettonici antichi o contemporanei non appare per nulla preoccupato di fissare in forma definitiva le proprie idee, mai soddisfatto poi del lavoro concluso, sottopone a continue revisioni i propri testi e ad affinamenti successivi il proprio ragionamento, rimandando sempre il momento conclusivo della cristallizzazione in un volume. Sono così rimasti inediti scritti già compiuti o in fase di avanzata definizione. La famiglia Calandra ha custodito questi lavori, insieme a disegni, schizzi e altri materiali che oggi costituiscono l’Archivio Calandra. Questo lavoro nasce dunque dal desiderio di colmare un vuoto: nella storia dell’architettura complessa e multiforme del primo Novecento italiano, irrevocabilmente e dolorosamente segnata dal fascismo prima e dalla questione della ricostruzione del Paese e della sua identità poi, mancano ancora molti tasselli, restano in ombra personalità che largo e potente influsso ebbero sul pensiero degli allievi. Enrico Calandra è una di queste. Pubblicare i suoi scritti sarcisce alcune delle pagine strappate di una storia raccontata solo in parte. Gli scritti - 22 testi, in gran parte inediti, redatti da Calandra tra il 1915 e il 1946 – sono talvolta generati da un’occasione specifica, talvolta frutto di riflessioni elaborate nel corso degli anni e interessano ambiti diversi: la storia dell’architettura, in particolare quella siciliana e dell’Italia meridionale, il restauro dei monumenti, il progetto contemporaneo, il rapporto tra linguaggio e tecniche costruttive, l’insegnamento e la didattica. I testi sono stati ordinati in sequenza cronologica, ma non sarà difficile, per il lettore che lo vorrà, ricomporli in ambiti tematici. A ciascun testo, corredato da un ricco apparato iconografico che testimonia le straordinarie capacità grafiche di Calandra, è stata premessa una breve nota che fornisce i dati essenziali relativi allo scritto e alle illustrazioni. Due saggi introduttivi e una nota biografica costituiscono infine una prima sintesi sul lavoro e il pensiero di Enrico Calandra.
2010
978-88-95964-05-8
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/117155
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