Scrive nei suoi Taccuini Elias Canetti, scrittore e intellettuale ebreo d’origine, europeo per vocazione e migrante nell’anima: “L’imparare deve rimanere un’avventura, altrimenti è nato morto. Ciò che impari di momento in momento deve dipendere da incontri casuali, e bisogna che continui così, da incontro a incontro, un imparare nelle metamorfosi, un imparare nel piacere.” Dentro un laboratorio “arcipelagico” di scritture brevi e aforismi fulminanti, e poi in un’opera come poche multiforme e indefinibile, l’autore di Massa e potere costruisce una nuova idea di umanesimo, aperta a tutto ciò che è diverso e vivente; un umanesimo libertario che ha nei mondi possibili della letteratura e del mito, nell’educazione dell’immaginario metamorfico, nell’amore per la sfera animale e nel rifiuto dei segreti sadici del potere, un presente già differente, il riscatto da uno stato di minorità e inazione che è la malattia culturale da superare.
Titolo: | L'arcipelago del vivente. Umanesimo e diversità in Elias Canetti |
Autori interni: | |
Data di pubblicazione: | 2016 |
Handle: | http://hdl.handle.net/20.500.11769/118644 |
ISBN: | 9788868434793 |
Appare nelle tipologie: | 3.1 Monografia o trattato scientifico |