Il volume, che riflette sulla transizione dal regime borbonico al nuovo Stato unitario, è incentrato sulla Luogotenenza, istituita a Napoli e a Palermo, come forma di governo provvisorio nell’attesa della convocazione del Parlamento nazionale. In sedici mesi, dal novembre 1860 al marzo 1862, si susseguono diversi luogotenenti appartenenti alla classe dirigente moderata (Luigi Carlo Farini, il principe Eugenio di Carignano, Gustavo Ponza di San Martino, Massimo Cordero di Montezemolo) e alle forze armate (Enrico Cialdini, Alessandro Della Rovere e Ignazio Pettinengo). Questi alti funzionari dovevano emanare, fino alla riunione del Parlamento, tutti gli atti necessari a coordinare l’annessione delle province meridionali allo Stato unitario e a provvedere ai loro bisogni. Tramite l’utilizzo di numerose fonti (edite e inedite), nel volume sono analizzati le proposte amministrative dei governi Cavour e Ricasoli e i conflitti politici esistenti all’interno della classe dirigente italiana sul futuro assetto da dare al Paese fra l’elaborazione delle norme istituzionali e la prassi dei governi luogotenenziali. L’azione politica dei luogotenenti e le difficoltà incontrate nel governare il Mezzogiorno d’Italia rinviano alla vexata quaestio della scelta centralizzatrice dei primi governi della Destra storica. Dal volume emerge che l’accentramento, adottato in quegli anni e poi sempre confermato, fu una scelta “obbligata” per la situazione internazionale e “opportuna” rispetto alle tradizioni, all’articolazione e al grado di maturità della situazione italiana.

L'unificazione amministrativa del Mezzogiorno. Le Luogotenenze da Cavour a Rcasoli

FARACI, ELENA GAETANA
2015-01-01

Abstract

Il volume, che riflette sulla transizione dal regime borbonico al nuovo Stato unitario, è incentrato sulla Luogotenenza, istituita a Napoli e a Palermo, come forma di governo provvisorio nell’attesa della convocazione del Parlamento nazionale. In sedici mesi, dal novembre 1860 al marzo 1862, si susseguono diversi luogotenenti appartenenti alla classe dirigente moderata (Luigi Carlo Farini, il principe Eugenio di Carignano, Gustavo Ponza di San Martino, Massimo Cordero di Montezemolo) e alle forze armate (Enrico Cialdini, Alessandro Della Rovere e Ignazio Pettinengo). Questi alti funzionari dovevano emanare, fino alla riunione del Parlamento, tutti gli atti necessari a coordinare l’annessione delle province meridionali allo Stato unitario e a provvedere ai loro bisogni. Tramite l’utilizzo di numerose fonti (edite e inedite), nel volume sono analizzati le proposte amministrative dei governi Cavour e Ricasoli e i conflitti politici esistenti all’interno della classe dirigente italiana sul futuro assetto da dare al Paese fra l’elaborazione delle norme istituzionali e la prassi dei governi luogotenenziali. L’azione politica dei luogotenenti e le difficoltà incontrate nel governare il Mezzogiorno d’Italia rinviano alla vexata quaestio della scelta centralizzatrice dei primi governi della Destra storica. Dal volume emerge che l’accentramento, adottato in quegli anni e poi sempre confermato, fu una scelta “obbligata” per la situazione internazionale e “opportuna” rispetto alle tradizioni, all’articolazione e al grado di maturità della situazione italiana.
2015
9788843077588
unificazione amministrativa, Luogotenenza, accentramento/decentramento, conflitti politici, classe dirigente, brigantaggio
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