Il volume affronta in chiave storico-linguistica il ruolo dei dati onomastici nella loro funzione di fattori denotativi e connotativi dell’ethos o dell’ethnos, tra mito e storia. La comunità su cui si esercita l’osservazione semantico-culturale e storiografica è il triangolo geo-storico Catania-Etna- Piana, che da sempre ha segnato la diacronia sociale e linguistica del territorio catanese.Ciascun capitolo rappresenta la tappa di un ideale percorso modulare in cui, sulla base di dati toponomastici o antroponimici rivisitati attraverso fonti documentarie o storiografiche dei secoli centrali dell’età moderna, il nome ridisegna i destini della città, tra storia, parastoria e mito (con i suoi numi o “lumi”), fino all’assetto urbano e alla sua rappresentazione letteraria. Si profila poi la storia della patrona di Catania, autentica icona identitaria e interiore della città: sul fronte dei nomi propri Sant’Agata viene rivisitata nella sua origine agiografica e nelle irradiazioni toponomastiche in Italia ed Europa, mentre i nomi comuni di oggetti e simboli del culto agatino rivelano la microstoria della percezione della Santuzza nel vissuto popolare. Il vulcano che sovrasta Catania viene riscoperto nella sua complessa identificazione ora come la Montagna per antonomasia, ora come il Mongibello per tautologia, infine, con denominazione indiretta ed efficace, come “grande tenda di neve” nella percezione di un grande Capo pellerossa in visita nei primi del Novecento. Il reticolo di nomi si infittisce e complica nella riscrittura dei miti inventati dalla fantasia dei Greci intorno al mare: Aci, Galatea, Polifemo, i Ciclopi, Ulisse, il Simeto. Le tracce vistosamente impresse da questa mitologia nella toponomastica confermano il potenziale storiografico del nome, se assunto come valore identitario e parametro narrativo e costruttivo insieme dell’epica e dell’etica comunitaria.
I vestigi dei nomi. L'identità di Catania tra storia e mito
ALFIERI, Gabriella
2016-01-01
Abstract
Il volume affronta in chiave storico-linguistica il ruolo dei dati onomastici nella loro funzione di fattori denotativi e connotativi dell’ethos o dell’ethnos, tra mito e storia. La comunità su cui si esercita l’osservazione semantico-culturale e storiografica è il triangolo geo-storico Catania-Etna- Piana, che da sempre ha segnato la diacronia sociale e linguistica del territorio catanese.Ciascun capitolo rappresenta la tappa di un ideale percorso modulare in cui, sulla base di dati toponomastici o antroponimici rivisitati attraverso fonti documentarie o storiografiche dei secoli centrali dell’età moderna, il nome ridisegna i destini della città, tra storia, parastoria e mito (con i suoi numi o “lumi”), fino all’assetto urbano e alla sua rappresentazione letteraria. Si profila poi la storia della patrona di Catania, autentica icona identitaria e interiore della città: sul fronte dei nomi propri Sant’Agata viene rivisitata nella sua origine agiografica e nelle irradiazioni toponomastiche in Italia ed Europa, mentre i nomi comuni di oggetti e simboli del culto agatino rivelano la microstoria della percezione della Santuzza nel vissuto popolare. Il vulcano che sovrasta Catania viene riscoperto nella sua complessa identificazione ora come la Montagna per antonomasia, ora come il Mongibello per tautologia, infine, con denominazione indiretta ed efficace, come “grande tenda di neve” nella percezione di un grande Capo pellerossa in visita nei primi del Novecento. Il reticolo di nomi si infittisce e complica nella riscrittura dei miti inventati dalla fantasia dei Greci intorno al mare: Aci, Galatea, Polifemo, i Ciclopi, Ulisse, il Simeto. Le tracce vistosamente impresse da questa mitologia nella toponomastica confermano il potenziale storiografico del nome, se assunto come valore identitario e parametro narrativo e costruttivo insieme dell’epica e dell’etica comunitaria.File | Dimensione | Formato | |
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