Negli anni Cinquanta, Documento mensile fu un progetto ambizioso e innovativo: un magazine in pellicola, equivalente della terza pagina di un quotidiano, composto da brevi cortometraggi d’autore che si differenziavano dalla Settimana Incom e dai tradizionali cinegiornali del tempo. Con cadenza mensile, si sarebbero realizzati numeri della lunghezza di 10-12 minuti, da inserire in testa ad un lungometraggio in programmazione nelle sale. Il periodico ambiva, in questo modo, ad essere qualcosa di analogo a ciò che, per la letteratura, erano state riviste come «La Voce» e «Lacerba», vale a dire una summa del nuovo cinema nato dopo la gloriosa stagione neorealista. Solo quattro sono i corti di cui abbiano testimonianza: Ambienti e personaggi, di Vittorio De Sica; Appunti su un fatto di cronaca, di Luchino Visconti; Colpa del sole, di Alberto Moravia; La funivia del Faloria, di Michelangelo Antonioni. Documento Mensile non arrivò mai nelle sale a causa della censura che, dopo continui rinvii, non concesse i visti finali per la proiezione; a nuocergli, infatti, fu probabilmente il colore politico di qualcuna delle sue ‘firme’ o la carica innovativa. Se più innocui ed omologati erano, infatti, i cinegiornali del tempo, risultava più difficile sostenere un’iniziativa che combinava denunce sul degrado sociale ed etico della periferia romana – è il caso di Visconti - ad altri dal contenuto politico e polemico, come quello annunciato - ma non realizzato - di Curzio Malaparte su Alcide De Gasperi.

Scrittori-registi e film-inchiesta: un esperimento di cinegiornale d’autore nell’Italia degli anni Cinquanta

Rosario Castelli
2018-01-01

Abstract

Negli anni Cinquanta, Documento mensile fu un progetto ambizioso e innovativo: un magazine in pellicola, equivalente della terza pagina di un quotidiano, composto da brevi cortometraggi d’autore che si differenziavano dalla Settimana Incom e dai tradizionali cinegiornali del tempo. Con cadenza mensile, si sarebbero realizzati numeri della lunghezza di 10-12 minuti, da inserire in testa ad un lungometraggio in programmazione nelle sale. Il periodico ambiva, in questo modo, ad essere qualcosa di analogo a ciò che, per la letteratura, erano state riviste come «La Voce» e «Lacerba», vale a dire una summa del nuovo cinema nato dopo la gloriosa stagione neorealista. Solo quattro sono i corti di cui abbiano testimonianza: Ambienti e personaggi, di Vittorio De Sica; Appunti su un fatto di cronaca, di Luchino Visconti; Colpa del sole, di Alberto Moravia; La funivia del Faloria, di Michelangelo Antonioni. Documento Mensile non arrivò mai nelle sale a causa della censura che, dopo continui rinvii, non concesse i visti finali per la proiezione; a nuocergli, infatti, fu probabilmente il colore politico di qualcuna delle sue ‘firme’ o la carica innovativa. Se più innocui ed omologati erano, infatti, i cinegiornali del tempo, risultava più difficile sostenere un’iniziativa che combinava denunce sul degrado sociale ed etico della periferia romana – è il caso di Visconti - ad altri dal contenuto politico e polemico, come quello annunciato - ma non realizzato - di Curzio Malaparte su Alcide De Gasperi.
2018
9788890790553
giornalismo, inchiesta, cinema, letteratura, Novecento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11769/335762
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