«Se un giorno la filologia morisse, la critica morirebbe con lei, la barbarie rinascerebbe, la credulità sarebbe di nuovo padrona del mondo». Così Ernest Renan ne L’avenir de la science (1890) tesseva un altissimo elogio della filologia, una delle scienze regine del XIX secolo. Oggi, al tempo delle fake news e della post-verità, quelle parole ci ricordano che ancor oggi la filologia può essere argine alla barbarie. E ci ricordano che la filologia, quella con aggettivi e quella senza, è intrinsecamente politica. Non è utile o interessante in sé: lo è quando è schierata, militante, “calda”, quando tocca interessi, quando serve interessi. Quando è “al servizio” di un Principe o di un partito o di uno Stato o di una visione del mondo. Ci ricordano insomma che la filologia è anche politica, come sapevano Lorenzo Valla e Baruch Spinoza, Ernest Renan e Ulrich Wilamowitz-Möllendorff, Gaston Paris e Paul Meyer, Eduard Koschwitz e Joseph Bédier, Ernst Robert Curtius e Erich Auerbach, Cesare Segre e Edward Said.

La Filologia al servizio delle Nazioni. Nascita, crisi e prospettive della Filologia romanza

RAPISARDA STEFANO
2018-01-01

Abstract

«Se un giorno la filologia morisse, la critica morirebbe con lei, la barbarie rinascerebbe, la credulità sarebbe di nuovo padrona del mondo». Così Ernest Renan ne L’avenir de la science (1890) tesseva un altissimo elogio della filologia, una delle scienze regine del XIX secolo. Oggi, al tempo delle fake news e della post-verità, quelle parole ci ricordano che ancor oggi la filologia può essere argine alla barbarie. E ci ricordano che la filologia, quella con aggettivi e quella senza, è intrinsecamente politica. Non è utile o interessante in sé: lo è quando è schierata, militante, “calda”, quando tocca interessi, quando serve interessi. Quando è “al servizio” di un Principe o di un partito o di uno Stato o di una visione del mondo. Ci ricordano insomma che la filologia è anche politica, come sapevano Lorenzo Valla e Baruch Spinoza, Ernest Renan e Ulrich Wilamowitz-Möllendorff, Gaston Paris e Paul Meyer, Eduard Koschwitz e Joseph Bédier, Ernst Robert Curtius e Erich Auerbach, Cesare Segre e Edward Said.
2018
8867741926
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/325982
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