L’ambiente costruito nel quale viviamo è il frutto di un sistema di relazioni (economiche, culturali, fisiche, etc.) passate e contemporanee tra gli organismi di pietra e i protagonisti di ogni comunità sociale. Gli organismi di pietra, che noi definiamo architetture storiche, sistema edilizio, fabbriche tradizionali, racchiudono il concetto di cultura materiale che, se un tempo era sintesi dell’esperienza sul campo maturata nei secoli, oggi, nell’era dell’iperpecializzazione e dell’innovazione tecnologica, ha bisogno di nuovi modelli di conoscenza. Un tempo le relazioni tra i sistemi fisico, economico e sociale erano semplici, essenziali e facilmente governabili; oggi invece sono complesse e ingovernabili utilizzando i classici approcci deterministici. L’intervento sul patrimonio edilizio esistente, indipendentemente dall’istanza culturale che manifesta, in quest’ottica, si trova a districare ed interpretare questa rete di relazioni di svariato tipo, accumulatesi sul manufatto e sul contesto in cui sorge. Per giungere ad un intervento che rappresenti la cultura materiale della comunità contemporanea è necessario effettuare delle scelte di metodo relative ad aspetti tecnologici, tecnici, sociali ed economici, avendo presente il manufatto con le sue specificità, la sua storia vissuta, il suo valore di risorsa. La struttura del testo viene fuori dall’esigenza di fare sintesi o, meglio, provare a ricomporre e mettere insieme le problematiche che intersecano oggi un progetto sul patrimonio edilizio esistente, nella consapevolezza acquisita che il nodo critico risieda nella fase conoscitiva (interdisciplinare). L’esito di un progetto dipende da molteplici microprocessi: normativo, conoscitivo, progettuale (esso stesso sede di relazioni complesse), esecutivo, gestionale. Tutti questi momenti contengono (o possono diventare con attività indotte sede di) criticità e insuccessi dal punto di vista economico (lavori non ultimati per mancanza di fondi non preventivati), tecnologico (interventi di risanamento probabilmente evitabili o non compatibili con l’esistente), culturale (interventi poco conservativi, che snaturano il manufatto), sociale (progetti che prevedono una nuova destinazione d’uso non accettati o non richiesti anche dalla collettività) e ambientale (scarsa attenzione ai processi entropici). Molto spesso l’esito di queste criticità è legata all’assenza di qualità di processo ed alla mancata esplicitazione in maniera chiara di esigenze che stanno a monte dell’attivazione di qualsiasi progetto sul territorio e sul patrimonio edilizio.

Organismi di pietra. Argomenti per la qualificazione del processo diagnostico

MOSCHELLA, Angela
2012-01-01

Abstract

L’ambiente costruito nel quale viviamo è il frutto di un sistema di relazioni (economiche, culturali, fisiche, etc.) passate e contemporanee tra gli organismi di pietra e i protagonisti di ogni comunità sociale. Gli organismi di pietra, che noi definiamo architetture storiche, sistema edilizio, fabbriche tradizionali, racchiudono il concetto di cultura materiale che, se un tempo era sintesi dell’esperienza sul campo maturata nei secoli, oggi, nell’era dell’iperpecializzazione e dell’innovazione tecnologica, ha bisogno di nuovi modelli di conoscenza. Un tempo le relazioni tra i sistemi fisico, economico e sociale erano semplici, essenziali e facilmente governabili; oggi invece sono complesse e ingovernabili utilizzando i classici approcci deterministici. L’intervento sul patrimonio edilizio esistente, indipendentemente dall’istanza culturale che manifesta, in quest’ottica, si trova a districare ed interpretare questa rete di relazioni di svariato tipo, accumulatesi sul manufatto e sul contesto in cui sorge. Per giungere ad un intervento che rappresenti la cultura materiale della comunità contemporanea è necessario effettuare delle scelte di metodo relative ad aspetti tecnologici, tecnici, sociali ed economici, avendo presente il manufatto con le sue specificità, la sua storia vissuta, il suo valore di risorsa. La struttura del testo viene fuori dall’esigenza di fare sintesi o, meglio, provare a ricomporre e mettere insieme le problematiche che intersecano oggi un progetto sul patrimonio edilizio esistente, nella consapevolezza acquisita che il nodo critico risieda nella fase conoscitiva (interdisciplinare). L’esito di un progetto dipende da molteplici microprocessi: normativo, conoscitivo, progettuale (esso stesso sede di relazioni complesse), esecutivo, gestionale. Tutti questi momenti contengono (o possono diventare con attività indotte sede di) criticità e insuccessi dal punto di vista economico (lavori non ultimati per mancanza di fondi non preventivati), tecnologico (interventi di risanamento probabilmente evitabili o non compatibili con l’esistente), culturale (interventi poco conservativi, che snaturano il manufatto), sociale (progetti che prevedono una nuova destinazione d’uso non accettati o non richiesti anche dalla collettività) e ambientale (scarsa attenzione ai processi entropici). Molto spesso l’esito di queste criticità è legata all’assenza di qualità di processo ed alla mancata esplicitazione in maniera chiara di esigenze che stanno a monte dell’attivazione di qualsiasi progetto sul territorio e sul patrimonio edilizio.
2012
978-88-96950-09-8
approccio sistemico; patologie edilizie; patrimonio edilizio esistente; progetto; istanza culturale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/118441
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