La comprensione del jus publicum ecclesiasticum non può prescindere dall’esame delle singolari figure di canonisti che, nel XVIII secolo, ne determinano la nascita, pur non manifestando alcuna espressa intenzione “fondazionale”: i cosiddetti “Maestri di Würzburg” - Johan Franz Bessel, Johan Caspar Barthel, Georg Neller, Johan Adam Ickstatt, Philip Anton Schmidt, Johan Nepomuck Endres, Georg Zallwein, Jacob Anton Zallinger - eclettici rappresentanti dall’Aufklärung tedesca. L’esame del binomio ecclesiasticum/publicum introduce un’indispensabile riflessione sul contesto storico-culturale in cui si colloca la nascita della scienza giuspubblicistica canonica. Contesto i cui contorni sono segnati dal dissolvimento della Respublica Christiana, con la conseguente emarginazione del diritto canonico in favore delle legislazioni territoriali in materia ecclesiastica - jus ecclesiasticum statuale - e delle legislazioni delle Chiese riformate - jus ecclesiasticum protestantium. Il jus publicum ecclesiasticum, illuministicamente attento al problema del metodo, si distingue per: l’intenzione apologetica, che ne fa una terra di confine tra diritto e teologia; la critica all’obsoleto sistema delle Decretali; l’applicazione di metodi più adatti alla complessità delle fonti e più facilmente comparabili con la vicina esperienza giuridica secolare; l’introduzione della distinzione tra publicum e privatum; le suggestioni nazionalistiche e la delineazione del jus divinum come fonte primaria. Centro delle speculazioni giuspubblicistiche, sensibili alle principali controversie sulla costituzione della Chiesa dell’età moderna, è la decostruzione giuridica di Chiesa presentata dagli autori protestanti come Ecclesia invisibilis, cui viene contrapposta l’idea di Chiesa come societas inaequalis iuridice perfecta, grazie alla quale si realizza un tentativo di “riassetto costituzionale” che induce a considerare la disciplina del jus publicum ecclesiasticum, per contenuti e metodo, come un antecedente storico del diritto costituzionale canonico.S’impongono, inoltre, alcune considerazioni conclusive sul problema della sopravvivenza scientifica del jpe che inizia una nuova stagione con la Scuola Romana del XIX secolo, rivelandosi, poi, scientificamente inadeguato a tradurre le dottrine ecclesiologiche del Vaticano II.

I "Maestri di Würzburg" e la costruzione del Jus Publicum Ecclesiasticum nel secolo XVIII

PETTINATO, CRISTIANA MARIA
Writing – Original Draft Preparation
2011-01-01

Abstract

La comprensione del jus publicum ecclesiasticum non può prescindere dall’esame delle singolari figure di canonisti che, nel XVIII secolo, ne determinano la nascita, pur non manifestando alcuna espressa intenzione “fondazionale”: i cosiddetti “Maestri di Würzburg” - Johan Franz Bessel, Johan Caspar Barthel, Georg Neller, Johan Adam Ickstatt, Philip Anton Schmidt, Johan Nepomuck Endres, Georg Zallwein, Jacob Anton Zallinger - eclettici rappresentanti dall’Aufklärung tedesca. L’esame del binomio ecclesiasticum/publicum introduce un’indispensabile riflessione sul contesto storico-culturale in cui si colloca la nascita della scienza giuspubblicistica canonica. Contesto i cui contorni sono segnati dal dissolvimento della Respublica Christiana, con la conseguente emarginazione del diritto canonico in favore delle legislazioni territoriali in materia ecclesiastica - jus ecclesiasticum statuale - e delle legislazioni delle Chiese riformate - jus ecclesiasticum protestantium. Il jus publicum ecclesiasticum, illuministicamente attento al problema del metodo, si distingue per: l’intenzione apologetica, che ne fa una terra di confine tra diritto e teologia; la critica all’obsoleto sistema delle Decretali; l’applicazione di metodi più adatti alla complessità delle fonti e più facilmente comparabili con la vicina esperienza giuridica secolare; l’introduzione della distinzione tra publicum e privatum; le suggestioni nazionalistiche e la delineazione del jus divinum come fonte primaria. Centro delle speculazioni giuspubblicistiche, sensibili alle principali controversie sulla costituzione della Chiesa dell’età moderna, è la decostruzione giuridica di Chiesa presentata dagli autori protestanti come Ecclesia invisibilis, cui viene contrapposta l’idea di Chiesa come societas inaequalis iuridice perfecta, grazie alla quale si realizza un tentativo di “riassetto costituzionale” che induce a considerare la disciplina del jus publicum ecclesiasticum, per contenuti e metodo, come un antecedente storico del diritto costituzionale canonico.S’impongono, inoltre, alcune considerazioni conclusive sul problema della sopravvivenza scientifica del jpe che inizia una nuova stagione con la Scuola Romana del XIX secolo, rivelandosi, poi, scientificamente inadeguato a tradurre le dottrine ecclesiologiche del Vaticano II.
2011
9788834827017
Maestri; Würzburg; jus publicum ecclesiasticum
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