L’area delle maccalube di Terrapelata Caltanissetta, costituisce un unicum sotto differenti punti di vista: - dal punto di vista del rischio geologico e dei temi connessi con la protezione civile per la sfida che pone la presenza di un fenomeno geologico attivo, come quello del vulcanismo sedimentario, con eventi parossistici di rilevante intensità, in un’area urbana intensamente frequentata. Le tristi vicende di Aragona hanno evidenziato come la carenza di studi geologici approfonditi, la mancanza di un monitoraggio tecnico-strumentale e di piani di sicurezza, conseguenti e correlati a tali studi, possano avere esiti nefasti; - dal punto di vista geologico per la possibilità di osservare un fenomeno particolare come quello del vulcanismo sedimentario che fornisce, ad una scala facilmente osservabile, un chiaro esempio della natura attiva delle forze geologiche che modellano il nostro pianeta. La continua degassazione e la fuoriuscita dei fanghi ha da sempre attirato l’attenzione della comunità scientifica e della popolazione che ha, di fatto, già eletto a “riserva” l’area delle maccalube. Le maccalube di Terrapelata costituiscono quindi un laboratorio a cielo aperto per lo studio del fenomeno del vulcanismo sedimentario; - dal punto geomorfologico l’area per il diffuso affioramento di terreni argillosi e l’assenza di vegetazione, costituisce un atlante di forme morfologiche sia di tipo erosivo che strutturale. Essa permette sul campo inoltre la didattica correlazione tra fenomeni tettonici e forme del territorio; - dal punto di vista storico dello sviluppo delle Scienze della Terra, l’area è stata al centro dell’attenzione degli studiosi nei secoli, permettendo attraverso l’anamnesi degli studi precedenti, di ripercorre l’evoluzione ed il progresso delle conoscenze nel campo della Geologia; - dal punto di vista naturalistico, l’area costituisce un sito per lo studio degli endemismi botanici e faunistici, con osservazione di fenomeni di adattamento ad un ambiente estremo come quelle dei vulcani di fango. Esempi di protezione e valorizzazione delle aree interessate da vulcanismo sedimentario sono diffusi in Italia (Salse di Nirano, Maccalube di Aragona) ma anche in Europa dell’Est (Romania e Turchia). La creazione di tali riserve pone il problema della coesistenza tra valorizzazione di aree dal particolare valore scientifico-naturalistico, creazione di un indotto nel turismo scientifico e scolastico e fruizione in sicurezza delle stesse aree. Il laboratorio di Geomatica dell’Università di Catania Sezione di Scienze Geologiche, ha sviluppato un progetto per il monitoraggio dei processi di deformazione dell’area di Santa Barbara, che ha come obiettivo l’individuazione di fenomeni precursori di eventi di “maccalube” parossistici, nonché raccogliere informazioni geologiche per la creazione di un laboratorio di geoscienze di singolare unicità. I primi risultati hanno consentito di realizzare, insieme all’amministrazione comunale di Caltanissetta e altre istituzioni, un progetto ministeriale per il recupero di aree urbane periferiche degradate attraverso la riqualificazione e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane.

Dal rischio geologico al Geosito, le Maccalube di Terrapelata a Caltanissetta: le geoscienze alla base di un progetto per la riqualificazione e la fruibilità di un laboratorio a cielo aperto.

Giorgio De Guidi
;
Fabio Brighenti;Francesco Carnemolla;Carmelo Monaco.
2018-01-01

Abstract

L’area delle maccalube di Terrapelata Caltanissetta, costituisce un unicum sotto differenti punti di vista: - dal punto di vista del rischio geologico e dei temi connessi con la protezione civile per la sfida che pone la presenza di un fenomeno geologico attivo, come quello del vulcanismo sedimentario, con eventi parossistici di rilevante intensità, in un’area urbana intensamente frequentata. Le tristi vicende di Aragona hanno evidenziato come la carenza di studi geologici approfonditi, la mancanza di un monitoraggio tecnico-strumentale e di piani di sicurezza, conseguenti e correlati a tali studi, possano avere esiti nefasti; - dal punto di vista geologico per la possibilità di osservare un fenomeno particolare come quello del vulcanismo sedimentario che fornisce, ad una scala facilmente osservabile, un chiaro esempio della natura attiva delle forze geologiche che modellano il nostro pianeta. La continua degassazione e la fuoriuscita dei fanghi ha da sempre attirato l’attenzione della comunità scientifica e della popolazione che ha, di fatto, già eletto a “riserva” l’area delle maccalube. Le maccalube di Terrapelata costituiscono quindi un laboratorio a cielo aperto per lo studio del fenomeno del vulcanismo sedimentario; - dal punto geomorfologico l’area per il diffuso affioramento di terreni argillosi e l’assenza di vegetazione, costituisce un atlante di forme morfologiche sia di tipo erosivo che strutturale. Essa permette sul campo inoltre la didattica correlazione tra fenomeni tettonici e forme del territorio; - dal punto di vista storico dello sviluppo delle Scienze della Terra, l’area è stata al centro dell’attenzione degli studiosi nei secoli, permettendo attraverso l’anamnesi degli studi precedenti, di ripercorre l’evoluzione ed il progresso delle conoscenze nel campo della Geologia; - dal punto di vista naturalistico, l’area costituisce un sito per lo studio degli endemismi botanici e faunistici, con osservazione di fenomeni di adattamento ad un ambiente estremo come quelle dei vulcani di fango. Esempi di protezione e valorizzazione delle aree interessate da vulcanismo sedimentario sono diffusi in Italia (Salse di Nirano, Maccalube di Aragona) ma anche in Europa dell’Est (Romania e Turchia). La creazione di tali riserve pone il problema della coesistenza tra valorizzazione di aree dal particolare valore scientifico-naturalistico, creazione di un indotto nel turismo scientifico e scolastico e fruizione in sicurezza delle stesse aree. Il laboratorio di Geomatica dell’Università di Catania Sezione di Scienze Geologiche, ha sviluppato un progetto per il monitoraggio dei processi di deformazione dell’area di Santa Barbara, che ha come obiettivo l’individuazione di fenomeni precursori di eventi di “maccalube” parossistici, nonché raccogliere informazioni geologiche per la creazione di un laboratorio di geoscienze di singolare unicità. I primi risultati hanno consentito di realizzare, insieme all’amministrazione comunale di Caltanissetta e altre istituzioni, un progetto ministeriale per il recupero di aree urbane periferiche degradate attraverso la riqualificazione e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane.
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